Archiweb- Biblioteca digitale dell'Archiginnasio Sulle tracce di Dickens
   
Introduzione

Pictures from Italy

- Dickens in Emilia
- Parma
- Modena
- Ferrara

Dickens entra a Bologna
- Dickens e Byron

Il cimitero di Bologna
- La tomba di Lady Sophia Butler Mariscotti

Il centro della città

I portici

Le chiese e le torri

Gli almanacchi

A Christmas Carol

Il Fondo Bianchi

Tracce dickensiane nei fondi della biblioteca

Periodici inglesi in Archiginnasio
- The London and Paris Observer or Weekly Chronicle of Literature, Science and fine arts
- The Illustrated London News en français

Acquisizioni recenti

Bibliografia

Ferrara



Antonio Basoli dis, Francesco Basoli, inc., Esterno della Porta Galiera di Bologna

 

Il 10 novembre Dickens lasciò Bologna dopo pranzo diretto a Ferrara. Sicuramente uscì da Porta Galliera, su cui si innesta la principale via diretta alla città estense e vi giunse entro le otto di sera evitando di viaggiare col buio, come consigliava il conducente della diligenza, timoroso di incontrare i briganti.



Bouchet del., Emile Rouargue sc., Louis Eustache Audot edit., Ferrare. Palazzo de’ Duchi. Palais des Ducs
    

«Vecchia Ferrara, più solitaria, più spopolata, più deserta di qualsiasi città della grande confraternita … La casa dell’Ariosto, la prigione del Tasso, l’insolitamente antica cattedrale gotica, e molte chiese, naturalmente, sono le vedute di Ferrara. Ma le lunghe vie silenziose e i palazzi abbandonati, dove, in luogo degli stendardi ondeggia l’edera e dove le erbacce rigogliose stanno lentamente impadronendosi degli scaloni solitari, sono, di tutte, le migliori vedute».

Dickens dedica una particolare attenzione al castello estense di Ferrara, che rosseggia nell’alba dell’11 novembre, quando parte per Venezia: apparizione sinistra, o almeno così gli sembra, avendo in mente la sanguinosa fine di Laura Malatesta, decapitata nel 1423 insieme con il suo amante Ugo d’Este per aver tradito il marito Niccolò III d’Este. La tragica vicenda fu ripresa da Lord Byron in un poemetto in versi composto nel 1816 intitolato Parisina (dal soprannome della sventurata), che il romanziere inglese doveva avere ben presente, come tutta l’opera di Byron.



Samuel Prout drawn,
John Godfrey engraved,
Ferrara
, [1842-1844]
     

Questa immagine pubblicata in una descrizione dell’Italia di poco precedente il viaggio di Dickens, mostra un’animata via del centro cittadino popolata di passanti e avventori di botteghe e bancarelle.
Ecco come invece la presenta Dickens, «fantastica e spettrale» mezz’ora prima del sorgere del sole: «la peste poteva aver devastato strade, piazze mercati; e l’assedio ed il saccheggio aver rovinato le vecchie case, abbattuto le porte e le finestre e fatto breccia nei tetti». «E non dipendeva dal fatto che la gente non era ancora uscita dal letto; perché se fossero stati tutti in piedi e affaccendati, avrebbero rappresentato una ben piccola differenza nel deserto di quel posto».
Una volta in più, lo stato d’animo del viaggiatore condiziona in maniera fondamentale la percezione dell’atmosfera dei luoghi.
Nelle Note sulle strade per un turista italiano poste all’inizio dell’opera, l’autore illustra il notevole miglioramento delle vie di comunicazione sia per terra che per mare tra l’Italia e l’Inghilterra, che si sono avute nella prima metà dell’Ottocento, rispetto al secolo precedente.



L'Italia, la Sicilia, le isole Eolie, l'isola d'Elba, la Sardegna, Malta, l'isola di Calipso, ecc. secondo le inspirazioni, le indagini, i lavori de' signori il visconte di Chateaubriand, Lamartine, Raoul-Rochette, il conte di Forbin, Piranesi, Mazzara ... ecc. Siti, monumenti, scene e costumi secondo la signora Haudebourt-Lescot ... e molti altri artisti italiani raccolti e pubblicati da Audot padre.

 

Sulla copertina dei fascicoli che costituivano questa illustrazione dell’Italia uscita a dispense qualche anno prima del viaggio di Dickens (1843-1844) figurano quelle che ne erano considerate le maggiori attrattive per i turisti stranieri: Roma con la Basilica di San Pietro, fiancheggiata da due personaggi vestiti in costumi folkloristici e provenienti dalla campagna romana e dalla provincia di Latina (Sonnino); Ercolano e Pompei rinomate per gli scavi archeologici, puntualmente raffigurati da statue e pitture, Napoli col suo rione più caratteristico (Posillipo), citata anche insieme con Roma per le cerimonie religiose ricche di colore locale. E poi le altre tappe ineludibili di un Tour che si rispetti nella prima metà del secolo XIX, individuate dal loro monumento più conosciuto: Venezia (Ponte di Rialto), Firenze (Santa Maria del Fiore), Pisa (la Torre pendente), Milano (il Duomo), Genova (Chiesa di Santa Maria Assunta di Carignano). Non manca Bologna, rappresentata dalle due Torri.

 

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Credits | Data di creazione: maggio 2013 | Informativa sui cookie
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