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Cavour e i politici; gli eroi e antagonisti

All'indomani dell'annessione del Sud Italia, l'appena costituito e ancora incerto Stato unitario si trovò a fare i conti col fenomeno del "brigantaggio", fenomeno antico ed endemico negli Stati pontifici e nel Regno delle Due Sicilie
In questa illustrazione in mezzo ai "capi briganti" locali, feroci, rozzi, dalle fisionomie ottusamente plebee e addirittura cannibali, fanno mostra di sé anche un paio di pomposi generali spagnoli, infiltrati dalla Santa Sede per suscitare quella sperata rivolta popolare che avrebbe permesso la rivincita o almeno di allontanare il pericolo del preannunciato (e solo momentaneamente rinviato, dopo Aspromonte) assalto finale a Roma.
Gli eroi della S. Sede    

Su "Il ficcanaso" (Torino, 1867-1874), giornale di orientamento repubblicano mazziniano, un anonimo autore a firma "Un Ingrato", dietro l'apparente deferenza e sulla base di non precisate indiscrezioni raccolte a suo dire fra i servitori, avanza il sospetto (ora che l'imperatore francese è andato in esilio dopo la sconfitta di Sedan) che la morte del potente ministro Camillo Benso di Cavour non fosse stata naturale, bensì un assassinio commissionato da Napoleone III e, per il tramite di un'emissaria francese, portato a termine mediante un veleno somministrato al conte in un caffè dalla sua inconsapevole amante, la ballerina Bianca Ronzani.
Cavour avvelenato da Napoleone III Camillo Benso di Cavour  

La raffigurazione dei membri del primo parlamento del nuovo Regno d'Italia (18 febbraio 1861 - 7 settembre 1865) è una galleria di ritratti ufficiali a mezzo busto che accompagnano le relative biografie, come si era fatto nei vari "Pantheon di martiri", ma del tutto privi della loro drammaticità; i personaggi sono paludati, statici, solenni, con gli abiti, le divise, le decorazioni, appropriati, in un atteggiamento formale che, si direbbe, prelude alla realizzazione di monumenti commemorativi.
Il Parlamento del Regno d'Italia Gozzadini  

"Regio Esercito Italiano" è il nome che assunse, per decreto del 4 maggio 1861 a firma del ministro Manfredo Fanti, l'Armata sarda unificata con molti altri eserciti operativi prima dell'Unità d'Italia; ma nucleo e struttura rimasero quelli del vittorioso esercito piemontese. Così, continuarono ad esistere molti corpi, brigate, reggimenti, a volte dalla storia secolare, mantenendo le loro gloriose tradizioni di onore e fedeltà alla vecchia dinastia sabauda e al nuovo Stato, e di cui album e volumi celebrativi dovevano testimoniare e rafforzare lo "spirito di corpo".
Il Reggimento di Cavalleria Nizza (1°) (1690-1890) Storia della brigata Aosta dalle origini ai nostri tempi  

 

 

Vittorio Emanuele II

 

Biblioteca dell'Archiginnasio
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