Biblioteca dell'Archiginnasio, 5 giugno – 7 luglio 2007
   
     
ITINERARIO MOSTRA
   
La storia della rivista
I temi della rivista
I direttori della rivista
La banca dati
 
Dal sindaco al podestà
La Direttissima Bologna-
Firenze
Organizzazione del territorio
Architettura e urbanistica
Il Littoriale
Lo sport
Arte e storia (1)
Arte e storia (2)
Vita scolastica (1)
Vita scolastica (2)
Vita fascista (1)
Vita fascista (2)
Figure e profili
Sguardi di interni
Moda e cucina
Pubblicità e statistica
I direttori della rivista
   

Riccardo Colucci (1881-1929)
Nato al Cairo in Egitto da genitori italiani, si laurea a Bologna, prima in giurisprudenza nel 1907, poi in filosofia. Esercita in città la professione di avvocato, partendo quindi come volontario nella Prima guerra mondiale con il grado di tenente di artiglieria. Al termine del conflitto diventa consigliere alla Provincia, poi al Comune di Bologna riceve l'incarico di assessore prima allo Stato civile, poi all'Istruzione. Nel 1923, proprio quando è assessore, decide di riportare alle stampe la rivista municipale, la cui pubblicazione era stata interrotta alla fine del 1920 e che dirigerà fino al 1926. Tra i primi aderenti al Fascismo in città, è molto attivo all'interno del PNF (Partito nazionale fascista) e vi ricopre diversi incarichi di prestigio. Muore a Bologna nel 1929 a soli 48 anni.

   
Leandro Arpinati (1892-1945)
Inizia la militanza politica tra i socialisti, quindi tra gli anarchici interventisti. Allo scoppio della guerra è militarizzato come ferroviere elettricista e le sue posizioni interventiste lo avvicinano a Mussolini. È tra i fondatori del secondo Fascio di combattimento di Bologna nel 1920 ed in breve diviene uno dei principali organizzatori delle feroci spedizioni punitive fasciste contro il movimento operaio e socialista non solo in Emilia, ma anche in città di altre regioni, da Ancona a Milano. Dopo la vittoria del Fascismo diventa uno degli esponenti di spicco del PNF a livello nazionale, ricoprendo numerose cariche, da segretario federale di Bologna a vice segretario generale del PNF, oltre ad essere eletto deputato dal 1921 al 1934. Nominato podestà di Bologna il 16 dicembre 1926, ne è acclamato cittadino onorario il 23 dicembre 1926. Nominato quindi sottosegretario di Stato agli Interni, lascia la carica di podestà il 12 settembre 1929. Ricopre anche molti incarichi in ambito sportivo, da presidente della Federazione italiana gioco calcio a presidente del Comitato olimpico nazionale italiano. A Bologna si deve a lui la costruzione del Littoriale, lo stadio cittadino, inaugurato nel 1926. Dal 1929 fino al 4 maggio 1933 fu sottosegretario di Stato agli Interni, ma fu costretto a dimettersi per profondi dissidi con Mussolini e per la forte avversione di Achille Starace, segretario del PNF. Già nel 1926 Arpinati era stato accusato di aver partecipato all'organizzazione dell'attentato al duce avvenuto a Bologna. Nella notte tra il 26 e il 27 luglio 1934 fu arrestato con l'accusa di avere tramato contro il Regime e condannato a 5 anni di confino a Lipari. Dopo 2 anni fu autorizzato a ritirarsi nella sua tenuta di Malacappa, nei pressi di Bologna, sotto controllo della polizia. Rifiutò di aderire alla Repubblica sociale italiana, benché richiestogli dallo stesso Mussolini, ed anzi prese contatti con gli ambienti della Resistenza e dell'antifascismo, ma fu ucciso da un gruppo di partigiani il 22 aprile 1945, il giorno dopo la liberazione di Bologna.
   
Ivo Luminasi (1882-1950)
Nato a Medicina, diventa consigliere comunale di Bologna nel 1923 e ricopre l'incarico fino al 1926. In questo anno, su volere di Arpinati, assume la direzione della rivista municipale che mantiene fino al 1933. Alla fine di quest'anno, proprio per la sua vicinanza ad Arpinati, ne segue la sorte venendo emarginato da ogni incarico dopo la caduta in disgrazia dell'ex podestà all'interno delle gerarchie del Regime; lascia quindi ogni incarico pubblico e prende servizio presso le Ferrovie. Nel 1941 fonda e dirige la rivista di propaganda "Armi ed Aratro" per conto del Fascio di combattimento di Medicina. Muore a Bologna nel 1950.
   
