Archiweb- Biblioteca digitale dell'Archiginnasio Sulle tracce di Dickens
   
Introduzione

Pictures from Italy

- Dickens in Emilia
- Parma
- Modena
- Ferrara

Dickens entra a Bologna
- Dickens e Byron

Il cimitero di Bologna
- La tomba di Lady Sophia Butler Mariscotti

Il centro della città

I portici

Le chiese e le torri

Gli almanacchi

A Christmas Carol

Il Fondo Bianchi

Tracce dickensiane nei fondi della biblioteca

Periodici inglesi in Archiginnasio
- The London and Paris Observer or Weekly Chronicle of Literature, Science and fine arts
- The Illustrated London News en français

Acquisizioni recenti

Bibliografia

Modena



Emilio Anriot, Modena. Portico del Collegio San Carlo in via Canal Grande

  «Il tempo era piacevolissimo quando entrammo in Modena, dove la penombra degli scuri portici sopra i marciapiedi, che rasentavano da ambedue i lati la strada principale, era resa gradevole e rinfrescante dal cielo luminoso, così meravigliosamente azzurro».


Emilio Anriot, Modena. Facciata meridionale del Duomo
 

«E io passai tutta la gloria della luce del giorno all’interno di una buia cattedrale, dove si celebrava messa grande, deboli candele bruciavano, la gente era inginocchiata in tutte le direzioni davanti ad ogni sorta di altare e i preti officiavano».
Fuori dalla cattedrale di Modena irrompe una compagnia equestre di Parigi «schernendo, con i garetti dei cavalli, i grifoni, i leoni e gli altri mostri di pietra e di marmo che ne decorano l’esterno».

 

Uno stendardo annuncia per la serata lo spettacolo intitolato a Mazeppa. Questi era un personaggio realmente esistito nella Polonia del XVII secolo, protagonista dell’omonimo, breve poemetto burlesco tratto dalla Storia di Carlo XII di Voltaire, scritto e pubblicato da Lord Byron nel 1819, durante la sua permanenza in Italia. Intriso di tanti temi cari al gusto romantico (l'amore, il genio, il rapporto uomo/natura, il Sublime, la fierezza della natura, la lotta per la vita), e permeato di un’ironia che spesso riesce a stemperare i toni, Mazeppa diventò in breve assai popolare nell’ambito del Romanticismo europeo, ispirando anche spettacoli circensi che si rifacevano a quest’indomito cavaliere.
Nella Cronaca del Rangone (BCABo, Ms. B.2990, c. 435 alla voce “Divertimenti” del novembre 1844, si dà notizia dell’omonimo spettacolo che ebbe luogo al Teatro Comunale subito dopo l’Ernani del Maestro Verdi: «Il Ballo Mazeppa piacque al pubblico perfino ebbesi l’illusione del cavallo ammaestrato a strascinare quell’infelice». L’eroe dovette infatti subire un supplizio di questo tipo, ma riuscì a sopravvivere e a riscattarsi.

 

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Credits | Data di creazione: maggio 2013 | Informativa sui cookie
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