HOME | LA MOSTRA | BIBLIOGRAFIA | CREDITS | RICHIESTA IMMAGINI
 
Home > Fare gli Italiani» nell'iconografia dei personaggi> Politici, eroi e antagonisti

Cavour e i politici; gli eroi e antagonisti


G. MARCHESI dis., Lit. FRANCESCO CASANOVA, Gli eroi della S. Sede, Bologna, Tipi del Progresso, [post 1863]
(BCABo, 17.Sez. Civile e politica, Cart. Da 2, 19)

All'indomani dell'annessione del Sud Italia, l'appena costituito e ancora incerto Stato unitario si trovò a fare i conti col fenomeno del "brigantaggio", fenomeno antico ed endemico negli Stati pontifici e nel Regno delle Due Sicilie, al punto di essere guardato, soprattutto dagli stranieri in visita nella penisola durante il loro grand tour, come un aspetto pericoloso ma "pittoresco" di un Meridione da romanzo o da operetta. In realtà si trattava di un fenomeno politico-sociale, molto meno romantico, che associava forme tradizionali del ribellismo contadino a una violenta protesta popolare, fomentata, come già avvenuto con successo ai tempi della Repubblica partenopea, dai Borboni e dal governo pontificio contro quella che veniva da loro considerata la "conquista piemontese". La dissoluzione dell'esercito borbonico, l'abolizione degli antichi usi delle campagne, l'introduzione della leva obbligatoria furono alcune delle ragioni che scatenarono il brigantaggio. Le bande di briganti colpirono con attacchi e imboscate i soldati e le forze di polizia, e uccisero personaggi che si erano espressi a favore dello Stato italiano, commettendo atti di brutale violenza. Il Governo reagì con misure fortemente punitive: fu inviato un corpo di spedizione di oltre 150.000 soldati al comando del generale Enrico Cialdini e quindi del generale Alfonso La Marmora, e furono instaurate leggi eccezionali (come la legge Pica del 1863), sotto la giurisdizione dei tribunali militari che comminarono più di 7000 condanne a morte.

Faceva parte della strategia anche la rappresentazione dell'avversario come criminale, temibile ma un po' ridicolo: in questa illustrazione in mezzo ai "capi briganti" locali, feroci, rozzi, dalle fisionomie ottusamente plebee e addirittura cannibali, fanno mostra di sé anche un paio di pomposi generali spagnoli, infiltrati dalla Santa Sede per suscitare quella sperata rivolta popolare che avrebbe permesso la rivincita o almeno di allontanare il pericolo del preannunciato (e solo momentaneamente rinviato, dopo Aspromonte) assalto finale a Roma.

 

 

Vittorio Emanuele II

 

Biblioteca dell'Archiginnasio
Data di creazione: luglio 2011 | Informativa sui cookie
I testi e le immagini sono riproducibili per uso personale e a scopo didattico e di ricerca, a condizione che venga citata la fonte. Non è consentito alcun uso a scopo commerciale o di lucro.