Angelo Manaresi (1890-1965)
Laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1912, fin da studente è un acceso irredentista, diventando presidente della Sezione bolognese dell'Associazione nazionale Trento e Trieste. È tra i primi ad entrare a Trento, nel 1918, dopo aver combattuto come alpino e aver conquistato il grado di capitano, due medaglie di bronzo e tre croci di guerra al valor militare. È tra i fondatori dell'Associazione combattenti e come consigliere di minoranza al Consiglio comunale è presente ai fatti di palazzo d'Accursio del 21 novembre 1920. Pur continuando a svolgere l'attività di avvocato, prosegue con successo l'attività politica, divenendo deputato durante la XXVI legislatura (1921). Partecipa alla marcia su Roma, ed in seguito viene rieletto deputato nella XXVII e nella XXVIII legislatura. Nel 1926 è nominato commissario e poi presidente dell' Opera nazionale combattenti. È sottosegretario di Stato alla guerra dal 12 settembre 1929 al 22 luglio 1933. Tra le altre cariche ricoperte, è presidente dell'Associazione nazionale alpini dal 1929 al 1943 e nel 1933 diventa presidente del Club alpino italiano. Podestà dal 1 ottobre 1933 al 16 agosto 1935, presenta le dimissioni per motivi di carattere privato, lo scambio delle consegne avviene il 17 agosto 1935. Partecipa alla Seconda guerra mondiale con il grado di tenente colonnello dell'Ufficio stampa dello Stato maggiore dell'esercito, visitando i reparti al fronte. Dopo il 25 luglio 1943 telegrafa al Re e a Badoglio per confermare la fedeltà degli alpini in congedo, e per questo viene accusato di tradimento dalla Repubblica sociale italiana e incarcerato a San Giovanni in Monte, da cui è avventurosamente liberato il 30 dicembre 1943. Nel dopoguerra continua l'attività di avvocato, partecipando inoltre all'attività della sezione bolognese del C.A.I. Angelo Manaresi è anche autori di diversi libri ed articoli sugli alpini e sull'alpinismo.
   
Renato Pascucci (1887-1976)
Laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1909, partecipa alla Prima guerra mondiale come ufficiale. Inizia poi la carriera amministrativa prima come sottoprefetto di Domodossola, quindi come capo sezione al Ministero dell'Interno, presso la Direzione degli Affari civili. È addetto alla segreteria generale del Governatorato di Roma. Dall'ottobre 1934 è vice prefetto ispettore presso la Prefettura di Bologna. Viene nominato vicepodestà il 30 aprile 1935, quindi commissario prefettizio dal 17 agosto 1935, dopo le dimissioni del podestà Angelo Manaresi, fino al 9 luglio 1936. È vice prefetto, e prefetto a Caltanisetta dal 1 settembre 1941 al 18 luglio 1943. Rimosso dall'Allied military government (Governo militare alleato) il giorno dell'ingresso delle truppe alleate nel capoluogo, viene poi collocato a disposizione dal governo italiano. Prefetto a disposizione a Cuneo dal 1 marzo 1946, poi prefetto nella stessa città e collocato a disposizione il 19 luglio 1947.
   

Cesare Colliva (1888-1965)
Laureatosi in giurisprudenza presso l'Università di Bologna, inizia la carriera forense. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, parte volontario raggiungendo il grado di capitano e ottenendo una medaglia d'argento al valor militare. Dopo il congedo partecipa alla vita politica in funzione antisocialista, e nel 1920 si candida con successo alle elezioni amministrative nel Comitato cittadino "Ordine, Libertà, Lavoro". Durante i fatti di palazzo d'Accursio del 21 novembre 1920, mentre si trova sui banchi della minoranza accanto a Giulio Giordani, viene gravemente ferito. In seguito continua a svolgere sia l'attività politica, sia la professione di avvocato, ricoprendo varie cariche in istituzioni sindacali, politiche ed amministrative. Nel 1934 è nominato da Mussolini Segretario federale di Bologna, incarico che ricopre dal 10 ottobre 1934 al 25 giugno 1936. Diviene poi podestà dal 10 luglio 1936 fino al 14 settembre 1939. Rassegna le dimissioni il 14 settembre 1939.

(Testi a cura di Marcello Fini)


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