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I direttori della rivista |
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Riccardo Colucci (1881-1929)
Nato al Cairo in Egitto da genitori italiani, si laurea
a Bologna, prima in giurisprudenza nel 1907, poi in
filosofia. Esercita in città la professione
di avvocato, partendo quindi come volontario nella
Prima guerra mondiale con il grado di tenente di artiglieria.
Al termine del conflitto diventa consigliere alla
Provincia, poi al Comune di Bologna riceve l'incarico
di assessore prima allo Stato civile, poi all'Istruzione.
Nel 1923, proprio quando è assessore, decide
di riportare alle stampe la rivista municipale, la
cui pubblicazione era stata interrotta alla fine del
1920 e che dirigerà fino al 1926. Tra i primi
aderenti al Fascismo in città, è molto
attivo all'interno del PNF (Partito nazionale fascista)
e vi ricopre diversi incarichi di prestigio. Muore
a Bologna nel 1929 a soli 48 anni.
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Leandro Arpinati (1892-1945)
Inizia la militanza politica tra i socialisti, quindi
tra gli anarchici interventisti. Allo scoppio della
guerra è militarizzato come ferroviere elettricista
e le sue posizioni interventiste lo avvicinano a Mussolini.
È tra i fondatori del secondo Fascio di combattimento
di Bologna nel 1920 ed in breve diviene uno dei principali
organizzatori delle feroci spedizioni punitive fasciste
contro il movimento operaio e socialista non solo in
Emilia, ma anche in città di altre regioni, da
Ancona a Milano. Dopo la vittoria del Fascismo diventa
uno degli esponenti di spicco del PNF a livello nazionale,
ricoprendo numerose cariche, da segretario federale
di Bologna a vice segretario generale del PNF, oltre
ad essere eletto deputato dal 1921 al 1934. Nominato
podestà di Bologna il 16 dicembre 1926, ne è
acclamato cittadino onorario il 23 dicembre 1926. Nominato
quindi sottosegretario di Stato agli Interni, lascia
la carica di podestà il 12 settembre 1929. Ricopre
anche molti incarichi in ambito sportivo, da presidente
della Federazione italiana gioco calcio a presidente
del Comitato olimpico nazionale italiano. A Bologna
si deve a lui la costruzione del Littoriale, lo stadio
cittadino, inaugurato nel 1926. Dal 1929 fino al 4 maggio
1933 fu sottosegretario di Stato agli Interni, ma fu
costretto a dimettersi per profondi dissidi con Mussolini
e per la forte avversione di Achille Starace, segretario
del PNF. Già nel 1926 Arpinati era stato accusato
di aver partecipato all'organizzazione dell'attentato
al duce avvenuto a Bologna. Nella notte tra il 26 e
il 27 luglio 1934 fu arrestato con l'accusa di avere
tramato contro il Regime e condannato a 5 anni di confino
a Lipari. Dopo 2 anni fu autorizzato a ritirarsi nella
sua tenuta di Malacappa, nei pressi di Bologna, sotto
controllo della polizia. Rifiutò di aderire alla
Repubblica sociale italiana, benché richiestogli
dallo stesso Mussolini, ed anzi prese contatti con gli
ambienti della Resistenza e dell'antifascismo, ma fu
ucciso da un gruppo di partigiani il 22 aprile 1945,
il giorno dopo la liberazione di Bologna. |
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Ivo Luminasi (1882-1950)
Nato a Medicina, diventa consigliere comunale di Bologna
nel 1923 e ricopre l'incarico fino al 1926. In questo
anno, su volere di Arpinati, assume la direzione della
rivista municipale che mantiene fino al 1933. Alla fine
di quest'anno, proprio per la sua vicinanza ad Arpinati,
ne segue la sorte venendo emarginato da ogni incarico
dopo la caduta in disgrazia dell'ex podestà all'interno
delle gerarchie del Regime; lascia quindi ogni incarico
pubblico e prende servizio presso le Ferrovie. Nel 1941
fonda e dirige la rivista di propaganda "Armi ed
Aratro" per conto del Fascio di combattimento di
Medicina. Muore a Bologna nel 1950. |
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Angelo Manaresi (1890-1965)
Laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1912, fin da
studente è un acceso irredentista, diventando
presidente della Sezione bolognese dell'Associazione
nazionale Trento e Trieste. È tra i primi ad
entrare a Trento, nel 1918, dopo aver combattuto come
alpino e aver conquistato il grado di capitano, due
medaglie di bronzo e tre croci di guerra al valor militare.
