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La famiglia
L’infanzia
L’incontro con Albano Sorbelli e la prima licenza
La prima Libreria Forni in via Galliera
Gli anni del dopoguerra
Acquisto intere biblioteche, recomi ovunque
Forni editore: le prime esperienze
Editore di anastatiche
Editore e stampatore: le nuove sedi
Forni e l’Archiginnasio
Il lavoro dell’editore
Anastatiche e storia locale
Esempi di anastatiche: dalla musica alle riviste del ‘900
I riconoscimenti e gli ultimi progetti

La stampa anastatica

Bibliografia
Il convegno

11. Il lavoro dell'editore


Questi appunti scritti su un quaderno da Arnaldo Forni non sono datati, ma risalgono probabilmente ai primi anni Settanta.
Nonostante si interrompano all’improvviso, a metà di una frase, forniscono preziose informazioni sull’organizzazione del lavoro, sui vari passaggi necessari per la realizzazione di una riproduzione anastatica e sulla mentalità imprenditoriale di Arnaldo Forni.

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Giungere in ufficio all’orario dell’inizio del lavoro.
Passare da ogni ufficio al fine che il lavoro abbia inizio all’orario fissato.
Trattare il personale impiegatizio ed operaio con cordialità dando le disposizioni necessarie.
Informarsi che nell’ufficio, attualmente retto dalla Paola, sia disponibile il materiare da stampare.
è utile conoscere il procedimento meccanico della stampa che si svolge nel modo seguente:
Il volume entra nell’ufficio “comparti”. Tale volume è già stato scelto per essere stampato.
Il volume viene consegnato alla Giorgia per essere sciolto. Questa operaia compie un lavoro delicato in quanto deve slegare un volume sempre di notevole valore commerciale e questa operazione deve essere eseguita con particolare riguardo al fine il libro non abbia a deteriorarsi.
Accade spesso che il volume ha pagine con stampa debole o piccoli difetti. Queste pagine passano all’operaia addetta la quale ha il compito di ritoccare le lettere con una matita speciale. Anche questo lavoro è di notevole importanza in quanto se non fatto o fatto male pregiudica la riuscita della stampa.
Il volume passa alla Paola che ha il compito di formare i comparti. Tale operazione consiste nel disporre le pagine per essere passate alle lastre.
Le lastre sono di due tipi: kalle e kodak.
L’uso delle lastre è scelto secondo il tipo di stampa del volume da stampare.
Le kodak costano ¼ delle kalle e per quanto possibile è consigliabile l’uso di questo tipo di lastre. Tuttavia queste presentano alcuni lati negativi. Il principale aspetto negativo è che la stampa avviene a un ritmo più lento, il secondo aspetto negativo è che le lastre non si possono riutilizzare per una eventuale seconda ristampa.
Le lastre kalle hanno un processo più lento di messa in opera (esiste un nuovo tipo di macchina per la messa in opera delle lastre kalle che è assai più rapido e su questo punto sarà bene esaminare se converrà l’acquisto o meno) non illudersi molto nel risparmio di tempo che potrebbe avere l’operatore facendo l’acquisto di questo nuovo tipo di macchina perché l’operatore lavorando in un ambiente chiuso e pretendendo di svolgere sempre il solo suo lavoro cercherà di impiegare più tempo possibile per evitare di mettersi ad un lavoro diverso.
Fatte le lastre kalle queste passano al lavaggio, operazione semplice e di poca durata, mentre le kodak non richiedono questo trattamento.
La lastra così finita passa alla macchina che l’operatore stamperà nel numero di copie che gli viene indicato dall’ufficio.
è necessario fare qualche attenzione alla tiratura.
Ecco come può avvenire un considerevole spreco di carta.
L’operatore riceve l’ordine di tirare 300 copie di un volume. Questi per negligenza tira, spesso, 300 copie di una prima lastra, 350 della seconda o 400 della terza e così via. Quando il volume passa alla legatoria avviene…
[gli appunti si interrompono].

