Esuli
Attraversavano a piedi il confine con la Svizzera
e con la Francia, dove molti si fermavano. Altri
continuavano il viaggio, disperdendosi verso il
Belgio, i Paesi Bassi, lInghilterra. Molti
salivano su piccole imbarcazioni dirette in Spagna,
in Corsica, in Grecia, a Malta e verso il Nordafrica,
in particolare Egitto, Tunisia, Algeria. Dai grandi
velieri e poi dai primi piroscafi sbarcavano in
America del Nord e in America Latina.
Furono migliaia gli italiani cha dalla fine del
XVIII secolo al 1860 scelsero o furono costretti
a lasciare lItalia, perché non sopportavano
di vivere sotto governi dispotici o per sfuggire
al carcere e alle persecuzioni. Molti non tornarono.
Alcuni morirono combattendo in America Latina, in
Spagna e in Grecia, come Santorre di Santarosa,
caduto nel 1824 sullisola di Sfacteria nella
lotta contro gli ottomani. Altri si integrarono
nella realtà del paese che li aveva ospitati,
ricoprendo importanti incarichi nelle pubbliche
amministrazioni, come Antonio Panizzi, che divenne
principal librarian della biblioteca del British
Museum e morì a Londra nel 1879.
La maggior parte degli esuli continuò a sperare
nel ritorno in una patria libera da dittature e
da occupazioni militari straniere, organizzandosi
intorno a figure carismatiche come Giuseppe Mazzini,
ma per molti lattesa del ritorno fu lunga,
dolorosa e contrassegnata da innumerevoli sconfitte
e cocenti delusioni.
Se Filippo Buonarroti, uno degli esponenti più
importanti del giacobinismo italiano, può
essere considerato tra i primi emigrati politici
del Risorgimento (abbandonò lItalia
allepoca della Rivoluzione francese per rifugiarsi
in Corsica), è Ugo Foscolo che con il suo
esempio e grazie alla sua fama, partendo da Milano
per la Svizzera nel 1815 «...diede alla nuova
Italia una nuova istituzione: lesilio!».
Ma con Foscolo siamo ancora allepoca della
Restaurazione, mentre sono i moti napoletani e piemontesi
del 1820 e del 1821 che causano il primo esodo di
massa, la prima grande ondata di esuli dallItalia.
Dopo dieci anni, con il fallimento dei moti del
1831, una nuova ondata di fuoriusciti raggiunge
gli esuli costretti alla fuga dieci anni prima,
rafforzando la presenza italiana in molti paesi
europei, in particolare in Francia, raggiunta da
circa cinquemila fuoriusciti tra il 1831 e il 1834,
in Nordafrica e nelle Americhe.
Ad ogni fallimento dei moti insurrezionali, seguiva
dunque lesilio di centinaia di uomini che
per evitare le persecuzioni poliziesche abbandonavano
la famiglia, il lavoro e il loro paese, senza sapere
se e quando sarebbero ritornati.
Le vicende del 1848-1849 costrinsero altri combattenti
a lasciare lItalia, e tra questi vi era anche
Quirico Filopanti, il cui ruolo di primo piano nellesperienza
della Repubblica Romana non gli dava alternative:
o la fuga o il carcere.
Una volta allestero lesule doveva procurarsi
di che vivere, dato che non sempre gli aiuti, che
provenivano dalle organizzazioni dei fuoriusciti
e dai sostenitori alla causa italiana presenti in
ogni paese, consentivano di vivere decentemente.
Il ritorno di Filopanti in Italia coincise con la
fine della funzione storica dellemigrazione
politica risorgimentale, iniziatasi circa sessantanni
prima.
Le migliaia di esuli, pur divisi tra loro, costretti
ad operare in condizioni difficili e sparsi in vari
continenti, dettero un contributo fondamentale al
Risorgimento, non solo per le iniziative politico-militari
che seppero mettere in campo, ma anche per il loro
ruolo culturale e morale nelle piccole patrie create
in tanti paesi del mondo, dove si guadagnarono il
sostegno di vasti settori dellopinione pubblica.
Lemigrazione politica, che coinvolse tutti
i principali protagonisti del Risorgimento, riveste
dunque un ruolo di primo piano nelle vicende che
portarono allUnità dItalia. |
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Edoardo Matania, Giuseppe Mazzini sulla via dellesilio
(1831), Milano, Treves, 1889.
Antonio Ciseri, Lesule (1860-1870), Olio
su tela. Lugano, Museo Civico di Belle Arti.
Le direttrici internazionali più seguite dagli
italiani in esilio.
La zona degli Stati Uniti che accolse il maggior numero
di esuli italiani.
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Ignazio Cantù,
Litaliano in viaggio per Londra. Guida indispensabile
per compiere questa gita con minore spesa e maggiore profitto
[...] con notizie storiche, corografiche, economiche delle
varie località e Piani speciali per visitar Londra
e Parigi, pubblicata nella circostanza della Grande Esposizione,
Milano, Vallardi, 1851. |
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La
cartina inserita allinterno del volume, contenente
gli itinerari via terra che potevano seguire gli italiani
diretti a Londra. |