Cavour e i politici; gli eroi e antagonisti
ARISTIDE CALANI, Il Parlamento del Regno d'Italia.
Opera illustrata dai ritratti degli onorevoli Senatori e Deputati,
volumi 2, Milano, Stabilimento Giuseppe Civelli, 1861
(BCABo, 5.dd.IV.2-3)
Di tutt'altro genere la raffigurazione dei membri del primo parlamento
del nuovo Regno d'Italia (18 febbraio 1861 - 7 settembre 1865):
è una galleria di ritratti ufficiali a mezzo busto che accompagnano
le relative biografie, come si era fatto nei vari "Pantheon
di martiri", ma del tutto privi della loro drammaticità;
i personaggi sono paludati, statici, solenni, con gli abiti, le
divise, le decorazioni, appropriati, in un atteggiamento formale
che, si direbbe, prelude alla realizzazione di monumenti commemorativi.
È evidente la diversa finalità: lo stile austero e
compassato è più conforme all'ideale dignità
che si vuole comunicare connaturata all'esercizio politico nelle
istituzioni del nuovo Stato.
L'opera, edita anch'essa "a beneficio dell'Emigrazione Veneta",
era stata pubblicata in dispense, ciascuna comprendente 8 ritratti
e 16 pagine di testo, al prezzo di £ 1,50. Un'avvertenza dell'editore
Civelli (p. 2) chiarisce che "i ritratti disegnati dal rinomato
pittore De Maurizio", erano stati "incisi dai valenti
artisti Zambelli, Salvioni, Vajani, Ratti, Bardella, Mantovani".
La legislatura che si riunì il 18 febbraio 1861 a palazzo
Carignano di Torino, per convocazione di Vittorio Emanuele II Re
Eletto (così era definito durante il periodo dei plebisciti),
benché fosse la prima a rappresentanza nazionale, è
conosciuta in realtà come "VII legislatura", a
sottolineare la continuità con quelle del Regno di Sardegna.
Il Senato, di nomina regia, aveva sede presso Palazzo Madama ed
era presieduto da Ruggero Settimo e, in séguito alla morte
di quest'ultimo, da Federico Sclopis, prima, e da Giuseppe Manno
poi. La Camera dei Deputati si riuniva in un'aula dello stesso Palazzo
Carignano, e il suo presidente era Urbano Rattazzi. Quando questi
divenne presidente del consiglio dei ministri, nel 1862, fu sostituito
prima da Sebastiano Tecchio e, poi, da Giovanni Battista Cassinis.
Composto da 443 deputati, il parlamento era in realtà eletto
con criteri ancora alquanto elitari: solo una minima parte dei sudditi
del nuovo regno poteva esercitare il diritto di voto, in presenza
di adeguate caratteristiche di censo e di istruzione, ossia meno
di 500.000 su una popolazione totale di oltre 22 milioni di abitanti.
Il 17 marzo 1861 avvenne la proclamazione del Regno d'Italia, che
aveva come re Vittorio Emanuele II e lo Statuto albertino come carta
costituzionale.
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