I fogli di appunti di Arnaldo Forni. Commento di Adalberto Monti, esperto di tecniche tipografiche

Dagli appunti di Arnaldo Forni, pur se brevi ed incompleti, emergono elementi fondamentali al fine di gestire l’azienda grafica, realizzare stampe e riproduzioni anastatiche:
- Organizzazione e gestione del personale: ogni operatore aveva responsabilità e compiti precisi.
- Conoscenza della tecnologia.
- Evitare gli sprechi.
Rapporti interpersonali, rispetto degli orari, conoscenza del processo di stampa, scelta del materiale: tutto questo va riferito allo scopo primario che la stampa anastatica ricopre, e cioè quello di riprodurre in modo fedele il grafismo sia del testo sia delle illustrazioni presenti sull’originale.

Le caratteristiche del flusso di lavoro della stampa anastatica
1. Fotografia dell’originale ed ottenimento delle pellicole
Ogni pagina del libro da stampare veniva fotografata singolarmente utilizzando macchine fotografiche fotomeccaniche. La separazione ed il controllo delle pagine del libro originale da riprodurre era svolto dalla signora Giorgia, come indicato nei fogli degli appunti di Arnaldo Forni
2. Pulizia delle impurità presenti sulle pellicole
Ogni impurità presente sulla pellicola, anche un granello di polvere, veniva inevitabilmente riprodotta sulla lastra; di conseguenza la massima pulizia ed attenzione nel controllo, sia dell’originale che delle pellicole, era indispensabile.
3. Impostazione dello stampato in funzione della segnatura da realizzare e montaggio delle pellicole nell’esatta posizione e sequenzialità numerica
Questa operazione consentiva di mettere le pagine nella posizione che, in fase di stampa e successivamente nella fase di allestimento (legatura del libro), permetteva di avere le pagine stesse in modo sequenziale. Nel foglio degli appunti di Arnaldo Forni è indicato che tale compito spettava alla signora Paola.
4. Esecuzione della copia cianografica
La copia cianografica, chiamata così perché aveva un colore bluastro, permetteva di verificare che tutte le lavorazioni effettuate precedentemente fossero corrette (posizionamento delle pagine, sequenzialità, rifili, mancanza di impurità, ecc.).
5. Controllo e Visto si stampi sulla copia cianografica
Il “Visto si stampi”, posto dal cliente o da chi ne fa le veci, sulla copia cianografica rappresenta l’approvazione al prosieguo delle lavorazioni successive.
6. Preparazione ed esecuzione delle lastre
Il foglio pellicolare, sul quale erano precedentemente incollate le pellicole di ogni pagina del libro, veniva posto perfettamente a contatto con una lastra presensibilizzata, successivamente esposta e sviluppata. Negli appunti di Arnaldo Forni questo passaggio è specificato in modo chiaro eseguendo una comparazione sia tecnologica che economica fra due tipologie di lastre.
7. Avviamento (Visto si stampi) e tiratura alla macchina da stampa
La lastra pronta per la stampa veniva inserita nella macchina da stampa; le operazioni gestite dallo stampatore nella fase di avviamento erano la bagnatura, l’inchiostrazione, il registro dei grafismi ed infine la stampa sul supporto prescelto (tiratura). In questa fase l’operatore doveva verificare che le copie venissero stampate come la copia vistata dal responsabile di stampa o dalla persona preposta (Visto si stampi).
8. Allestimento dello stampato
In questa fase operativa venivano svolte tutte le lavorazioni sul foglio stampato (piega, cucitura, taglio, ecc.) fino ad ottenere il libro finito. Questa fase di lavorazione era svolta da una legatoria esterna. Ogni fase di lavorazione deve essere perfettamente integrata e gestita al fine di ottenere uno stampato qualitativamente ottimale. Alcune fasi di lavorazione, come il procedimento di stampa utilizzato da Arnaldo Forni, è tuttora esistente pur se evoluto tecnologicamente, mentre altre fasi di lavorazione sono state completamente sostituite dalla tecnologia digitale.
1-6: la fase di lavorazione di Pre Stampa comprende tutte quelle operazioni che consentono di ottenere la forma di stampa (lastra).
7: fase di lavorazione di stampa.
8: la fase di lavorazione di allestimento - Post Stampa permette di completare definitivamente lo stampato.

