Biblioteca dell'Archiginnasio, 5 giugno–7 luglio 2007
   
     
ITINERARIO MOSTRA
   
La storia della rivista
I temi della rivista
I direttori della rivista
La banca dati
 
Dal sindaco al podestà
La Direttissima Bologna-
Firenze
Organizzazione del territorio
Architettura e urbanistica
Il Littoriale
Lo sport
Arte e storia (1)
Arte e storia (2)
Vita scolastica (1)
Vita scolastica (2)
Vita fascista (1)
Vita fascista (2)
Figure e profili
Sguardi di interni
Moda e cucina
Pubblicità e statistica
Dal sindaco al podestà
   
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Dal sindaco al podestà
L'ordinamento comunale fu profondamente trasformato durante i primi anni del regime fascista, con lo scopo di indebolire l'autonomia locale e rafforzare il ruolo centralizzatore dello Stato, trasformando il Comune da organo di autogoverno a ente ausiliario dello Stato per la gestione dell'ordinaria amministrazione.
Abolite le elezioni, il sindaco fu sostituito dal podestà, che veniva nominato con un decreto reale.
Fu istituita la consulta municipale, organo consultivo delle amministrazioni comunali. Aveva funzioni esclusivamente consultive, in quanto solo il podestà poteva deliberare.
Il podestà doveva avere una solida situazione economica, quale poteva essere quella di professionisti, proprietari fondiari, industriali, in quanto non percepiva, di norma, un compenso.
Oltre al fattore economico, era richiesta possibilmente la giovane età, la mancanza di imperfezioni fisiche, avere contratto matrimonio con rito religioso, aver adempiuto agli obblighi militari (la partecipazione alla Grande Guerra era titolo di merito) e naturalmente la fedeltà politica, con iscrizione al PNF (Partito nazionale fascista).
La figura del podestà sembrerebbe dunque riflettere la svolta normalizzatrice voluta da Mussolini dopo gli anni dello squadrismo e dei proclami rivoluzionari, con l'obiettivo di fornire un'immagine sociale e politica fortemente rassicurante degli uomini che il Regime metteva a capo dei comuni: volontarietà, benessere fisico ed economico, famiglia, patria, fede nel Fascismo.

Una rivista sotto controllo
Dal 1927, con Arpinati podestà, inizia la "fascistizzazione" della rivista del Comune.
Il fascio littorio viene inserito nello stemma comunale sul frontespizio della rivista a partire dal numero di gennaio. Nello stesso numero inizia una nuova rubrica, "Vita fascista", che fornisce notizie sulle attività del partito e delle varie organizzazioni fasciste. La svolta non è casuale: le leggi eccezionali della fine del 1926, seguite all'attentato a Mussolini avvenuto a Bologna il 31 ottobre 1926, segnano la nascita del regime fascista vero e proprio (PNF come partito unico, soppressione dei partiti e delle pubblicazioni contrarie al Regime, confino di polizia, Tribunale speciale, introduzione della pena di morte ed altri provvedimenti tesi a liquidare ogni residuo di democrazia).

 

Leandro Arpinat Dicembre 1926
Leandro Arpinati primo podestà di Bologna. Squadrista della prima ora, fu capo indiscusso del Fascio di Bologna fino al 1933.
Mussolini ed Arpinati. Marzo 1928
Questa fotografia testimonia del forte legame esistente tra Mussolini ed Arpinati, anche se si tratta con ogni probabilità di un fotomontaggio.
Arpinati in Campidoglio Settembre 1930
Foto scattata il 2 febbraio 1927: Arpinati è podestà di Bologna da poche settimane.
Le ultime immagini di Arpinati Marzo 1933
Le ultime immagini di Arpinati pubblicate sulla rivista del Comune. Il 4 maggio 1933 fu costretto a dimettersi per dissidi con Mussolini, nel luglio del 1934 fu arrestato ed inviato al confino di polizia, i suoi uomini inviati al confino o esiliati in altre città.
Il nome di Mario Ghinelli, federale di Bologna e uomo di fiducia di Arpinati, viene coperto da una pecetta con il nome di Ciro Martignoni, nuovo federale inviato a Bologna da Achille Starace per epurare gli arpinatiani. Ghinelli sarà costretto ad emigrare a Napoli.
"Indicatore di Bologna e provincia. Guida amministrativa, professionale industriale e commerciale", 52 (Bologna, Indicatori provincie emiliane, 1933, p. 249)
Il primo numero diretto da Leandro Arpinati Gennaio 1927
Il primo numero diretto da Leandro Arpinati: il fascio littorio sullo stemma del Comune, sotto il ritratto di Mussolini.
copertina dell'annata 1927 Gennaio 1927
Sulla copertina dell'annata 1927, il fascio littorio è accanto allo stemma del Comune.

L'attività municipale
Prosegue, nonostante i profondi mutamenti dell'ordinamento comunale seguiti all'istituzione del podestà, la rubrica "Attività municipale". Cambierà nome diverse volte ("Vita municipale", "Attività del Comune" etc), ma continuerà a fornire preziose e dettagliate notizie sui principali aspetti dell'attività del Comune di Bologna, dalle deliberazioni podestarili ai lavori della consulta municipale.
La rubrica rappresenta dunque una fonte preziosa per la storia dell'amministrazione comunale dell'epoca.

(Testi e scelta delle immagini a cura di Maurizio Avanzolini)

"Vita fascista", la nuova rubrica Gennaio 1927
"Vita fascista", la nuova rubrica. La politicizzazione ed il controllo della rivista saranno d'ora in poi sempre maggiori.
La costruzione di un impianto di amplificazione Settembre 1936
"Attività del Comune".
Da notare la costruzione di un impianto di amplificazione tra piazza Maggiore (allora piazza Vittorio Emanuele II) e piazza Galilei, per ascoltare in diretta i discorsi radiofonici del Duce.
"Attività municipale"
"Vita cittadina"

Marzo 1927 e Marzo 1933
Da "Attività municipale" a "Vita cittadina".

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