| Gli eventi memorabiliNel Gabinetto dei disegni e delle stampe della Biblioteca dell'Archiginnasio 
              sono stati selezionati numerosi fogli sciolti attinenti all'argomento 
              risorgimentale: alcuni sono disegni e poi c'è una grande 
              quantità di stampe: acquaforti, xilografie e soprattutto 
              litografie, che in alcuni rari casi erano poste a corredo di monografie 
              o di periodici, ma per lo più erano prodotte autonomamente, 
              talora a costituire delle serie.Sotto il profilo artistico, esauritasi la forza propulsiva dell'accademia, 
              questi artisti-illustratori si inalveano nella generale tendenza 
              a seguire il "vero", mentre fioriscono gli affollati 
              Saloni ed Esposizioni in Italia ed in Europa: il soggetto stesso 
              dell'iconografia risorgimentale li invitava a farlo. Eppure 
              a volte il richiamo classico non di rado compare, magari come personificazione 
              dei concetti astratti della virtù, della gloria, dell'Italia 
              stessa incoronata dalle civiche torri. In generale, se spesso la 
              raffigurazione dei fatti è pervasa dalla retorica del patriottismo, 
              talora accentuata da una esasperata gestualità, l'organico 
              tumulto delle masse nelle dimostrazioni e nei combattimenti tende 
              alla resa realistica attraverso l'attenzione al dettaglio 
              in ordine ad esempio ad elementi significativi come le divise; le 
              espressioni dei volti non sono altrettanto accurate.
 Tra i numerosi artisti, un particolare risalto merita Stanislas 
              Grimaldi del Poggetto (1825 – 1903), capace di orchestrare 
              le impetuose battaglie della prima guerra d'indipendenza, 
              evocando il loro riconoscibile sfondo; o Edoardo Matania (1847– 
              1929), valido pittore prestato all'illustrazione, a lungo 
              attivo per i Fratelli Treves, editori milanesi. Per ricostruire 
              la "realtà storica" nelle sue composizioni egli 
              si serviva di un amplissimo e variegato archivio di immagini, che 
              si era costruito negli anni attraverso la paziente raccolta di materiale: 
              libri, stampe, divise, ritratti, paesaggi.
 Forse l'attenzione maggiore è riservata al "ritratto" 
              dell'Italia: e l'interpretazione artistica, grazie alla selezione 
              soggettiva degli elementi da rappresentare, ne semplifica e ne rafforza 
              l'identità. Non c'è soltanto la volontà di 
              registrare i fatti nei luoghi dove accaddero, ma un intento educativo: 
              nel mostrarci dove si è fatta la Nazione, gli artisti ambientano 
              la Storia fuori dalla porta di casa, nel teatro degli incontri, 
              degli scontri e delle esecuzioni, per le strade pavesate di bandiere, 
              provocando un coinvolgimento corale che esalta il sentimento di 
              essere davvero italiani. Un popolo individuabile con un territorio 
              che non fu più una mera 'espressione geografica' - come nella 
              sprezzante affermazione del Maresciallo Radetzki - ma decorato dalla 
              dignità di una Nazione.
 In corrispondenza con l'unificazione del 1861, numerose sono 
              le immagini che riproducono con assoluta fedeltà, quasi fossero 
              documenti ufficiali, episodi significativi per la storia italiana: 
              si tratta di pittura celebrativa, che dà vita a quadri di 
              genere in cui interagiscono la ricostruzione degli interni, il ritratto 
              e la fotografia.
 Unitamente alla sezione più specificamente riservata alle 
              illustrazioni librarie, si è inteso contribuire alla conoscenza 
              dell'iconografia risorgimentale, leggibile, nel suo complesso, 
              come una poderosa prova di interazione tra le immagini ed i testi 
              per comunicare la grande realtà della lotta di un popolo 
              diviso, deciso a corrispondere finalmente al proprio nome.
 Come è già stato notato, nella grafica del Risorgimento 
              le immagini sono quasi sempre accompagnate da didascalie a volte 
              di lunghezza estenuante: si sente il bisogno di contestualizzare 
              l'evento, di istruire, di far comprendere appieno il significato 
              dell'evento scelto come exemplum, come ricordo di una storia 
              di riscossa tutto concentrata in qualche decennio.
 In alcuni casi le scritte bilingui sono indicative della dipendenza 
              dalla Francia, culla della dinastia sabauda e fondamentale alleato 
              nelle guerre d'indipendenza, che deteneva il primato nell'affermazione 
              dei diritti civili e politici.
 L'esposizione comprende un arco temporale dal 1821, a cui 
              si datano i primi moti carbonari, al 1911, a poca distanza dalla 
              prima guerra mondiale: quell'anno si celebra infatti il 50° 
              anniversario dell'Unità d'Italia, pubblicizzato 
              da un grande manifesto elaborato come un'allegoria di stampo 
              classicheggiante, mentre l'Allegoria delle Feste Cinquantenarie, 
              pubblicata sulla Rassegna illustrata della esposizione del 1911 
              con la data del 20 settembre 1910, si esprime in chiave Liberty, 
              presentando le sinuose forme di due fanciulle.
 