Clicca per ingrandire     Nella fotografia, che ritrae parte della sala stampa, è possibile identificare le macchine da stampa offset monocolori Rotaprint (1 e 2) utilizzate per la stampa delle copie anastatiche. Nello sfondo della fotografia è possibile intravedere una parte della macchina taglierina Nebiolo (3), utilizzata per tagliare sia la carta nel formato prestabilito per la stampa che ulteriori lavorazioni di taglio. L’immagine evidenzia sia l’ordine che la pulizia, elementi indispensabili al fine di realizzare stampati qualitativamente apprezzabili. Nulla sembra lasciato all’improvvisazione e alla casualità.

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Ente nazionale per le Biblioteche Popolari e scolastiche, Guida delle biblioteche italiane

Arnaldo Forni seleziona le più importanti biblioteche italiane, contrassegnando quelle con più di 4000 volumi a cui inviare i propri cataloghi di antiquariato e i cataloghi editoriali.


Quaderno di appunti di Arnaldo Forni, primi anni Sessanta.
Nella pagina di sinistra si fa riferimento al Razzolini (Bibliografia dei testi di lingua a stampa citati dagli Accademici della Crusca, opera di Luigi Razzolini e Alberto Bacchi della Lega, Bologna, presso Gaetano Romagnoli, 1878) e al Lozzi (Carlo Lozzi, Biblioteca istorica della antica e nuova Italia. Saggio di bibliografia analitico comparato e critico compilato sulla propria collezione, Imola, Tip. D’I. Galeati e figlio, 1886-1887) come fonti per individuare opere da ristampare. Si citano poi altre opere da riprodurre, tra cui la Felsina pittrice di Carlo Cesare Malvasia, Le cose notabili di Giuseppe Guidicini e il Dizionario topografico storico degli Stati estensi di Girolamo Tiraboschi, che furono rispettivamente ristampate nel 1967, 1972 e 1963.
Sulla destra, un altro elenco di Opere da ristampare.

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Arnaldo Forni, al centro, e sulla sinistra Antonio Poggiali, direttore editoriale della sua casa editrice, alla prima Mostra internazionale dell’editoria anastatica, tenutasi a Firenze nel dicembre 1971.
Pier Francesco Listri, In mostra mondiale a Firenze la rivoluzione nell’editoria, «La Nazione», 19 dicembre 1971
Nell’articolo, ben documentato, l’attività di Forni è citata tra le prime in Italia per importanza accanto alla Bottega d’Erasmo di Torino.

Clicca per ingrandire Clicca per ingrandire Libreria Forni, Biblioteca d’un amatore. Catalogo n. 3, 1968
Copia di servizio appartenuto a Valeria, collaboratrice di Arnaldo Forni, in cui compaiono annotazioni sui libri venduti, ad esempio l’edizione romana del 1622 al n. 95 di catalogo, acquistata dalla Biblioteca Universitaria di Bologna.
Nei cataloghi della Biblioteca d’un amatore, Arnaldo Forni inserisce il meglio dei libri di cui è in possesso, ponendosi ai livelli dei più importanti librai antiquari italiani e dimostrando che in lui l’aspetto del libraio prevale su quello del libraio-bibliofilo, che fatica a volte a mettere in vendita i suoi libri più preziosi.
 

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Credits | Data di creazione: ottobre 2012 | Informativa sui cookie
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