Un fil rouge ricollega idealmente il soggetto dell’esposizione
a quello della mostra già realizzata in Archiginnasio
nel marzo 2008: «Donne
nell’arte: Robes et femmes nella Belle Époque.
Mostra di opere grafiche dalle raccolte dell’Archiginnasio».
Ora l’accento è spostato sull’evoluzione
dell’immagine della donna, quale viene delineandosi fra
il Secondo Impero e la Prima Guerra Mondiale, e si rispecchia
nelle illustrazioni proposte sia dalle riviste femminili sia
da quelle di carattere più generale, letterarie, artistiche,
satiriche: una congerie di pubblicazioni periodiche che fra
Otto e Novecento invasero il mercato editoriale, a fronte
di una crescente fame di informazioni, a sua volta espressione
di un profondo cambiamento in atto nella società e
nella cultura europea fra i due secoli.
La parte del leone è senz’altro riservata alle
riviste specificamente dirette alle donne.
Dai figurini di moda, rigorosamente parigina, ai periodici
italiani, inizialmente di imitazione francese, dedicati, parzialmente
o in toto, alla donna, è un fiorire di significative
rappresentazioni del mondo femminile, ripreso sotto i due
aspetti della tradizionale vita domestica e della nuova dimensione
sociale, attraverso immagini talvolta oleografiche, talvolta
frivole, ma spesso anche ironiche, opera di artisti e illustratori
di vaglia: Guido Gonin, Eugenio Colmo (Golia), Duilio Cambellotti,
Luigi Bompard, Aleandro Terzi, Alfredo Baruffi (Barfredo),
Augusto Majani (Nasìca) ... . Chiave di volta, ‘il
buon gusto’ che il francese Georges Goursat (alias Sem)
rivendica come proprio compito definire nell’album Le
vrai et le faux Chic (1914).
L’evoluzione dell’abbigliamento tra i due secoli
è specchio dell’evoluzione del ruolo femminile
nella società e il mutamento è accompagnato
da una reazione che fa spesso della donna l’oggetto dell’umorismo
maschile, sia che da ‘onesta gallina’ si attardi
nel ruolo casalingo, sia che da nuovo soggetto sociale pretenda
di invadere gli spazi esterni fino ad allora privilegio dell’uomo.
Se i periodici umoristici evidenziano in modo aggressivo la
percezione del mutamento, arte e letteratura mantengono toni
più sfumati e variegati: la figura della femme fatale,
avvertita significativamente come creatura pericolosa e dominante,
si accompagna al persistere dell’immagine della donna
angelo-musa ispiratrice-custode delle virtù, non solo
nell’ambito familiare.
A fronte di ciò, la stessa storia dell’editoria
di moda è complessa e piuttosto articolata. La campionatura
che si presenta in mostra non rispecchia la ricchezza del
fenomeno, ma la scelta è stata guidata piuttosto dalla
volontà di documentare l’esistenza di questo tipo
di stampa nelle raccolte dell’Archiginnasio: anche questa
volta le opere esposte provengono interamente dal patrimonio
della Biblioteca, cui sono giunte sia per il normale tramite
degli acquisti bibliotecari, sia, in gran parte, grazie alle
donazioni di librerie private e familiari – Venturini,
Trebbi, Rusconi-Verzaglia, Rabbi, Palmieri, Cervi – a
testimonianza della varietà degli interessi che emergono
anche da collezioni specializzate, e della ricchezza che esse
riversano nel patrimonio di una biblioteca civica.
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