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Giacomo Biancani Tazzi
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Giacomo Biancani Tazzi, nato a Bologna
il 27 ottobre 1729 da una famiglia di cultura inserita
anche nel governo cittadino, studiò alla scuola
di Giovan Luigi Mingarelli, lettore di Greco nell'Università,
e di Gian Battista Bianconi, custode del Museo di Antichità
dell'Istituto delle Scienze.
Inizialmente, fra il 1748 e il 1755, i suoi interessi
si rivolsero alle scienze fisiche e naturalistiche, sfociati
in numerose memorie da lui presentate all'Accademia delle
Scienze dell'Istituto a partire dal 1759, anno della sua
ammissione.
Dal 1755 si dedicò in particolare agli studi antiquari,
iniziando ad interessarsi delle antichità conservate
nel Museo e riuscendo ad ottenere la nomina a sostituto
del Bianconi nel 1762.
Nel 1764 ottenne la cattedra di Greco nello Studio, e
nel 1779 divenne professore di Antichità nell'Istituto
delle Scienze.
Nelle sue lezioni esaltò il valore della numismatica
per la conoscenza dell'antichità e si avvalse anche
delle contemporanee scoperte pompeiane ed ercolanesi.
Non trascurò di trattare del significato degli
oggetti e dei monumenti dell'arte etrusca, a cui dedicò
l'opera monumentale De pateris antiquorum,
pubblicata postuma nel 1814 a Bologna da Filippo
Schiassi, suo successore come custode del Museo di
antichità, che ricopiò con poche variazioni
le schede manoscritte del Biancani.
La fama del Biancani è affidata a pochissimi scritti
a stampa, ma ad un amplissimo giro di corrispondenza con
numerosi studiosi del tempo, fra cui Giovanni Fantuzzi,
Gaetano Marini, Annibale Abati Olivieri, Mauro Sarti e
Girolamo Tiraboschi.
Nella Biblioteca dell'Archiginnasio si conserva il fondo
speciale Giacomo Biancani Tazzi, che in dodici cartoni
contiene, tra l'altro, carteggio, gli schemi delle lezioni
da lui pronunciate all'Università ed all'Istituto,
note archeologiche e toponomastiche, carte di numismatica
e, in particolare, di epigrafia.
Morì il 9 novembre 1789 a Bologna e fu sepolto
nella chiesa di San Bartolomeo. |
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