Edoardo Brizio nacque a Torino
il 3 marzo 1846, da una famiglia di commercianti originaria
di Bra. Nel 1868, dopo due anni nell'università
torinese dove seguì le lezioni di Ariodante Fabretti,
fu ammesso alla Prima Scuola Archeologica Italiana,
con sede a Pompei. Concluso il triennio pompeiano, nel
1871 fu incaricato dal Comune di Bologna della redazione
del catalogo di alcune sezioni del neonato Museo Civico,
il cui progetto era stato affidato al suo primo maestro
Ariodante Fabretti.
Nel 1872 si trasferì a Roma,
dove fu assunto come segretario della Soprintendenza
agli Scavi e alla Conservazione dei Monumenti della
Provincia di Roma. Rientrato da un soggiorno di studi
in Grecia, nel 1875 fu nominato Ispettore dei Musei
e degli Scavi della Direzione Generale degli Scavi di
Antichità.
L'anno seguente fu chiamato dall'Università
di Bologna a ricoprire la cattedra di Archeologia e
Numismatica, nonostante l'opposizione della cultura
ufficiale cittadina e di Giovanni Gozzadini in particolare,
e insieme l'incarico di direttore del Museo dell'Università.
Dal 1881, quando fu inaugurato il nuovo Museo Civico,
ne divenne direttore della sezione archeologica. Nello
stesso periodo fu nominato socio corrispondente e dal
1886 socio attivo della Deputazione di Storia Patria
per le Province di Romagna. Alla morte di Giovanni Gozzadini,
nel 1887, gli succedette nella carica di Direttore Generale
del Museo Civico e di Commissario degli Scavi di Antichità.
Da quel momento poté ampliare il raggio dei suoi
scavi dalla sola Bologna all'intera Emilia-Romagna e
alle Marche.
La sua concezione dell'archeologia
era quella di una scienza strettamente ancorata ai monumenti
e ai materiali dell'antichità, tanto che spesso
faceva lezione nelle sale del museo e promuoveva visite
di istruzione ai luoghi di scavo. Nell'insegnamento
universitario si dedicò all'arte e all'archeologia
classica, nell'attività scientifica e di scavo
all'archeologia italica, senza dimenticare la paletnologia.
Ebbe cinque figli dalla moglie,
Adelaide Ballatore, di cui Eugenia sposò l'archeologo
Augusto Negrioli, che era stato allievo e poi assistente
di Brizio.
Morì a Bologna il 5 maggio
1907.
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