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7. Donne e ironia in riviste umoristiche
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La satira come arma e come segno
La donna, alla fine del secolo XIX, era ancora nella condizione di
una creatura che, ritenuta per costituzione (più che per motivi
economici) non in grado di autonomia e indipendenza, era da tenere
sotto costante tutela/protezione, e dunque rimaneva priva di certi
diritti che invece tutti gli appartenenti al sesso maschile avevano
ottenuto già da tempo. Soltanto le appartenenti alle famiglie
più facoltose potevano permettersi di sfidare le rigidissime
convenzioni sociali esistenti.
La nuova realtà sociale prodotta dall'industrializzazione comincia
però a cambiare la condizione di molte donne.
E, se nella classe operaia la manodopera femminile era sottopagata
e sfruttata ancora più di quella maschile, alla donna di qualsiasi
ceto restava completamente preclusa la vita politica, compreso l'emblematico
diritto di voto. |
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Presto, tuttavia, le donne cominciarono a reagire.
La lotta, partita soprattutto dalla giovane nazione americana
e dall'Inghilterra, con il movimento delle 'suffragette' (nomignolo
dispregiativo, usato dagli uomini di tutti i partiti e di tutti
i ceti sociali per deridere la pretesa delle donne al suffragio),
incontrò una resistenza accanita da parte di politici,
intellettuali, operai, mariti, figli e padri, che pure, talvolta,
condividevano i principi di giustizia sociale. Le reazioni del
'pubblico' maschile furono quasi sempre improntate all'ironia.
A cavallo tra Ottocento e Novecento, l'umorismo infatti prendeva
come bersaglio la donna raffigurata nei suoi vezzi e nelle sue
frivolezze, dall'atteggiamento all'abito, in una parola le sue
debolezze vere o presunte: nel momento in cui si deve prendere
atto della novità di donne che escono dalle mura domestiche,
lavorano, fanno sport, guidano l'automobile, partecipano sia
pure con grandi difficoltà alle trasformazioni tecnologiche
e sociali della civiltà occidentale, la reazione non
si fa attendere e, ai tipi dell''ochetta' scervellata e fatua,
della matrona dispotica e snob, della sensuale interessata e
arrampicatrice, si affianca ad esempio quello della 'cavallona'
androgina e priva di grazia. |
ITALIA RIDE. Settimanale
artistico umoristico
Bologna, 31 marzo; 30 giugno 1900 - |
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BOLOGNA CHE DORME. Periodico umoristico,
letterario, illustrato Bologna, 3 agosto 1899 - |
FANTASIO. Magazine gai
Paris, a.VIII, n. 172, 15 settembre 1913 |
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Le immagini graffianti di vignette satirico-umoristiche
sulla figura femminile pubblicate sui periodici tra il 1870
ed il 1914 autorizzerebbero a prender per vera la falsa etimologia
di 'satira' da 'Saturno', il dio umorale, misantropo e malignamente
misogino. Non mancano però, soprattutto fra gli italiani,
illustratori che stemperano la critica sociale usando toni più
favorevoli e affettuosi, e, col sorriso, lasciano trapelare
perfino ammirazione per la giovane donna moderna.
Il risultato è così uno specchio dell'immagine
vecchia e nuova della donna, e del suo ruolo in una società
colta in in un periodo storico di passaggio, uno spaccato di
come si rideva della/contro la donna fra l'Unità d'Italia
e la Grande Guerra. |
LE RIRE. Journal
humoristique Paris, 1909 |
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