La satira e gli eroi: La Rana
"La Rana" (1865-1912) rappresenta uno dei
primi tentativi editoriali di genere umoristico-satirico nella Bologna
post-unitaria, ormai priva delle limitazioni imposte dalla censura.
La rivista, di 4 pagine, ospitava nella prima e nell'ultima pagina
poesie burlesche, storielle, rebus, sciarade di stampo satirico,
e presentava la rubrica "Le ranocchiate" che affrontava
con taglio salace fatti di politica straniera, italiana e bolognese.
Cuore e anima della rivista era il grande disegno satirico centrale,
affidato dapprima ad Augusto Grossi e in séguito ad
altri abili disegnatori, che ridicolizzavano i maggiori eventi politici
dell'epoca.
Maestri e scolari, litografia in "La Rana. Giornale umoristico
settimanale", Bologna, venerdì 30 gennaio 1880,
anno XVI, n. 5 |
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Nel 1879 vennero proposte due edizioni: una "economica"
in bianco e nero, e una "di lusso" con la raffigurazione
centrale colorata. Gran parte del successo del giornale è
attribuibile proprio alla popolarità delle tavole centrali,
che decorarono per 48 anni le pareti di salotti, caffè
e osterie.
L'illustrazione mette in caricatura i politici del periodo
del Trasformismo (Agostino De Pretis, Agostino Magliani, Benedetto
Cairoli) che pretendono di rifare il paese, ma in realtà
manomettono con la loro "Italietta" il lavoro dei
vecchi governanti della Destra storica (Marco Minghetti, Giovanni
Lanza, Emilio Visconti Venosta), sotto gli occhi del defunto
"padre della Patria" Cavour.
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