Archiweb- Biblioteca digitale dell'Archiginnasio Sulle tracce di Dickens
   
Introduzione

Pictures from Italy

- Dickens in Emilia
- Parma
- Modena
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Dickens entra a Bologna
- Dickens e Byron

Il cimitero di Bologna
- La tomba di Lady Sophia Butler Mariscotti

Il centro della città

I portici

Le chiese e le torri

Gli almanacchi

A Christmas Carol

Il Fondo Bianchi

Tracce dickensiane nei fondi della biblioteca

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- The London and Paris Observer or Weekly Chronicle of Literature, Science and fine arts
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Bibliografia

Le chiese e le torri

 

«Ancora masse brune di edifici sacri, altri uccelli che entrano ed escono volando dalle fessure delle pietre, ed altri mostri ringhiosi che servon da base alle colonne. Di nuovo ricche chiese, messe sonnolente, volute d'incenso, campane che suonano, preti con vesti lucenti: quadri, ceri, paramenti d'altare merlettati, croci, immagini e fiori finti.»

Dickens trovandosi nella città più importante dello Stato Pontificio, sottolinea la ricchezza del clero e degli edifici sacri, mentre con esuberanza immaginativa raccontando delle chiese crea atmosfere cupe e quasi misteriose, con una visione antropomorfica delle cose. Il patrimonio della Chiesa si allargava a più di sessanta conventi e a numerosissimi edifici di culto presentati dallo scrittore, di fede anglicana e antipapista, come luoghi solenni ma desolati, abitati da uccelli e animati da funzioni religiose sonnolente.


Luigi Basoli e Francesco Basoli dis. e inc., Antonio Basoli dip. 1829, Chiesa di S. M. Maddalena in Bologna coll'apparato funebre del Priore Parroco D. Mandini
Luigi Basoli e Francesco Basoli dis. e inc., Antonio Basoli dip. 1829, Cappella del S. Sepolcro nella Chiesa di S. Stefano in Bologna
 
Nella basilica di San Petronio l’attenzione dello scrittore è catturata unicamente dalla meridiana di Cassini (1655): forse per il suo primato - si tratta infatti della più lunga linea meridiana al mondo- o forse per gli effetti di luce che essa crea all’interno della chiesa. Dickens infatti scrive che anche se non ci fossero altre opere d’arte da segnalare «la grande meridiana sul pavimento della chiesa di San Petronio, dove i raggi del sole segnano l’ora tra gente inginocchiata, costituirebbe un piacevole ricordo fantastico».

Ludovico Aureli (1816-1865) lit., Angiolini (1838-1881) ed., Interno della Basilica di San Petronio con la meridiana di Gian Domenico Cassini, 1857

Gaetano Dallanoce dis., Luigi Basoli e Francesco Basoli dis. e inc., Antonio Basoli dip. 1832, Strada degli Orefici in Bologna
Via Orefici
Fotografia, fine sec. XIX


Gaetano Dallanoce dis., Luigi Basoli e Francesco Basoli dis. e inc., Antonio Basoli dip. 1828
Altana del sig. Professore Schiassi colla veduta della città di Bologna

Le Due Torri, simbolo della città medievale e quintessenza del pittoresco, sono brevemente descritte da Dickens, che le trova sgraziate per la loro asimmetria.
 
Gaetano Dallanoce dis.,
Luigi Basoli e Francesco
Basoli dis. e inc., Antonio
Basoli dip. 1832
, Torri
Asinelli e Garisendi in Bologna
Via di Mercato di Mezzo
e la Torre Asinelli, ante 1889

 

La stretta via come si presentava prima degli sventramenti del Piano Regolatore del 1889, quando, come Dickens osservava, la Torre offriva «uno sfondo straordinario alla prospettiva di alcune stradine»: una potente visione che riaffiorerà anche nelle pagine del capitolo Un sogno italiano nelle Pictures from Italy, dove riassume in una visione onirica gli aspetti delle città visitate fino a quel momento, che più lo avevano colpito.

«Viaggiavo ormai da alcuni giorni, riposando pochissimo durante la notte e mai durante la giornata. La rapida ed ininterrotta successione di avvenimenti che mi erano accaduti mi tornò sotto forma di sogni confusi: una folla di cose vagava nella più gran confusione nella mia mente, mentre proseguivo il cammino per una strada solitaria.
Ad intervalli, qualcuna di esse, nel suo passare avanti ed indietro senza posa, si fermava per un istante e mi consentiva di guardarla fisso ed osservarla distintamente. Per dissolversi qualche attimo dopo, come la figura di una lanterna magica; e mentre vedevo ancora perfettamente alcune parti di essa, alcune altre confusamente e alcune non più del tutto, mi appariva un altro dei tanti posti visitati negli ultimi tempi, dapprima indugiando e poi sovrapponendosi. Questo, a sua volta, era appena diventato distinguibile che si trasformava in qualcosa d'altro.
Ad un certo momento mi trovavo di nuovo davanti le scure, vecchie, scabre chiese di Modena. Appena ebbi riconosciuto le curiose colonne con i truci mostri come base, mi parve di vederle drizzarsi solitarie nella silente piazza di Padova, dov'era la vecchia, contegnosa università, e le persone, togate, con atteggiamento schivo, si raggruppavano qua e là, nel grande spazio antistante.
Poi stavo passeggiando alla periferia di questa piacevole città, ammirando l'insolita cura con cui erano tenute le abitazioni, i giardini e gli orti, come li avevo visti poche ore prima. In loro vece spuntarono, di colpo, le due torri di Bologna; ma la più ostinata di tutte queste visioni non riuscí a tenere il campo per un minuto, prima del mostruoso castello di Ferrara con il suo fossato, che, come un'illustrazione di un racconto tempestoso, mi appariva nei rossi raggi del sole nascente, dominante sulla solitaria, desolata città abbandonata alle erbacce. Insomma io avevo in testa quell'incoerente ma piacevole stato di confusione che i viaggiatori sono portati ad avere, e che vagamente amano incoraggiare. Ogni sussulto della carrozza nella quale sedevo, sonnecchiando al buio, sembrava tirare nuovi ricordi fuori dal loro posto e cacciarvene dentro altri; ed in questo stato caddi addormentato.»

 

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Credits | Data di creazione: maggio 2013 | Informativa sui cookie
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