Archiweb- Biblioteca digitale dell'Archiginnasio Quell'amor d'antico
   
Presentazione

Bologna princeps Etruriae fra Sei e Settecento

Ovidio Montalbani

Thomas Dempster

Ferdinando Cospi e il suo Museo

Carlo Cesare Malvasia

Antiquari, eruditi, collezionisti

Luigi Ferdinando Marsili

Serafino Calindri

Giacomo Biancani Tazzi

Filippo Schiassi

La grande stagione archeologica bolognese

Pelagio Palagi

Giovanni Gozzadini e Maria Teresa di Serego-Allighieri

Congresso Internazionale di Antropologia e Archeologia Preistoriche, Bologna, 1871

Luigi Frati

Antonio Zannoni

Edoardo Brizio

Bibliografia

Giovanni Gozzadini e Maria Teresa di Serego-Allighieri

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Giovanni Gozzadini (1810-1887) fu presidente perpetuo della R. Deputazione di Storia Patria per le Province di Romagna, la quale aveva anche competenze di tutela archeologica. Nel 1853 scoprì in una sua tenuta agricola le prime tombe della necropoli di Villanova. Gli scavi eseguiti a spese del Gozzadini stesso, portarono allo scoprimento di 122 tombe. Nel 1862 avviò una campagna di scavi che portò alla scoperta del centro etrusco di Marzabotto. Nel 1878 fu nominato direttore generale del nuovo Museo Civico bolognese, inaugurato nel 1881.

     

Maria Teresa di Serego-Allighieri (1812-1881) ebbe grande influenza sul percorso culturale e politico del marito. Abile ed elegante disegnatrice, rilevò tombe e corredi ritrovati nei poderi di Villanova; improvvisatasi restauratrice, provvide a ripulire e restaurare i reperti archeologici frammentari.

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GIOVANNI GOZZADINI, Lettera al conte Benassù Montanari, Ronzano, 6 luglio 1853

"A caso è più d'un mese nella nostra Villanova fu rinvenuto un antico sepolcro formato da alcuni rozzi macigni e da un vaso fittile ossuario. …
Il risultato delle ricerche fatte finora è 35!...
La forma dei sepolcri e dei vasi non lascia dubbio che siano etruschi".
Giovanni Gozzadini dà la grande notizia al cugino Benassù: il 18 maggio 1853 nella sua tenuta di Villanova furono scoperte alcune tombe a cremazione che segnarono l'inizio della grande epopea archeologica bolognese. La campagna del 1853 che si concluse con la scoperta di ben 122 tombe, fu tutta a spese del conte Gozzadini quasi costantemente presente nell'area del "campo cemeteriale" assieme alla moglie Maria Teresa di Serego Allighieri, assistito spesso da Francesco Rocchi (professore di archeologia all'Università di Bologna) e da Luigi Frati (archeologo e conservatore del Museo antiquario dell'Università).

 

GIOVANNI GOZZADINI, Di un sepolcreto etrusco scoperto presso Bologna
Bologna, Soc. Tip. Bolognese e Ditta Sassi, 1854

"La relazione del mio scavo, che mi ha costate non so di quante noie, è già compiuta, il ms. sta per diventare una stampa, il dado è ormai tratto. E quale ne sarà il risultato?"
Così scriveva Gozzadini al cugino conte Benassù Montanari in una lettera del 18 settembre 1854, per annunciargli la pubblicazione della sua prima opera archeologica su Villanova. La novità dell'opera consisteva nell'ampia illustrazione, anche grafica, di un grandissimo numero di materiali appartenenti ad un sepolcreto con caratteristiche omogenee riferibili al "popolo degli Etruschi". Il volume ebbe una circolazione limitata agli addetti ai lavori e agli amici, ma fu subito oggetto di recensioni e presentazioni nelle principali riviste scientifiche del tempo, aprendo un ampio dibattito che sarebbe proseguito ben oltre la seconda campagna di scavi.


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GIOVANNI GOZZADINI, Verbali, note, descrizioni di oggetti, rilievi, disegni e altre notizie relative agli scavi suddetti compiuti a Villanova negli anni 1853-1855

Quadernetti di appunti che testimoniano il metodo di lavoro di Gozzadini, sempre presente sullo scavo con i suoi notes su cui appuntava anche il più piccolo particolare. Proprio perché si proponeva di fare una pubblicazione del sepolcreto annotava tomba per tomba gli oggetti che ne costituivano il corredo, l'orientamento e la posizione degli scheletri; faceva rilievi, schizzi, note, disegni dei pezzi con i relativi riferimenti sia spaziali che temporali.


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MARIA TERESA DI SEREGO-ALLIGHIERI, Corredo e tomba in cassa di ciottoli
Disegno a matita; mm. 300x230

In basso a destra annotazione manoscritta del Gozzadini "Disegnato dalla Nina dal vero a Villanova". Nella tomba a sinistra sono visibili l'ossuario con decorazione a meandri, piattelli e scodelle, alcune con decorazione a serpentelli impressi, due fibule a sanguisuga o a navicella con staffa allungata, un braccialetto a capi sovrapposti.

La Nina di cui si parla nell'annotazione sul disegno è la moglie di Gozzadini, Maria Teresa di Serego-Allighieri, una cugina veronese che il conte sposò nel 1841 e che avrebbe avuto un ruolo fondamentale sia nella sua vita privata che in quella pubblica e scientifica.
Maria Teresa, famigliarmente detta Nina, partecipò molto attivamente alle operazioni di scavo di Villanova disegnandone molte tombe, ricomponendo quasi tutto il vasellame recuperato, che fu portato nella loro villa di Ronzano per essere studiato e restaurato.


