Durante il periodo di esilio a Londra,
Filopanti scrisse tantissimo ai giornali inglesi, intervenendo
sugli argomenti più disparati, dalla politica,
alla storia, alle scienze, teoriche e pratiche. Si fece
notare ai lettori, in particolare, per i suoi interventi
fortemente polemici.
Il 21 marzo del 1853 Filopanti scrisse a «The
Daily News» per ringraziare pubblicamente il popolo
inglese per linteresse e lappoggio che aveva
dimostrato nei confronti della causa della libertà
italiana, anche dopo aver appreso del fallimento dellennesimo
tentativo insurrezionale consumatosi a Milano allinizio
del mese di febbraio 1853. «LItalia,
usando le parole del più grande dei suoi poeti,
dovrebbe chiamare ciascuno dei suoi sostenitori in questa
gloriosa e potente nazione: Lamico mio,
e non della ventura».
Il
10 novembre 1854 «The Daily News» pubblicò
una lunga lettera di Filopanti indirizzata allimperatore
dei francesi Napoleone III, nella quale, facendo riferimento
a una miriade di ricorrenze, di fatti e di date, gli preannunciava
la futura fine, così come già era successo
ad altri nemici della libertà in passato.
Il 25 settembre 1857 su «The Daily
News» fu pubblicata una lettera a firma Filopanti
indirizzata al cardinale Nicholas Patrick Stephen Wiseman
(1802-1865) allora arcivescovo cattolico di Westminster,
il quale, paragonando i moti italiani con le rivolte
allora in atto nellIndia coloniale inglese, aveva
chiesto al governo di espellere gli esuli italiani.
Filopanti, senza mezzi termini, rispose al prelato,
dicendo, tra laltro: «Noi
rappresentiamo e sosteniamo la libertà, la ragione,
il progresso. Lei rappresenta e sostiene la barbarie,
il dispotismo, loscurantismo, la degradazione
umana».
Dal
«Journal of Archaeology, Science, and Art»
del 7 novembre 1857: «Il signor
Filopanti richiama lattenzione su alcune notevoli
coincidenze cronologiche, suggerite dalle notizie delluragano
di Delhi del 14 settembre, e loccupazione della
città il giorno 20. [...] Il signor Filopanti trae
conclusioni da queste coincidenze, ed è convinto
che le possibilità contro le coincidenze sono talmente
poche che la fede in un assestamento provvidenziale è
obbligata».
Il 23 novembre 1857, sempre su «The
Daily News», venne pubblicata unaltra lettera
di Filopanti, che questa volta entrava nel merito dellallora
accesa discussione meccanica e ingegneristica intorno
al varo della Great Eastern, la più grande nave
a vapore con scafo in metallo, la cui costruzione stava
per essere ultimata. A spingerlo allintervento,
era sempre il progresso dellumanità: «Il
reale interesse che traggo dal successo di unimpresa
che, è da sperare, contribuirà al progresso
della navigazione, oltre che allonore dellInghilterra,
mi spinge rispettosamente a presentare, attraverso le
vostre influenti colonne, un sistema di varo fondato
su principi diversi».
Il 19 gennaio 1858 apparve sul «Bury
and Norwich Post and Suffolk Herald» una notizia
relativa a Filopanti e alle sue strane idee sempre in
merito alle grandi navi: «Qualcuno,
firmandosi Filopanti, ha avuto lirriverenza di
mandare una lettera al «The Morning Advertiser»
in cui considera la sublime descrizione del Leviatano
da parte dellOnnipotente, nel 41° capitolo
del libro di Giobbe, come una descrizione sorprendente
delle navi a vapore, e in particolare del varo della
nave mostruosa nel Tamigi, facendo anche il nome della
donna Signora Speranza che lha battezzata.
L«Advertiser», gravemente, aggiunge
una nota: Potrebbe succedere che a qualcuno dei
nostri lettori il nostro corrispondente sia un po
fantasioso in diverse delle sue opinioni, ma su di lui
bisogna dire che allestero ha occupato a lungo
una cattedra come professore e che è un uomo
di grande cultura, nonché di eminenti capacità».
Da «The Daily News» del 17
marzo 1858: «Signore, ho
ragione di sospettare che la persona che vi ha scritto
sotto il nome di H.C. Borromeo, come il direttore di
una supposta Conferenza Italiana, non sia affatto italiano.
Io lo invito per unintervista, in qualunque luogo
e in qualunque momento di sua scelta, dove io e altri
italiani, insieme con qualche esponente della stampa
londinese, se vogliono essere presenti, lo possiamo
vedere e capire se si stratta realmente di un nostro
connazionale. Se questo punto verrà chiarito,
farò volentieri un riconoscimento pubblico di
questa cosa. Q.B. Filopanti».
Quella di Filopanti non fu lunica lettera di protesta
giunta al quotidiano: tanti altri italiani residenti
a Londra, esuli e no, scrissero al giornale per smascherare
questo Borromeo che si presentava come sedicente rappresentante
degli interessi italiani.
Il primo febbraio 1859, sempre su «The Daily News»,
fu pubblicato un nuovo intervento di polemica politica
di Filopanti, questa volta diretto contro i nemici dellItalia,
al fine di scongiurare uneventuale alleanza dellInghilterra
con lAustria: «LItalia
è oppressa da tre potenze nemiche: lAustria,
la Francia e il Papato [...] Ma quando io dico Italia,
io intendo lélite della popolazione; tutti
gli altri, sfortunatamente, non combatteranno, perché
il dispotismo li ha tenuti nellignoranza dei loro
reali interessi». Non potendo, a suo giudizio,
gli italiani rendersi liberi con le sole proprie forze,
il sogno di Filopanti sarebbe stato quello che lInghilterra
si convincesse a prendere le armi, disinteressatamente,
per aiutare lItalia a raggiungere lindipendenza
dalle altre potenza europee che la opprimevano.
Nel 1858 il celebre storico e filosofo
scozzese Thomas Carlyle diede alle stampe un volume
intitolato History of Friedrich II of Prussia, called
Frederick the Great nel quale sosteneva che lallora
decadenza di nazioni un tempo fiorenti come lItalia
e la Spagna fosse dovuta al fatto che i due paesi, al
tempo della sua comparsa, non avevano accettato la riforma
protestante.
Luscita del libro provocò unaccesa
reazione di Filopanti, il quale inviò al solito
«The Daily News» due lettere di protesta,
che furono pubblicate il 20 e il 26 ottobre 1858. La
prima di queste lettere, intitolata Gli italiani e il
Signor Carlyle, sarà poi ripubblicata nel periodico
mazziniano stampato a Londra «Pensiero e azione»
del 15 novembre 1858. Larticolo era preceduto
da unintroduzione scritta da Aurelio Saffi, al
tempo anche lui esule a Londra, il quale si firmò
con una semplice X.
Nel Marzo del 1859 numerosi patrioti
napoletani, tra cui Luigi Settembrini, Carlo Poerio
e Silvio Spaventa, da tempo rinchiusi nel famigerato
carcere borbonico di Montefusco, furono condannati alla
deportazione coatta negli Stati Uniti. La nave che li
trasportava fu però dirottata sulle coste irlandesi.
Da qui poi i condannati giunsero a Londra. Ad attenderli
alla stazione, naturalmente, non poteva mancare Filopanti,
che non si lasciò scappare loccasione di
pronunciare uno dei suoi ispirati discorsi.
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«The London Daily News»,
22 marzo 1859. |
«The Spectator», 26
marzo 1859. |
«Illustrated Times»,
19 marzo 1859. |
«Illustrated Times»,
26 marzo 1859. |
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