 Prima dell'Unità Gli "eventi memorabili" documentati da disegni e stampe 
              sciolte si sgranano con le lacune volute dal caso - spesso sanate 
              dal contributo dell'attigua sezione dei libri illustrati - in un 
              ideale percorso storico, cui non si è preteso di dare un'impossibile 
              completezza, ma che emerge comunque in alcuni momenti salienti. 
              Come è già stato notato, nella grafica del Risorgimento 
              le immagini sono quasi sempre accompagnate da didascalie a volte 
              di rilevante lunghezza: si sente il bisogno di contestualizzare 
              i fatti, di istruire, di far comprendere appieno il significato 
              dell'evento scelto come exemplum, come ricordo di 
              una storia di riscossa tutto concentrata in qualche decennio.
 
 Dopo i moti del 1831 nell'Italia centrale, sapientemente resi nelle 
              xilografie di Edoardo Matania, una delle quali ferma, quasi intercetta 
              ormai fotograficamente I bolognesi atterrano le insegne del Palazzo 
              di Governo e vi sostituiscono il vessillo tricolore, è 
              il momento del '48, preceduto dalla grande speranza, che si rivelò 
              poi fallace, nel liberalismo di Pio IX.
 A quell'anno si riferisce la bellissima serie delle litografie dedicate 
              alla Guerra dell'Indipendenza Italiana. Campagna dell'Esercito 
              piemontese nel 1848, qui presente in quattro esemplari in cui 
              risultano ben riconoscibili i luoghi teatro dei combattimenti. Autore 
              dei disegni fu Stanislas Grimaldi del Poggetto, inviato speciale 
              dei Savoia per ritrarre dal vero prodigi di valore compiuti nonostante 
              la sconfitta finale. Mentre l'eroismo di Carlo Alberto rifulge a 
              Pastrengo con analoghi effetti.
 
 La mitica giornata dell'8 agosto 1848 a Bologna è rievocata 
              da un'incisione di Achille Frulli con il combattimento della Montagnola 
              e dal monumento progettato da Cincinnato Baruzzi.
 
