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«Di
Filopanti, dopo le notizie che io ebbi dal sig. Spear
sin prima del Natale, [
] quella cioè che
esso veniva in Europa perché doveva trovarsi verso
la fine dellanno in Parigi, nullaltro ho saputo
sinora. Io non gli scrivo, perché non saprei dove
dirigere la lettera. Attenderò che egli stesso
mi scriva. Intanto ho pregato il signor Spear, che appena
Filopanti giunge in Londra, me ne renda avvertita».
Questo è quanto riferiva Enrica Filopanti
in una lettera ad Antonio Giordani del 28 gennaio 1852.
Non si sa per quale motivo, ma verso la fine del 1851
Filopanti abbandonò gli Stati Uniti per trasferirsi
in Inghilterra. Forse fu per necessità economiche,
come in seguito accennerà lui stesso alla moglie
in una lettera del giugno 1852, nella quale diceva: «In
Italia non si ha una giusta idea delle condizioni degli
emigrati agli Stati Uniti: colà non vi fanno fortuna
che quelli che hanno in pronto unabilità
manuale e meccanica da esercitare. Letterati, impiegati,
professori e simili dallo straniero non hanno alcuna probabilità
di collocamento. Io sono vissuto colà, perché
in vista della posizione particolare che ho occupato in
Italia, vi era chi di tempo in tempo mi portava a casa
del denaro, a nome di persone che non volevano essere
nominate: ma però siccome il vitto e sopra tutto
lalloggio è carissimo, invece di poter risparmiare
qualche cosa, mi è piuttosto mancato il necessario».
Immagini di Londra nel XIX secolo, tratte da: The City
of London. A book reprinted from the special number of
The Times
O forse ancora fu per motivi politici. Il 13 dicembre
del 1851, infatti, il rappresentante del regno sardo a
Washington inviò un dispaccio confidenziale a Cavour
nel quale indicava i nomi di quei mazziniani, esuli negli
Stati Uniti, che erano considerati pericolosi per la politica
sabauda: nella lista compariva anche il nome di Filopanti.
Sarebbe quindi plausibile la richiesta di una sua espulsione
da parte dei Piemontesi al governo americano. A sostenere
questa ipotesi cè quanto scrisse la moglie
di Filopanti in una lettera a Giordani del 1° maggio
1852: «Ieri, per lettera di
un Signore che conobbi in Roma e che dimora adesso in
Sardegna, [forse proprio quel Paolo Bovi Campeggi, compagno
di Garibaldi nellesilio americano, il quale nel
1851 era rientrato in Italia accettando un incarico di
ingegnere civile nelle saline in Sardegna n.d.r.], ho
ricevuto novelle di Filopanti che, se fossero vere sarebbero
assai triste. Eccole lo stesso paragrafo di quel Signore:
Un mese fa ebbi nuove dallAmerica del 25 di
dicembre 1851 dalle quali avrei rilevato essere stato
arrestato suo Marito e poscia costretto allimmediato
sfratto dagli Stati Uniti; al qual comando avendo lui
opposto delle ragioni, lavrebbero consegnato sopra
un vapore che portar lo dovesse in Inghilterra.
Filopanti come Ella sa, nellottobre del 51 scrisse
al signor Spear che partiva da Rhode-Island per recarsi
in Francia. Dallora in poi non ha più scritto
né al signor Spear né a me».
Comunque siano andate le cose, verso la fine del 1851
Filopanti si trovava già a Londra, dove cominciò
a frequentare il folto gruppo degli esuli italiani là
presente, tra i primi Giuseppe Mazzini, come testimoniano
numerose lettere che i due si scambiarono in quel periodo.
Tra laltro, il suo primo domicilio londinese fu
proprio al numero 10 di Southampton Street, presso la
sede della Società degli Amici dItalia. In
seguito trasferì il suo domicilio al 26 di University
Street.
Finalmente, dopo sei mesi, diede notizie di sé
in Italia: «Sono nella gioia
per doverle annunziare che mi è giunta una di Filopanti,
che questi è in Londra, che presto pubblicherà
unopera, che infine è abbastanza pago del
presente e lieto poi del pensiero dellavvenire»
(da una lettera di Enrica Filopanti ad Antonio Giordani
del giugno 1852).
A Londra Filopanti riprese i suoi studi, dandosi da fare
su più fronti. Così scriveva in una lettera
alla moglie del giugno 1852: «Ieri
ho portato alla Società degli Amici dItalia
un lavoro che deve essere pubblicato a giorni e che ha
per titolo: The misteries of the dates of the revolutions
of ancient Rome, of France, of England and of modern Italy
(letteralmente: La storia delle date delle rivoluzioni
dellantica Roma, di Francia, dInghilterra
e della moderna Italia). Aveva preparato un più
lungo lavoro in francese, ma la catastrofe del 2 dicembre
[il colpo di stato di Luigi Napoleone Bonaparte, presidente
della Seconda Repubblica francese, che si autoproclamò
imperatore col nome di Napoleone III n.d.r.] mi ha tolto
di pubblicarlo. Questo sarà seguito da un altro
lavoro più lungo: The secret history of Roma (La
storia segreta di Roma). Poscia mi dedicherò interamente
alle invenzioni».
Pur provando a procacciarsi di che vivere in tutti i modi,
la sua situazione economica continuava a essere sempre
sullorlo dellindigenza: «Soltanto
il giorno stesso in cui mi scrisse lultima sua,
dopo sei mesi e più che è in Londra, ha
ricevuto una lettera di una signorina che desidera da
lui lezioni di italiano. Ne prenderà due alla settimana,
e pagherà 12 paoli per lezione di unora di
durata. Dice che il trovare degli scolari è più
difficile che non possiamo immaginare» (da
una lettera di Enrica Filopanti ad Antonio Giordani del
9 febbraio 1853).
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