È tra i fondatori dell'Associazione combattenti
e come consigliere di minoranza al Consiglio comunale
è presente ai fatti di palazzo d'Accursio del
21 novembre 1920. Pur continuando a svolgere l'attività
di avvocato, prosegue con successo l'attività
politica, divenendo deputato durante la XXVI legislatura
(1921). Partecipa alla marcia su Roma, ed in seguito
viene rieletto deputato nella XXVII e nella XXVIII legislatura.
Nel 1926 è nominato commissario e poi presidente
dell' Opera nazionale combattenti. È sottosegretario
di Stato alla guerra dal 12 settembre 1929 al 22 luglio
1933. Tra le altre cariche ricoperte, è presidente
dell'Associazione nazionale alpini dal 1929 al 1943
e nel 1933 diventa presidente del Club alpino italiano.
Podestà dal 1 ottobre 1933 al 16 agosto 1935,
presenta le dimissioni per motivi di carattere privato,
lo scambio delle consegne avviene il 17 agosto 1935.
Partecipa alla Seconda guerra mondiale con il grado
di tenente colonnello dell'Ufficio stampa dello Stato
maggiore dell'esercito, visitando i reparti al fronte.
Dopo il 25 luglio 1943 telegrafa al Re e a Badoglio
per confermare la fedeltà degli alpini in congedo,
e per questo viene accusato di tradimento dalla Repubblica
sociale italiana e incarcerato a San Giovanni in Monte,
da cui è avventurosamente liberato il 30 dicembre
1943. Nel dopoguerra continua l'attività di avvocato,
partecipando inoltre all'attività della sezione
bolognese del C.A.I. Angelo Manaresi è anche
autori di diversi libri ed articoli sugli alpini e sull'alpinismo. |
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Renato Pascucci (1887-1976)
Laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1909, partecipa
alla Prima guerra mondiale come ufficiale. Inizia poi
la carriera amministrativa prima come sottoprefetto
di Domodossola, quindi come capo sezione al Ministero
dell'Interno, presso la Direzione degli Affari civili.
È addetto alla segreteria generale del Governatorato
di Roma. Dall'ottobre 1934 è vice prefetto ispettore
presso la Prefettura di Bologna. Viene nominato vicepodestà
il 30 aprile 1935, quindi commissario prefettizio dal
17 agosto 1935, dopo le dimissioni del podestà
Angelo Manaresi, fino al 9 luglio 1936. È vice
prefetto, e prefetto a Caltanisetta dal 1 settembre
1941 al 18 luglio 1943. Rimosso dall'Allied military
government (Governo militare alleato) il giorno dell'ingresso
delle truppe alleate nel capoluogo, viene poi collocato
a disposizione dal governo italiano. Prefetto a disposizione
a Cuneo dal 1 marzo 1946, poi prefetto nella stessa
città e collocato a disposizione il 19 luglio
1947. |
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Cesare Colliva (1888-1965)
Laureatosi in giurisprudenza presso l'Università
di Bologna, inizia la carriera forense. Con lo scoppio
della Prima guerra mondiale, parte volontario raggiungendo
il grado di capitano e ottenendo una medaglia d'argento
al valor militare. Dopo il congedo partecipa alla
vita politica in funzione antisocialista, e nel 1920
si candida con successo alle elezioni amministrative
nel Comitato cittadino "Ordine, Libertà,
Lavoro". Durante i fatti di palazzo d'Accursio
del 21 novembre 1920, mentre si trova sui banchi della
minoranza accanto a Giulio Giordani, viene gravemente
ferito. In seguito continua a svolgere sia l'attività
politica, sia la professione di avvocato, ricoprendo
varie cariche in istituzioni sindacali, politiche
ed amministrative. Nel 1934 è nominato da Mussolini
Segretario federale di Bologna, incarico che ricopre
dal 10 ottobre 1934 al 25 giugno 1936. Diviene poi
podestà dal 10 luglio 1936 fino al 14 settembre
1939. Rassegna le dimissioni il 14 settembre 1939.
(Testi a cura di Marcello Fini)
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