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ITALIA RIDE. Settimanale artistico umoristico
Bologna, 31 marzo; 30 giugno 1900 - Collocazione: TREBBI.52
La rivista, nata proprio sul crinale del secolo XIX come evoluzione
di "Bologna che dorme" e con ambizioni meno circoscritte
all'ambito locale, ha però vita brevissima, di soli sei mesi
e 26 numeri, dal 6 gennaio al 30 giugno 1900. È un foglio
apparentemente modesto, ma stampato con grande cura tipografica
e fornito di un corredo di illustrazioni di prima qualità:
vignette - per lo più satiriche, ma anche decorative - di
gusto aggiornatissimo, ispirate ai modelli francesi ("Le rire"
e "Revue blanche") e tedeschi ("Jugend" e "Simplicissimus",
"Ver Sacrum").
Citata come "il miracolo del Liberty bolognese", "Italia
ride" diventò subito un potente organo di diffusione
di nuove idee artistiche, ma soprattutto consentì a molti
giovani intraprendenti di maturare grazie ai reciproci scambi, sulla
base degli orientamenti europei più all'avanguardia. Vi collaborarono
oltre settanta disegnatori, da Augusto Majani, direttore artistico,
ad Alfredo Baruffi, Augusto Sézanne, Luigi Bompard, Marcello
Dudovich, Ugo Valeri (fratello maggiore del poeta Diego), Duilio
Cambellotti, Ardengo Soffici e Franz Laskoff, che si riallaccia
al 'team' dei cartellonisti di Casa Ricordi.
In sintonia con l'aspirazione della rivista ad essere il trait d'union
progressista fra satira e arte, sulle copertine la donna veniva
raffigurata come partecipe della modernità alla pari dell'uomo,
più che essere un facile bersaglio per le sue pretese egualitarie,
secondo la mentalità corrente degli umoristi.
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