Giuseppe Termanini dis., Paolo Bernardi in.,
Veduta del Ponte di Reno di Bologna |
Apprendiamo dalle Pictures from Italy
che Charles Dickens dimorò in uno dei migliori alberghi
di Bologna, Il Pellegrino, che aveva ospitato, tra gli
altri, Lord George Gordon Byron. Un cameriere si incaricò
di ricordarglielo insistentemente, quasi volesse sovrapporre
la sua immagine a quella del conterraneo di lui ben più
celebre. Il 2 giugno 1819 il poeta vi giunse infatti proveniente
da Venezia e vi rimase qualche tempo in vana attesa della sua
amata Teresa Gamba Guiccioli, con cui avrebbe voluto partire
alla volta di Ravenna. Tornò poi a Bologna insieme con
la Guiccioli e il di lei marito, tra il 10 agosto e il 17 settembre
dello stesso anno. Tra i racconti odeporici dei due inglesi
(le lettere di Byron furono pubblicate nel 1831) troviamo non
poche consonanze: in particolare, entrambi riferiscono la visita
al Cimitero di Bologna in compagnia di custodi ciarlieri o becchini
in vena di aneddoti.
|
|
A parte ciò, risalta lentusiasmo
di Byron per i dipinti della famosa scuola bolognese in Pinacoteca,
mentre Dickens si limita a riproporre pedissequamente i nomi
degli artisti più noti, non a caso gli stessi citati
da Byron: Domenichino e Guido Reni, cui aggiunge il caposcuola
Ludovico Carracci, citazioni che per lui erano di maniera,
anche se doverose, né certo ebbe il tempo di veder
nulla.
Non diversamente aveva eluso i capolavori nella Galleria di
Parma: scrisse infatti soltanto «ospita
alcuni quadri veramente notevoli, alcuni dei quali venivano
copiati da artisti capelloni, con piccoli berretti di velluto
in testa, più giù che su».
|
|
|
|
|
|
|
Anonimo, Albergo del Pellegrino. Facciata
in via Ugo Bassi |
|
Anonimo, Bologna. Albergo del Pellegrino.
Camera abitata dal Byron (nello stato attuale) |
|
Anonimo, Albergo del Pellegrino. Fianco sulla
via Calcavinazzi. La finestra della camera di Byron è
la quarta al primo piano, da sinistra a destra |
Una lapide posta al n. 7 di via Ugo Bassi ricorda
ancor oggi il soggiorno di Byron (1819) in questo edificio,
che, adibito ad albergo fino al 1930, durante lultima
guerra fu distrutto da una bomba.
|
|
Allultimo piano dellalbergo, in
una stanza fuori mano che non riusciva mai a trovare, lunica
compagnia per Dickens erano «le
rondini della larga grondaia sopra la finestra»,
ben diverse dagli inquietanti uccelli neri che entravano
ed uscivano dalle fessure delle chiese parmensi.
|
|
In città fece da guida a Lord Byron
il conte Francesco Rangoni, autore della famosa Cronaca
di Bologna dal XVIII secolo al 1845. Nel novembre 1844,
vi si registrano puntualmente alla voce Tristi avvenimenti
le disastrose inondazioni avvenute in tutt'Italia e in Emilia-
Romagna (BCABo, Ms. B.2990, cc. 451-455), che - come Dickens
ci informa - avevano trattenuto a Bologna una quantità
di turisti e riempito gli alberghi causa limpossibilità
di praticare la strada per Firenze.
|
Fotografie tratte dall'articolo di Fulvio
Cantoni, La prima dimora di Lord Byron a Bologna, «Il
Comune di Bologna», aprile 1926, p. 243
|
|
|
|
|
George Gordon Byron, The complete works
of Lord Byron
, 1835 |
|
W. E. West pinx.t, J. T. Wedgwood sculp.t, Antiporta
con ritratto. Acquaforte, 1835 |
Dickens, solo apparentemente ossequiente al
moralismo di stampo vittoriano, che contraddisse con la sua
disinvolta gestione dei rapporti familiari, fu profondamente
attratto dallo spregiudicato poeta inglese da lui così
diverso per nascita, indole, frequentazioni e modus vivendi.
Lord Byron soggiornò a lungo in Italia (tra il 1818
e il 1823), e si trattenne due volte anche a Bologna nellestate
del 1819.
|
|
Questa edizione della sua opera omnia propone
nellantiporta un ritratto del poeta recante nella cornice
i titoli di quattro sue famose opere: Child Harolds
Pilgrimage, The Corsair, Manfred e Don Juan, mentre
in basso due vignette ricordano il luogo dove nacque (New
Hampstead) nel 1788 e quello dove morì di meningite
nel 1824, a Missolungi in Grecia, dove era impegnato nella
lotta per lindipendenza di quel Paese contro limpero
ottomano.
|
|