"Fare l'Italia": una narrazione attraverso le illustrazioni
librarie: le biografie di una nazione
"L'arte è
una manifestazione eminentemente sociale", "un atto
di resistenza e libertà o una promessa di trasformazione
[
] l'ispirazione emana direttamente dal Popolo". L'arte
è necessaria "non solo per dare piacere, ma anche
per creare una nuova nazione, per rinnovare la società
e le coscienze, per unire la Penisola".
Giuseppe Mazzini
Oltre che vivere di vita propria, incisioni e litografie servivano
efficacemente a scandire, avvalorare e spiegare la narrazione dell'epopea
risorgimentale, guidando l'immaginazione e i sentimenti dei lettori,
esattamente come avveniva nella contemporanea produzione di romanzi.
Di là dal naturale impiego nelle edizioni popolari e nei
giornali, queste tecniche illustrative venivano usate, spesso personalizzandole
con l'uso dell'acquerello, per arricchire le pubblicazioni "di
lusso": è il tipico caso dei keepsakes, libri-strenna
talvolta confezionati con lo scopo di raccogliere fondi per la "causa"
italiana (cfr. Un pensiero a Venezia. Edizione a beneficio dell'Emigrazione
Veneta, Milano 1860), o gli album di omaggio per occasioni particolari,
come l'Album nazionale
di protesta per l'odioso attentato
contro Sua Maestà il Re (Roma 1879).
Uguale trattamento era riservato alle storie e alle cronache, sia
che fossero prodotte a caldo a ridosso degli eventi per celebrarli
o giustificarli (Ferdinando Ranalli, Storia degli avvenimenti
d'Italia dopo l'esaltazione di Pio IX al Pontificato, Firenze
1848-1849; Album della guerra del 1866, Milano-Firenze 1867),
sia che si ponessero a conclusione di un processo storico per fissarne
l'interpretazione: modello insuperato, la Storia del Risorgimento
italiano narrata da Francesco Bertolini, illustrata da 97 grandi
quadri di Edoardo Matania (Milano 1889).
Come gli autori dei testi, anche gli autori delle illustrazioni
furono patrioti generosi ed entusiasti, al modo del pittore di corte
Carlo Bossoli che seguiva tutte le imprese dei Savoia. Proprio per
questo giunsero a un nuovo linguaggio espressivo, rinnovando la
grammatica della rappresentazione storica cui porterà un
contributo decisivo l'introduzione della tecnica fotografica. Così,
al resoconto di stampo più vedutistico o cronachistico, si
sostituisce la ricerca del vero scaturita dall'esperienza diretta:
il reportage di guerra adotta l'immediatezza delle "istantanee",
dalle quali però affiora la partecipazione sentimentale ed
emotiva dell'artista, facendoci percepire il dramma e la durezza
della guerra.
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