Archiweb- Biblioteca digitale dell'Archiginnasio Quell'amor d'antico
   
Presentazione

Bologna princeps Etruriae fra Sei e Settecento

Ovidio Montalbani

Thomas Dempster

Ferdinando Cospi e il suo Museo

Carlo Cesare Malvasia

Antiquari, eruditi, collezionisti

Luigi Ferdinando Marsili

Serafino Calindri

Giacomo Biancani Tazzi

Filippo Schiassi

La grande stagione archeologica bolognese

Pelagio Palagi

Giovanni Gozzadini e Maria Teresa di Serego-Allighieri

Congresso Internazionale di Antropologia e Archeologia Preistoriche, Bologna, 1871

Luigi Frati

Antonio Zannoni

Edoardo Brizio

Bibliografia

Antonio Zannoni

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Antonio Zannoni nacque a Faenza il 29 dicembre 1833. Nel 1859 si laureò all'Università di Roma in Filosofia e Matematica; nel 1861 si trasferì a Bologna dove conseguì il titolo di ingegnere e architetto alla Scuola di applicazione degli Ingegneri.
Assunto dal Comune di Bologna in qualità di primo assistente dell'Ufficio Tecnico su proposta dell'ingegnere capo Coriolano Monti, gli succedette nel ruolo a partire dal 1874. Il primo contatto di Zannoni con i resti antichi della città avvenne nel 1862, quando la Giunta comunale lo incaricò di ricercare il tracciato dell'antico acquedotto romano per riattivarlo e ripristinarne l'uso.

Mentre era impegnato in lavori nel Cimitero comunale della Certosa, il 23 agosto 1869 venne scoperta casualmente nel Chiostro delle Madonne una tomba etrusca. Tale fortunato rinvenimento - in tre anni furono scoperte 421 tombe - costituì l'avvio dell'interesse per la storia più antica della città e fu incentivo determinante per la realizzazione del Museo Civico che verrà inaugurato nel 1871.
Fra 1876 e 1884 Zannoni pubblicò i risultati di questi ritrovamenti nell'opera Gli scavi della Certosa di Bologna, che costituisce tuttora uno strumento valido e completo per l'accuratezza descrittiva e il ricco apparato illustrativo.

Seguendo i lavori pubblici nella sua veste di Ingegnere Capo del Comune, si occupò di molti altri scavi archeologici, dall'abitato di capanne rilevato nell'attuale centro storico, dove portò in luce anche il ripostiglio della fonderia di Piazza San Francesco, ai sepolcreti Benacci, Arnoaldi, Tagliavini, Stadello della Certosa, De Lucca.

Fece parte per molti anni della Commissione conservatrice dei monumenti di Bologna e insegnò nella scuola serale comunale delle Arti Costruttive, da lui fondata. Dal 1883, conseguita la libera docenza in Architettura tecnica, insegnò Ornato e architettura all'Università e Architettura tecnica nella Regia Scuola d'Ingegneria di Bologna. Dal 1890 al 1895 venne eletto Consigliere comunale di Bologna e in seguito ricoprì altre cariche politiche in Romagna.

Morì a Ceretolo, presso Bologna, il 17 agosto 1910.

 
 

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