Archiweb- Biblioteca digitale dell'Archiginnasio Quell'amor d'antico
   
Presentazione

Bologna princeps Etruriae fra Sei e Settecento

Ovidio Montalbani

Thomas Dempster

Ferdinando Cospi e il suo Museo

Carlo Cesare Malvasia

Antiquari, eruditi, collezionisti

Luigi Ferdinando Marsili

Serafino Calindri

Giacomo Biancani Tazzi

Filippo Schiassi

La grande stagione archeologica bolognese

Pelagio Palagi

Giovanni Gozzadini e Maria Teresa di Serego-Allighieri

Congresso Internazionale di Antropologia e Archeologia Preistoriche, Bologna, 1871

Luigi Frati

Antonio Zannoni

Edoardo Brizio

Bibliografia

Luigi Ferdinando Marsili

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Luigi Ferdinando Marsili nacque a Bologna il 10 luglio 1658 dal conte Carlo e da Margherita Ercolani. Non condusse studi regolari, tuttavia seguì come uditore, nell'Università di Bologna, le lezioni del medico e biologo Marcello Malpighi, del matematico Geminiano Montanari e del botanico Lelio Trionfetti. Tra il 1674 e il 1679 compì viaggi di studio: nel 1677 a Roma, ospite dello zio Alfonso Ercolani, fu introdotto negli ambienti della corte pontificia; a Napoli visitò il Vesuvio e le zolfatare di Pozzuoli; nella città portuale di Livorno maturò l'interesse per i commerci marittimi e per i paesi del Levante.
Nel 1679 si aggregò al seguito dell'ambasciatore della Serenissima a Costantinopoli, città nella quale coltivò interessi geografico-naturalistici.

Scampato nella penisola balcanica a una forma leggera di peste, decise di dedicarsi al mestiere delle armi. Arruolato nel 1682 nell'esercito imperiale di Leopoldo I d'Asburgo con il grado di sergente, venne inviato nella fortezza di Giavarino (Györ), minacciata da Ungheresi e Turchi. Fu preso prigioniero l'anno seguente sotto le mura di Vienna; riuscì a fuggire e partecipò alle operazioni per la presa della fortezza di Buda, mettendosi in luce per la sua conoscenza delle fortificazioni e delle artiglierie; lungo il corso del Danubio, in Ungheria, continuò le sue osservazioni naturalistiche e archeologiche e si procurò libri e manoscritti rari.

La sua carriera militare fu bruscamente interrotta nel 1703, quando, per gli intrighi della corte asburgica, fu processato come corresponsabile della resa della fortezza di Breisach, fatto che gli costò la degradazione e la confisca dei beni.
Tornato a Bologna, fondò e ospitò nel suo palazzo di famiglia, in via San Mamolo (D'Azeglio), l'Accademia degli Inquieti; poi, nel 1712, con l'appoggio del pontefice Benedetto XIV, fondò l'Istituto delle Scienze, nel palazzo che era stato della famiglia Poggi e che ora è sede dell'Università, per favorire lo sviluppo degli studi scientifici, gravemente carenti nel corso di studi previsti nell'Università bolognese.

La sua ricca collezione di documenti, libri, oggetti e curiosità naturali, reperti archeologici, accumulata durante i viaggi in Europa e nel bacino del Mediterraneo, divenne lo straordinario corredo didattico dell'Istituto. Qui, nella "Stanza delle Antichità", furono collocati i reperti archeologici raccolti e acquistati da Marsili a Roma, in Etruria e nell'Italia Meridionale, che dovevano "servire" come veri e propri strumenti di laboratorio e di ricerca, per una fruizione empirica e sperimentale oltre che per dissertazioni erudite sugli usi e i costumi degli antichi. Le "anticaglie" marsiliane, insieme alle raccolte Aldrovandi e Cospi che vi saranno unite nel 1743, costituiscono il nucleo originario del Museo Civico Archeologico.

Morì a Bologna l'1 novembre 1730.



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Credits | Data di creazione: dicembre 2011 | Informativa sui cookie
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