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I santi martiri

FELICE VENOSTA, I fratelli Bandiera e loro compagni martiri a Cosenza, "Panteon dei martiri della libertà italiana" vol. XVII, Milano, Carlo Barbini, 18643
(BCABo, 5.ss*.I.12, op. 1)
MOJA inc., Ai martiri italiani la Libertà riconoscente, antiporta silografata

Attilio Bandiera (Venezia, 1810 - Vallone di Rovito, 1844) ed Emilio Bandiera (Venezia, 1819 - Vallone di Rovito, 1844), figli di un aristocratico, ufficiale della Marina austriaca, ed ambedue avviati alla carriera militare, votarono la loro giovinezza alla libertà e al riscatto dell'Italia. Fondata dapprima una società segreta, la Esperia, e passati poi nel movimento mazziniano, i Bandiera svolsero un'intensa attività patriottica, che non sfuggì alla polizia austriaca. Costretti a riparare a Corfù (sotto la protezione inglese), i Bandiera con un pugno di uomini (19, tra cui il brigante calabrese Giuseppe Meluso), per quanto sconsigliati dallo stesso Mazzini, tentarono uno sbarco in Calabria sperando di ridestare l'insurrezione scoppiata nel 1844 a Cosenza ma, ignari che il moto era già stato stroncato per la mancata partecipazione della popolazione, furono subito scoperti: traditi da un compagno, il còrso Pietro Boccheciampe, furono catturati dai Borbonici, processati e condannati, otto al carcere duro, e gli altri fucilati nel Vallone di Rovito, presso Cosenza (25 luglio 1844).

Alla loro biografia viene qui aggiunta un'ode di Goffredo Mameli, scritta nel 1846 per il Secondo anniversario della morte dei fratelli Bandiera e dei loro compagni di martirio.
Nella xilografia in antiporta l'allegoria della Libertà, che incorona d'alloro l'epigrafe dedicata ai martiri, mostra ai piedi un pellicano in atto di sfamare i piccoli col sangue del proprio petto, simbolo dell'altruismo estremo.

 

 

Vittorio Emanuele II

 

Biblioteca dell'Archiginnasio
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