| 
               
                |  
                     Antonio Basoli dis, Francesco Basoli, inc., 
                    Esterno della Porta Galiera di Bologna
 |  | Il 10 novembre Dickens lasciò Bologna 
                    dopo pranzo diretto a Ferrara. Sicuramente uscì da 
                    Porta Galliera, su cui si innesta la principale via diretta 
                    alla città estense e vi giunse entro le otto di sera 
                    evitando di viaggiare col buio, come consigliava il conducente 
                    della diligenza, timoroso di incontrare i briganti. |   
                | 
 |   
                |  Bouchet del., Emile Rouargue sc., Louis Eustache 
                  Audot edit., Ferrare. Palazzo de Duchi. Palais des 
                  Ducs
 |  | «Vecchia 
                    Ferrara, più solitaria, più spopolata, più 
                    deserta di qualsiasi città della grande confraternita 
                    
 La casa dellAriosto, la prigione del Tasso, linsolitamente 
                    antica cattedrale gotica, e molte chiese, naturalmente, sono 
                    le vedute di Ferrara. Ma le lunghe vie silenziose e i palazzi 
                    abbandonati, dove, in luogo degli stendardi ondeggia ledera 
                    e dove le erbacce rigogliose stanno lentamente impadronendosi 
                    degli scaloni solitari, sono, di tutte, le migliori vedute». Dickens dedica una particolare attenzione 
                    al castello estense di Ferrara, che rosseggia nellalba 
                    dell11 novembre, quando parte per Venezia: apparizione 
                    sinistra, o almeno così gli sembra, avendo in mente 
                    la sanguinosa fine di Laura Malatesta, decapitata nel 1423 
                    insieme con il suo amante Ugo dEste per aver tradito 
                    il marito Niccolò III dEste. La tragica vicenda 
                    fu ripresa da Lord Byron in un poemetto in versi composto 
                    nel 1816 intitolato Parisina (dal soprannome della 
                    sventurata), che il romanziere inglese doveva avere ben presente, 
                    come tutta lopera di Byron. |   
                | 
 |  
               
                |  Samuel Prout drawn,
 John Godfrey engraved,
 Ferrara, [1842-1844]
 |  | Questa immagine pubblicata in una descrizione 
                    dellItalia di poco precedente il viaggio di Dickens, 
                    mostra unanimata via del centro cittadino popolata di 
                    passanti e avventori di botteghe e bancarelle.Ecco come invece la presenta Dickens, «fantastica 
                    e spettrale» mezzora prima del sorgere del sole: 
                    «la peste poteva aver devastato 
                    strade, piazze mercati; e lassedio ed il saccheggio 
                    aver rovinato le vecchie case, abbattuto le porte e le finestre 
                    e fatto breccia nei tetti». «E 
                    non dipendeva dal fatto che la gente non era ancora uscita 
                    dal letto; perché se fossero stati tutti in piedi e 
                    affaccendati, avrebbero rappresentato una ben piccola differenza 
                    nel deserto di quel posto».
 Una volta in più, lo stato danimo del viaggiatore 
                    condiziona in maniera fondamentale la percezione dellatmosfera 
                    dei luoghi.
 Nelle Note sulle strade per un turista italiano poste 
                    allinizio dellopera, lautore illustra il 
                    notevole miglioramento delle vie di comunicazione sia per 
                    terra che per mare tra lItalia e lInghilterra, 
                    che si sono avute nella prima metà dellOttocento, 
                    rispetto al secolo precedente.
 |   
                | 
 |   
                |  
                     L'Italia, la Sicilia, le isole Eolie, 
                    l'isola d'Elba, la Sardegna, Malta, l'isola di Calipso, ecc. 
                    secondo le inspirazioni, le indagini, i lavori de' signori 
                    il visconte di Chateaubriand, Lamartine, Raoul-Rochette, il 
                    conte di Forbin, Piranesi, Mazzara ... ecc. Siti, monumenti, 
                    scene e costumi secondo la signora Haudebourt-Lescot ... e 
                    molti altri artisti italiani raccolti e pubblicati da Audot 
                    padre.
 |  | Sulla copertina dei fascicoli che costituivano 
                    questa illustrazione dellItalia uscita a dispense qualche 
                    anno prima del viaggio di Dickens (1843-1844) figurano quelle 
                    che ne erano considerate le maggiori attrattive per i turisti 
                    stranieri: Roma con la Basilica di San Pietro, fiancheggiata 
                    da due personaggi vestiti in costumi folkloristici e provenienti 
                    dalla campagna romana e dalla provincia di Latina (Sonnino); 
                    Ercolano e Pompei rinomate per gli scavi archeologici, puntualmente 
                    raffigurati da statue e pitture, Napoli col suo rione più 
                    caratteristico (Posillipo), citata anche insieme con Roma 
                    per le cerimonie religiose ricche di colore locale. E poi 
                    le altre tappe ineludibili di un Tour che si rispetti nella 
                    prima metà del secolo XIX, individuate dal loro monumento 
                    più conosciuto: Venezia (Ponte di Rialto), Firenze 
                    (Santa Maria del Fiore), Pisa (la Torre pendente), Milano 
                    (il Duomo), Genova (Chiesa di Santa Maria Assunta di Carignano). 
                    Non manca Bologna, rappresentata dalle due Torri. |  |