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                     Emilio Anriot, Modena. Portico del Collegio San Carlo in 
                    via Canal Grande
 |  | «Il tempo era 
                  piacevolissimo quando entrammo in Modena, dove la penombra degli 
                  scuri portici sopra i marciapiedi, che rasentavano da ambedue 
                  i lati la strada principale, era resa gradevole e rinfrescante 
                  dal cielo luminoso, così meravigliosamente azzurro». |   
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                |  Emilio Anriot, Modena. Facciata meridionale 
                  del Duomo
 |  | «E io passai 
                    tutta la gloria della luce del giorno allinterno di 
                    una buia cattedrale, dove si celebrava messa grande, deboli 
                    candele bruciavano, la gente era inginocchiata in tutte le 
                    direzioni davanti ad ogni sorta di altare e i preti officiavano».Fuori dalla cattedrale di Modena irrompe una compagnia 
                    equestre di Parigi «schernendo, 
                    con i garetti dei cavalli, i grifoni, i leoni e gli altri 
                    mostri di pietra e di marmo che ne decorano lesterno».
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                | Uno stendardo annuncia per la serata lo spettacolo 
                    intitolato a Mazeppa. Questi era un personaggio realmente 
                    esistito nella Polonia del XVII secolo, protagonista dellomonimo, 
                    breve poemetto burlesco tratto dalla Storia di Carlo XII 
                    di Voltaire, scritto e pubblicato da Lord Byron nel 1819, 
                    durante la sua permanenza in Italia. Intriso di tanti temi 
                    cari al gusto romantico (l'amore, il genio, il rapporto uomo/natura, 
                    il Sublime, la fierezza della natura, la lotta per la vita), 
                    e permeato di unironia che spesso riesce a stemperare 
                    i toni, Mazeppa diventò in breve assai popolare nellambito 
                    del Romanticismo europeo, ispirando anche spettacoli circensi 
                    che si rifacevano a questindomito cavaliere. Nella Cronaca del Rangone (BCABo, Ms. B.2990, c. 435 
                    alla voce Divertimenti del novembre 1844, si dà 
                    notizia dellomonimo spettacolo che ebbe luogo al Teatro 
                    Comunale subito dopo lErnani del Maestro Verdi: «Il 
                    Ballo Mazeppa piacque al pubblico perfino ebbesi lillusione 
                    del cavallo ammaestrato a strascinare quellinfelice». 
                    Leroe dovette infatti subire un supplizio di questo 
                    tipo, ma riuscì a sopravvivere e a riscattarsi.
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