Luigi Ferdinando Marsili nacque
a Bologna il 10 luglio 1658 dal conte Carlo e da Margherita
Ercolani. Non condusse studi regolari, tuttavia seguì
come uditore, nell'Università di Bologna, le
lezioni del medico e biologo Marcello Malpighi, del
matematico Geminiano Montanari e del botanico Lelio
Trionfetti. Tra il 1674 e il 1679 compì viaggi
di studio: nel 1677 a Roma, ospite dello zio Alfonso
Ercolani, fu introdotto negli ambienti della corte pontificia;
a Napoli visitò il Vesuvio e le zolfatare di
Pozzuoli; nella città portuale di Livorno maturò
l'interesse per i commerci marittimi e per i paesi del
Levante.
Nel 1679 si aggregò al seguito dell'ambasciatore
della Serenissima a Costantinopoli, città nella
quale coltivò interessi geografico-naturalistici.
Scampato nella penisola balcanica
a una forma leggera di peste, decise di dedicarsi al
mestiere delle armi. Arruolato nel 1682 nell'esercito
imperiale di Leopoldo I d'Asburgo con il grado di sergente,
venne inviato nella fortezza di Giavarino (Györ),
minacciata da Ungheresi e Turchi. Fu preso prigioniero
l'anno seguente sotto le mura di Vienna; riuscì
a fuggire e partecipò alle operazioni per la
presa della fortezza di Buda, mettendosi in luce per
la sua conoscenza delle fortificazioni e delle artiglierie;
lungo il corso del Danubio, in Ungheria, continuò
le sue osservazioni naturalistiche e archeologiche e
si procurò libri e manoscritti rari.
La sua carriera militare fu bruscamente
interrotta nel 1703, quando, per gli intrighi della
corte asburgica, fu processato come corresponsabile
della resa della fortezza di Breisach, fatto che gli
costò la degradazione e la confisca dei beni.
Tornato a Bologna, fondò e ospitò nel
suo palazzo di famiglia, in via San Mamolo (D'Azeglio),
l'Accademia degli Inquieti; poi, nel 1712, con l'appoggio
del pontefice Benedetto XIV, fondò l'Istituto
delle Scienze, nel palazzo che era stato della famiglia
Poggi e che ora è sede dell'Università,
per favorire lo sviluppo degli studi scientifici, gravemente
carenti nel corso di studi previsti nell'Università
bolognese.
La sua ricca collezione di documenti,
libri, oggetti e curiosità naturali, reperti
archeologici, accumulata durante i viaggi in Europa
e nel bacino del Mediterraneo, divenne lo straordinario
corredo didattico dell'Istituto. Qui, nella "Stanza
delle Antichità", furono collocati i reperti
archeologici raccolti e acquistati da Marsili a Roma,
in Etruria e nell'Italia Meridionale, che dovevano "servire"
come veri e propri strumenti di laboratorio e di ricerca,
per una fruizione empirica e sperimentale oltre che
per dissertazioni erudite sugli usi e i costumi degli
antichi. Le "anticaglie" marsiliane, insieme
alle raccolte Aldrovandi e Cospi
che vi saranno unite nel 1743, costituiscono il nucleo
originario del Museo Civico Archeologico.
Morì a Bologna l'1 novembre
1730.
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