La rubrica "Vita fascista"
La rubrica "Vita fascista" appare per la prima volta nel
gennaio 1927 (dal 1936 diventa "Vita della Decima legio",
poi "Decima legio") fornendo notizie sull'attività
a Bologna del PNF e delle varie organizzazioni fasciste (GIL, Gioventù
italiana del Littorio; OND, Opera nazionale dopolavoro; GUF, Gruppi
universitari fascisti etc).
Il Fascio di Bologna aveva un proprio periodico, "L'Assalto",
fondato nel 1920, ma la rivista del Comune entrava anche nelle case
dei bolognesi che non leggevano "L'Assalto" ed andava
quindi utilizzata come ulteriore strumento di diffusione capillare
della propaganda.
Nella rubrica era dato un grande risalto alla memoria dei 53 "martiri
della Rivoluzione fascista", spesso paragonati ai martiri risorgimentali
ed ai caduti della Grande Guerra, a cui fu dedicato un grande Sacrario
in Certosa, oltre alla cappella dedicata ai caduti fascisti che
si trovava presso la Casa del Fascio, in via Manzoni, 4, attuale
sede del Museo civico medievale.
I Gruppi rionali fascisti, l'occhio del regime
"Vita fascista" riporta molte notizie sull'attività
dei Gruppi rionali fascisti, le sedi circoscrizionali del PNF presenti
nei grandi centri urbani.
Si trattava di vere e proprie Case del Fascio decentrate, ubicate
nei luoghi strategici della città, pensate con l'obiettivo
di effettuare in modo capillare la sorveglianza politica della popolazione
(specialmente in zone "infette" dove vi era ancora una
forte presenza di antifascisti) e diffondere ovunque la propaganda
del PNF:
"Il gruppo controlla, con occhio vigile, il quartiere e la
contrada, la famiglia e l'individuo." (Torquato Nanni, Leandro
Arpinati e il Fascismo bolognese, Bologna, edizioni Autarchia,
1927, p. 150).
Svolgevano una intensa attività non solo politica, ma anche
assistenziale, culturale e ricreativa, con l'intento di fascistizzare
ogni momento della vita, anche privata, dei cittadini.
Ogni gruppo (17 nel 1930, 13 nel 1939) era retto da un fiduciario
nominato dal federale di Bologna, ed era intitolato ad un martire
della Rivoluzione fascista, tranne uno, intitolato fino al 1933
a Leandro Arpinati, prima che cadesse in disgrazia.
Il controllo capillare del territorio era assicurato da ulteriori
sedi decentrate, i Settori, piccoli nuclei dipendenti dal Gruppo
rionale della zona (erano 29 negli anni 1937-38).
I Gruppi rionali fascisti nel 1933
1. Leandro Arpinati, via degli Angeli, 16
2. Celestino Cavedoni, S. Viola (via Emilia Ponente, 131)
3. Filippo Corridoni, Viale Masini, 5
4. Edgardo Gardi, c/o castello Cassarini, via Castelmerlo, 6
5. Gesù Ghedini, a Corticella
6. Giulio Giordani, via Saragozza, 217
7. Natalino Magnani, Piazza di Porta S. Stefano
8. Sebastiano Monari, via Toscana, 69-71
9. Clearco Montanari, alla Pescarola
10. Gian Carlo Nannini, via Luigi Serra, 7
11. Oscar Paoletti, via P. Muratori, 1/2
12. Andrea Tabanelli, a Porta Lame
13. Giorgio Tinti, al Pontevecchio (via Oretti, 21)
14. Augusto Baccolini, a Monte Donato
(Testi e scelta delle immagini a cura di Maurizio Avanzolini)
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Novembre-dicembre 1936
Decima Legio. |
Aprile 1927
Casa del fascio. Cappella dedicata ai Caduti
fascisti. |
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Marzo 1935
Gruppo rionale fascista "Clearco Montanari",
alla Pescarola. |
Novembre 1933
Gruppo rionale fascista "Giorgio Tinti",
al Pontevecchio (via Oretti 21).
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Gennaio 1934
Gruppo rionale fascista "Natalino Magnani",
Piazza di Porta S. Stefano. |
Novembre 1934
Gruppo rionale fascista "Filippo Corridoni",
Viale Masini, 5. |
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Le cosiddette "cartoline rosse
di Starace" (Achille Starace, segretario nazionale
del PNF), con cui si era precettati per svolgere servizi in
occasione di manifestazioni del regime.
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Il precettato della cartolina in
alto doveva presentarsi in servizio, in divisa, per una adunata
in occasione dell'anniversario della Marcia su Roma del 28 ottobre
1922. Il precettato della cartolina in basso si dichiara ammalato. |
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PNF. Gioventù italiana del Littorio.
Comando federale giovani fascisti. X legio.
Comando rionale giovani fascisti " N. Magnani"
Ruolino di squadra. S.d.
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Nei ruolini di squadra il comandante
della squadra compilava una scheda di ogni fascista iscritto
al gruppo rionale (professione, titolo di studio, esperienze
nell'uso delle armi, possesso della divisa etc), annotando la
partecipazione alle varie adunate. |
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