 Nella rassegna d'immagini segue uno spazio dedicato alla parabola 
              dinastica di Carlo Alberto, e al successivo trionfo di Vittorio 
              Emanuele II. Dopo le spedizioni garibaldine illustrate dalle litografie 
              dei Fratelli Terzaghi, il sovrano compare in atto di ricevere tutti 
              insieme i rappresenti degli Stati che votarono nel 1860 l'annessione 
              al Piemonte nel perduto dipinto di Luigi Busi: il fondo Pizzardi 
              conserva alcuni studi preparatori, uno dei quali esposto.
 Dopo l'Unità Il Regno d'Italia appena costituito conosce una pausa di consolidamento 
              della propria identità, di cui fa parte la prima Esposizione 
              Italiana inaugurata a Firenze da Vittorio Emanuele il 25 settembre 
              1861 e illustrato sulle pagine dell'omonimo «Giornale» 
              uscito a dispense. Quasi in contemporanea (27-29 del mese) è 
              convocato il Congresso generale degli Operai nello stesso luogo, 
              tappa fondamentale dell'associazionismo fissata nell'anonima stampa 
              densa di richiami patriottici.Poi di nuovo per compiere l'Italia si ricorre alle armi. La sfortunata 
              battaglia di Mentana (3 novembre 1867), nel manifesto della serie 
              Ricordo agli Italiani edito da Bolcioni è condensata nel 
              ritratto delle due piccole orfane di un volontario garibaldino, 
              che sublimano il loro dolore nella speranza della riscossa. E le 
              truppe del Papa Re, assassine del loro padre, vengono finalmente 
              sbaragliate con la conquista di Roma (20 settembre 1870), tratteggiata 
              sinteticamente sulle pagine dell'«Emporio illustrato» 
              da Quinto Cenni.
 Alla riflessione sedimentata dei libri di storia dedicati ad un 
              singolo evento o, con maggiore ampiezza, all'intero svolgimento 
              della lotta per l'indipendenza nazionale, si affiancavano, si sovrapponevano 
              infatti – come già si è accennato – i 
              contributi degli artisti grafici attivi per i settimanali, capaci 
              di saziare – sia pure con un intervallo di settimane – 
              la fame di notizie dei lettori che non soltanto volevano leggere 
              i fatti, ma li volevano vedere. Proprio come avviene sulle pagine 
              dell'Illustrazione Universale, che ricorre anche ai protagonisti 
              per ottenere rapidi quanto emozionanti schizzi degli eventi bellici: 
              dal sig. Combatz, capitano di stato maggiore di Garibaldi, per esempio 
              (24 novembre 1867). Ma la fotografia dialoga ormai con la grafica 
              e per la ripresa del campo di battaglia in un successivo numero 
              del giornale (8 dicembre) Alexandre De Bar si appoggia ad una fotografia 
              de' fratelli D'Alessandri di Roma.
 Tra i reportages successivi, questa volta di stampo celebrativo 
              e trionfalistico, resta esemplare quello dedicato dall' «Illustrazione 
              Universale» alla visita dell'imperatore di Germania Guglielmo 
              I (18-23 ottobre 1875). Nel numero del 24 ottobre in prima pagina 
              è tempestivamente rappresentato il suo arrivo alla stazione 
              di Milano, e in quelle successive si descrive dettagliatamente la 
              regale ospitalità offerta da Vittorio Emanuele II al sovrano 
              tedesco. La seconda parte di questo reportage - comparso appunto 
              sull'ultimo numero dell' «L'Illustrazione Universale» 
              - è pubblicato sul primo numero del periodico, che ha assunto 
              il nome di «Illustrazione Italiana» (1° novembre, 
              a. III, n. 1).
 La visita consolidò i buoni rapporti tra i due Stati e rappresentò 
              il definitivo riconoscimento politico dell'Italia come nazione sovrana.
 Tra i fogli del Gabinetto disegni e stampe ve n'è infine 
              uno emblematico dello stretto rapporto che collegò all'epoca 
              la monarchia, perno dell'unificazione, col popolo italiano: la xilografia 
              tratta dall'«Illustrazione Universale»: Dimostrazione 
              avanti il Palazzo municipale, alloggio delle Loro Maestà: 
              la sera del 5 novembre [1878], che documenta l'entusiasmo dei bolognesi 
              per Umberto I e la consorte Margherita. Tra quei festanti cittadini 
              c'era anche Giosue Carducci, che avrebbe ricavato un'impressione 
              indelebile della Regina «bella e bionda». Sulla prima 
              pagina (24 novembre 1878) sono raffigurati altri due momenti di 
              quella visita che si iscrive nell'itinerario dei due sovrani esteso 
              nelle intenzioni all'intera nazione, ampiamente rappresentato con 
              le vivaci xilografie del periodico: dal 1° novembre 1873 esso 
              dà continuazione all'«Illustrazione Universale» 
              e a cavallo del Novecento ravviva i reportage con le copertine a 
              colori. Il viaggio verso sud non andò oltre Napoli, dove 
              molta sensazione destò l'attentato al Re, aggredito da un 
              facinoroso mentre passava in carrozza e salvato dalla pronta reazione 
              di Benedetto Cairoli seduto al suo fianco: l'episodio è oggetto 
              di una grande litografia esposta a fianco delle precedenti immagini. 
              Sulla prima pagina di un raro periodico edito a Bologna, «L'Araldo», 
              il disegno di Suzzi rappresenta in chiave celebrativa la drammatica 
              vicenda dell'assassinio di Umberto I, che stavolta non scampò 
              alla morte (29 luglio 1900).
 Tra questa data ed il Cinquantesimo anniversario dell'Unità 
              d'Italia (1911) è stato focalizzato in mostra l'importante 
              appuntamento bolognese dell'inaugurazione del monumento ai caduti 
              dell'VIII agosto realizzato da Pasquale Rizzoli ed inaugurato il 
              20 settembre 1903, così da ricordare nel giorno e nel mese 
              la capitolazione di Roma nel 1870. La grande dimostrazione popolare 
              che ebbe luogo sullo sfondo della Montagnola in quell'occasione 
              festosa è documentata con particolare intensità nel 
              foto-racconto di cartoline postali allegate al manifesto strutturato 
              come un tricolore, in cui si captano gli echi delle polemiche con 
              i cattolici, una parte dei quali ancora avversa alla caduta del 
              potere temporale dei papi.
 Nel discorso commemorativo pubblicato su un volantino dal Comune 
              di Bologna insieme con il Comitato delle associazioni popolari, 
              presente nella stessa raccolta, si focalizzano i momenti cruciali 
              che videro Bologna come protagonista di fatti risorgimentali: la 
              pacifica rivoluzione bolognese del 1831, in seguito alla quale il 
              governo provvisorio decretò «decaduto in fatto, e per 
              sempre in diritto il Governo temporale del Papa, e fu così 
              antesignana della breccia di Porta Pia»; e l'insurrezione 
              dell' 8 agosto 1848.
 Quest'eroica azione valse a Bologna la Medaglia alle Città 
              Benemerite del Risorgimento Nazionale, che le fu tributata da Umberto 
              I nel settembre del 1898.
 
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