Giovanni Gozzadini nacque a Bologna il 15 ottobre 1810 dal conte Giuseppe
e da Laura Papafava, di famiglia patrizia veneta. Educato privatamente,
studiò archeologia con Filippo Schiassi. Il 26 aprile 1841
sposò la cugina, la contessa Maria Teresa di Serégo
Allighieri. Partecipò come liberale alla vita politica cittadina,
sia nel 1859 facendo parte dell'Assemblea generale delle Romagne e
del consiglio comunale, sia dopo il 1860 venendo eletto senatore del
Regno. Fu anche presidente perpetuo della R. Deputazione di Storia
Patria per le Province di Romagna, la quale aveva anche competenze
di tutela archeologica.
Il 18 maggio 1853 il Gozzadini scoprì in una sua tenuta agricola
le prime tombe della necropoli di Villanova. Gli scavi furono eseguiti
a spese del Gozzadini stesso, con la sorveglianza della Commissione
ausiliaria di antichità e belle arti, rappresentata da Francesco
Rocchi, e con il costante aiuto della moglie e di Luigi Frati, conservatore
del Museo antiquario dell'Università. La prima campagna, che
portò allo scoprimento di 122 tombe, e la seconda, furono illustrati
in un'importante pubblicazione edita nel 1855.
Nel 1862 il Gozzadini avviò a Marzabotto, nell'Appennino bolognese,
una campagna di scavi in un terreno di Giuseppe Aria, proprietario
terriero e collezionista di materiali archeologici, che portò
alla scoperta del centro etrusco di Marzabotto.
Nel 1871 presiedette a Bologna il V
Congresso internazionale di Antropologia e Archeologia Preistoriche
e tenne il discorso inaugurale. In quella occasione non ebbe successo
l'interpretazione che Gozzadini aveva dato dei ritrovamenti di Marzabotto,
cioè che si trattasse di una necropoli, mentre fu accolta la
sua teoria di continuità etnica etrusca tra le culture di Villanova-Marzabotto-Certosa.
Il 7 gennaio 1878 fu nominato direttore generale del nuovo Museo Civico
bolognese, che, arricchito dalle collezioni del Museo universitario
di Antichità, fu inaugurato nel 1881.
Morì a Bologna il 25 giugno 1887. La sua collezione archeologica,
la raccolta di armi, la biblioteca e l'archivio
di famiglia vennero donati dalla figlia al Comune di Bologna e
collocati nella Biblioteca Comunale dell'Archiginnasio, e solo nel
1960 i reperti archeologici sono stati trasferiti nel Museo Civico
Archeologico.
Sua moglie Maria Teresa nacque l'8 dicembre 1812 dal conte Federico
e dalla contessa Anna da Schio di Vicenza. Istruita dai poeti e letterati
della cerchia materna, sia a Verona che nella villa di Gargagnago,
riuniva un salotto letterario liberale, frequentato fra gli altri
da Ippolito Pindemonte.
Dopo aver compiuto un viaggio di istruzione con il padre in Italia
centrale, soprattutto visitando luoghi etruschi, il 26 aprile 1841
sposò il cugino Giovanni Gozzadini e si trasferì con
lui a Bologna.
Nel settembre 1848 il Gozzadini acquistò il fabbricato del
soppresso eremo di Ronzano per trasformarlo in residenza per la moglie,
che lo preferiva alla città. La villa, oltre a ospitare un
cenacolo culturale che radunava attorno alla padrona di casa le migliori
intelligenze del tempo (tra cui Aleardo Aleardi e Giosue Carducci,
Marco Minghetti e Alberto Mario, nonché Giovanni Capellini),
fu sottoposta a un accurato restauro.
Di orientamento liberale come il marito, fu fortemente contraria all'occupazione
austriaca di tanti territori del Nord italiano, tanto che fu per sua
veemente richiesta che, in occasione delle luminarie con cui il 10
settembre 1851 si celebrò il ritorno degli Austriaci a Bologna,
la villa di Ronzano rimase l'unica residenza patrizia sui colli ostentatamente
buia.
Grande influenza ebbe sul percorso culturale e politico del marito,
che aiutò a elaborare i suoi numerosi studi. Abile ed elegante
disegnatrice, rilevò tombe e corredi ritrovati nei poderi di
Villanova; improvvisatasi restauratrice, provvide a ripulire e restaurare
i reperti archeologici frammentari.
Morì il 24 settembre 1881, alla vigilia dell'inaugurazione
del Museo Civico Archeologico, per la quale il marito doveva tenere
l'orazione inaugurale, e dell'apertura del Congresso Geologico Internazionale.
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