Gli avvenimenti dopo l'elezione di Pio IX, 1848
FERDINANDO
RANALLI, Storia degli avvenimenti d'Italia dopo l'esaltazione
di Pio IX al Pontificato [...] Con 12 incisioni in rame, volumi
2, Firenze, per Vincenzo Battelli e Compagni, 1848-1849 (BCABo,
5.M*.III.62-63)
La biografia di una nazione
Se, volendo mettere fine ai disegni napoleonici di unificazione
politica della penisola, il principe di Metternich nel corso del
Congresso di Vienna aveva potuto sostenere che "La parola Italia
è un'espressione geografica, una qualificazione che riguarda
la lingua, ma che non ha valore politico", gli sforzi dei pensatori
liberali e dei patrioti sul campo furono diretti a fare dell'Italia
un unico stato non solo in forza delle armi e della politica, ma
anche creando nei suoi abitanti la coscienza di essere cittadini
di una nazione. Italiani si poteva diventare proprio perché
la patria non era un territorio, ma un'idea: fatto eminentemente
morale, spirituale e culturale. Un atto volontario di genti che
sarebbero diventate popolo riconoscendosi in un comune orizzonte
di valori, di aspettative, e si sentivano strette in vincoli di
appartenenza condivisi perché fondati su un comune percorso
di lotte e battaglie politiche e militari.
Il mito della nazione venne alimentato fin nelle prime pubblicazioni
"scritte a caldo" con i resoconti epici delle imprese, grazie
anche all'impegno profuso da una nuova generazione di editori (Treves,
Barbèra, Sonzogno, Zanichelli), che cominciarono ad operare
nel decennio dell'unificazione e si imposero nell'ultimo scorcio dell'Ottocento.
Il volume di Ferdinando Ranalli rientra fra le opere
storiche sul Risorgimento scritte proprio a ridosso degli eventi,
che seppure, come riconosce lo stesso autore, potevano non essere
imparziali nei giudizi, servivano come "ammaestramento"
per le future generazioni, affinché la conoscenza degli errori
commessi nell'organizzazione di quei moti potesse esser utile al cammino
per l'indipendenza italiana.
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Nell'antiporta, immagine allegorica
dell'Italia |
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Amnistia Pontificia, 16 Luglio 1846
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I due volumi, dall'impostazione editoriale raffinata
e piuttosto classica, sono corredati da tavole fuori testo incise
e acquerellate. Le 12 acqueforti sono affidate a due collaudati
artisti: Girolamo Scotto (Firenze, 1787-1878) riproduzionista,
scolaro di Giuseppe Longhi e Raffaello Morghen; il disegnatore
era Nicola Sanesi (1818-1889), già affermato in
questo specifico campo. |
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Napoli, 24 Febbrajo
1848. Piazza di S. Francesco di Paola. Giuramento della Costituzione |
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Cacciata degli Austriaci da Milano,
22 Marzo 1848 |
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Le illustrazioni ci restituiscono
gli episodi salienti descritti nei vari capitoli con un intento
celebrativo nelle scene di battaglia e di esaltazione dei momenti
festosi nelle più importanti città, conseguenti
ai fatti del Quarantotto, quando ancora si pensava al successo
della rivoluzione nei diversi stati italiani.
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Venezia. Proclamazione della Repubblica,
Marzo 1848 |
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Bologna. Fatto della Montagnola, 8 Agosto 1848
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Il tricolore viene riproposto in tutte le scene e rappresenta
una sorta di filo conduttore della storia narrata per immagini.
L'ambientazione delle vicende diventa occasione per diffondere
la conoscenza delle caratteristiche paesaggistiche e monumentali
delle principali città e del territorio, presupposto
anche questo per l'Unità.
Ferdinando Ranalli (Teramo, 1813 - Firenze, 1894),
letterato e storico, di idee liberali, fu docente di storia
nell'ateneo pisano e fiorentino e diresse anche, dal 1881
al 1883, la Biblioteca Universitaria di Pisa. Partecipò
ai moti risorgimentali e, dopo l'Unità, fu deputato
per la Destra storica nella X Legislatura del Regno d'Italia
(1867-1870).
Spirito acuto e bizzarro, classicista e purista fervente,
avverso al Romanticismo, pubblicò numerose opere di
teoria letteraria, di storia e di politica contemporanea,
utilizzando tuttavia una lingua modellata su quella dei cinquecentisti.
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