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MARIA TERESA DI SEREGO-ALLIGHIERI, Cinque vasi etruschi
Disegno a matita; mm. 350x220

In basso a destra annotazione manoscritta del Gozzadini "Disegnato dalla Nina dal vero a Villanova". Le note esplicative di mano del Gozzadini sono forse propedeutiche alla pubblicazione dei pezzi. Il vaso biconico n. 10 reca l'annotazione "l'ho io".


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GIOVANNI GOZZADINI, Scavo di Villanova. 1°scavo 18 Mag. 1853

A sinistra Pianta approssimativa di tutta l'area scavata dal 1853 al 1855 con le misure in piedi bolognesi, a destra pianta di un settore del sepolcreto con le tombe 36 - 54 (7° scavo, 14 settembre 1853). In basso note esplicative. Si tratta di un fascicolo manoscritto di 22 carte, esempio della metodologia di lavoro di Gozzadini nello scavo di Villanova. In esso il Conte archeologo appunta, con la precisione e l'accuratezza che gli sono propri, i vari scavi e le relative date, dal primo del 18 maggio 1853 al tredicesimo del 14 ottobre, con tutto quello che affiorava e di cui dava descrizione accurata, misure, schizzi. In ultima pagina c'è questa Pianta approssimativa di tutta l'area scavata con l'indicazione topografica dell'ubicazione dei vari tumuli.


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Marzabotto - Sepolcreto nord in corso di sistemazione
Fotografia, mm. 160X230

Al centro le casse tombali - di lastre di travertino, originariamente interrate e segnalate da ciottoli o colonnette di pietra - che furono ricostruite fuori terra senza nessuna corrispondenza topografica con la posizione originaria; a sinistra sul fondo è visibile villa Aria.


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GIOVANNI GOZZADINI, Marzabotto - Pozzi sepolcri N. 5 e N. 6 (presso la casa di Misano)

Fascicolo manoscritto in cui Gozzadini descrive quelli che lui definiva pozzi-sepolcri. Avendo trovato nell'area di Marzabotto alcuni pozzi contenenti scheletri si era convinto che costituissero un particolare tipo di sepoltura a inumazione. Più tardi si capì che non erano altro che pozzi per acqua, usati come luoghi di sepoltura solo in una fase di abbandono della città etrusca.


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GIOVANNI GOZZADINI, Marzabotto
Podio D in corso di scavo

Disegno a penna bleu eseguito dal Gozzadini nel 1865. Documenta i lavori di sterro fatti eseguire da Pompeo Aria nell'acropoli della città etrusca di Marzabotto di cui ancora però non si conosceva l'esistenza. I resti del grande podio con rivestimento di travertino non vennero abbattuti per merito di Gozzadini che lo riteneva, anche se erroneamente, il basamento di una tomba ricoperta da un tumulo di terra. Nella realtà il podio era parte del complesso degli edifici di culto dell'acropoli.

 

Vaso etrusco

Disegno a matita acquerellato del frammento di un cratere etrusco a figure rosse proveniente dagli scavi di Marzabotto, con disegno a penna della ricostruzione del profilo del vaso.


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Marzabotto - Pianta degli edifici dell'acropoli
Disegno a penna e a matita, acquerellato, con annotazioni autografe del Gozzadini, circa 1864.

La pianta in scala 1:200 documenta lo stato delle strutture murarie messe in luce fino a quel momento. Gozzadini interpretò gli edifici come tombe monumentali, ma nella realtà essi corrispondono, partendo dal basso a sinistra, ad un muro di terrazzamento, ad un podio con scala di accesso, ad un grande tempio a tre celle, a un piccolo podio con pozzo e scala di accesso, ad un edificio templare di ignote dimensioni.


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"Monitore di Bologna. Giornale politico quotidiano", anno XII, n. 341, 7 dicembre 1871

Il "Monitore di Bologna", quotidiano da sempre ostile a Gozzadini, pubblica su questo numero un'accusa infamante nei confronti del Conte, che definisce offensivamente "archeologo e preistorico dilettante". Secondo la testata, Gozzadini, che si era visto demolire a livello scientifico la tesi di Marzabotto-necropoli, avrebbe operato un'illegalità, cioè convinto il cav. Aria a celare, sotterrandole, le tracce dell'abitato.

 

MARIA TERESA DI SEREGO-ALLIGHIERI, Lettera a Giovanni Capellini, Roma Albergo Europa alla Trinità dei Monti, 8 dicembre 1871

I coniugi Gozzadini si trovano in quei giorni a Roma e l'amico Giovanni Capellini invia il numero incriminato del "Monitore" a Maria Teresa Gozzadini che ne rimane sconvolta, amareggiata e soprattutto preoccupata che una tale notizia possa far ammalare il marito. All'insaputa del conte quindi, con energia e autorevolezza, chiede l'aiuto di Capellini per una ricusazione dell'accusa da parte di Pompeo Aria.


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"Monitore di Bologna. Giornale politico quotidiano", anno XII, n. 343, 9 dicembre 1871

Smentita da parte del cav. Pompeo Aria che dichiara assolutamente false le notizie giunte al quotidiano "non si sa di dove né da chi".

 

MARIA TERESA DI SEREGO-ALLIGHIERI, Lettera a Giovanni Capellini, Roma 12 dicembre 1871

Maria Teresa di Serego Allighieri non è completamente soddisfatta della smentita di Aria, a suo parere non sufficientemente energica e incisiva da fugare qualsiasi tipo di dubbio. Inoltre, piccata, proseguendo lo sfogo con Capellini "...in tale circostanza (Aria) poteva aggiungere due parole rispettose verso chi à fatto tanto per Marzabotto, ed à messo in luce un nome di famiglia più che ignota".

 


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