La storia d'Italia dal 1815 all'Unità narrata al popolo
GABRIELLO CASTAGNOLA dis., BALLAGNY lit., Morte
di Gioacchino Murat
Litografia, vol. I, p. 145 (ripr.)
Grande soldato e grande comandante di cavalleria, Murat fu con
Napoleone in tutte le campagne e da lui venne nominato re di Napoli,
nel 1808. A Napoli fu ben accolto dalla popolazione, che ne apprezzava
la bella presenza, il carattere sanguigno, il coraggio fisico, il
gusto dello spettacolo e alcuni tentativi di porre riparo alla miseria
con opportune riforme, ma venne invece detestato dal clero. Dopo
la seconda caduta di Napoleone, Murat, che aveva cercato di raggiungerlo
a Parigi, fuggì e successivamente tentò di tornare a Napoli con
un pugno di fedelissimi per sollevarne la popolazione. Dirottato
da una tempesta in Calabria, fu arrestato e fucilato a Pizzo Calabro
il 15 ottobre 1815.
Da questa sua spedizione, nella quale aveva fatto appello allo spirito
e alla volontà di indipendenza degli Italiani, molti storici datarono
l'inizio del Risorgimento.
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