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Ovidio Montalbani
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Ovidio Montalbani (1601-1671), poligrafo,
si occupò di scienze naturali, di letteratura e
di storia, soprattutto della sua città; scrisse
Le Antichità più antiche di Bologna,
in cui leggende, credenze e suggestioni archeologiche
si fondono a formare un quadro della città antica
del tutto immaginario.
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OVIDIO MONTALBANI, Le Antichità più antiche di Bologna
ristrette in due libri intitolati Il Colosso, e gl'Historici
Spiriti
Bologna, Carlo Zenero, 1651
La pianta allegata al volume intitolata "Felsina, e Bologna
antica capo della sec[onda]a Toscana, metropoli dei Galli
Boii e colonia nobilissima dei Romani", è dedicata al Senato
e a tutti i cittadini più saggi e amanti del bene comune e
continuatori dell'antica gloria cittadina. Domenico Ambrosi,
detto anche Domenichino del Brizio, la disegnò in Bologna.
Accanto a strutture ed edifici pubblici come il canale Navile,
le mura e le porte della seconda e terza cerchia, allora esistenti
e raffigurate come si trovavano all'epoca, l'autore inserisce
edifici e strutture antiche di sua ricostruzione (o meglio,
invenzione), come residenze di famosi personaggi della storia
romana, archi trionfali, teatri, templi, edifici pubblici.
Qua e là fanno capolino resti del periodo gallico (il bosco
dei druidi gallici dove sorge San Michele in Bosco, il "Campo
de' Boii" nella zona entro porta San Donato), ma curiosamente
nulla della fase etrusca, nonostante il titolo faccia riferimento
alla grandezza della città in quel periodo.
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OVIDIO MONTALBANI, Vera medaglia d'Ottone Imperatore...
Bologna, Erede del Benacci, 1667
La spiegazione delle immagini e dei testi della medaglia
è fornita attraverso le citazioni letterarie sull'opera di
Otone imperatore, che restò sul trono per tre mesi nel tormentato
anno 69, conosciuto come l'anno dei tre imperatori.
Montalbani fornisce in fine le indicazioni utili per chi volesse
vederla (e presumibilmente acquistarla): la medaglia si trovava
"appresso M. Gasparo Barbieri Acquavitaro, Rinfrescatore,
e Tabaccaro in Bologna, vicino alla Croce, che è da Casa de'
Signori Casali, dove s'intersecano le due Vie di Strà Castiglione,
e di Miola" (oggi angolo fra via Castiglione e via Farini).
In realtà la medaglia è un'imitazione rinascimentale.
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Medaglia dell'imperatore Otone (69 d.C.)
Bologna, Museo Civico Archeologico, Collezione numismatica,
n. 72858
La medaglia è un'imitazione rinascimentale prodotta dall'orafo
e incisore Giovanni Cavino (Padova, 1500-1570), che coniò
rifacimenti di monete con i dodici Cesari le cui vite furono
narrate da Svetonio. L'alta qualità di queste copie di monete
fece sì che venissero spesso considerate autentiche, ma alimentò
anche un mercato di falsi intenzionali. Questa in particolare
è un sesterzio d'invenzione perché l'imperatore Otone non
coniò moneta in bronzo.
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