Si tratta del primo studio sistematico
di un dirigibile mosso da terra da una macchina a vapore,
adatto ad essere impiegato nei luoghi che non possono
essere raggiunti né da ferrovie né da
navi a vapore.
Dopo un’introduzione che fa il punto dello stato
dell’arte e che sfata alcuni pregiudizi, il lavoro
tratta la convenienza nell’impiegare un sistema
galleggiante nell’aria, la forma più adatta
della nave aerea, la necessità di avere grandi
dimensioni, la potenza da impiegare per il movimento
etc.
Filopanti pensa di poter trasportare, senza impianti
fissi e a bassi costi, un elevato numero di persone
da una costa all’altra degli Stati Uniti. Vede
infatti gli emigrati europei addensati sulla costa est
e vede il grande vantaggio che ne avrebbero se avessero
potuto coltivare le pianure interne fino ad arrivare
alla costa ovest.
Discute la cosa ad alto livello e pensa di poter costruire
una nave aerea per trasportare 328 persone, di forma
oblunga di 292 metri a sezione circolare di diametro
pari a 36 metri, riempita d’aria ad una temperatura
di 170 °C più alta rispetto all’aria
esterna. Calcola che con una velocità di circa
18 Km/ora, può essere trainata da una trattrice
di 179 KW. Stima il costo approssimativo inferiore a
20,000 $ di allora. Anche in questo caso, costruisce
un prototipo in scala, si preoccupa di analizzare tutti
i dettagli e afferma di voler devolvere il ricavato
dell’invenzione a beneficio degli emigrati europei.
Scheda a cura di Pier Gabriele Molari
> Airship_small FULL TEXT
> AirShipFinale
- Pier Gabriele Molari (PDF)
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Filopanti si era già interessato
all’utilizzo delle mongolfiere in Italia, nei
primi anni Quaranta. Questo passo è tratto
da un articolo dei «Nuovi Annali delle Scienze
Naturali», a. IV (1842), tomo VII, p. 48. |
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Filopanti continuò con gli
studi e le sperimentazioni sulla navigazione aerea
anche negli anni successivi al ritorno dagli Stati
Uniti, come dimostra questa pagina presa da un suo
taccuino dell’ottobre 1870. |
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