Biblioteca dell'Archiginnasio, 5 giugno – 7 luglio 2007
   
     
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Vita fascista (1)
   
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La prima visita
Il 31 ottobre 1926 Mussolini visitò ufficialmente Bologna per la prima volta.
Con accanto il fedele Arpinati, non ancora podestà ma federale di Bologna, inaugurò il nuovo stadio, il Littoriale. La rivista del Comune dedicò all'evento diverse pagine, corredate da numerose foto, ma nulla di paragonabile al numero monografico che fu stampato per la seconda visita, nel 1936.
Nel 1926 il culto del Duce era ancora agli inizi ed il Fascismo non aveva ancora imposto la dittatura totale. Fu proprio il proiettile che sfiorò Mussolini all'inizio di via Indipendenza, con il linciaggio di Anteo Zamboni presunto attentatore, che fu preso a pretesto per emanare le Leggi eccezionali che dettero il colpo finale alla democrazia.
Nel 1927 Mussolini definì il Fascio di Bologna fedele Decima Legione, riferendosi ad un passo del De bello gallico di Giulio Cesare:
" …legionarios eo milites legionis decimae, quod ei maxime confidebat…" (42, I).
La definizione piacque ai fascisti bolognesi, che l'adottarono stabilmente.

Dieci anni di Fascismo
Ben diverso l'impegno profuso dalla rivista del Comune nel 1932, per il Decennale della Rivoluzione fascista: viene stampato un numero speciale di 100 pagine, in grande formato, con un ritratto del Duce in copertina. Il potere di Mussolini è ormai totale, gli oppositori sempre più isolati e perseguitati. Impressionanti le definizioni del Duce che compaiono sulla stampa, in una gara continua nell'adulare e venerare il capo del Fascismo.
Alla fine del 1932, come ulteriore passo verso la completa dittatura, l'iscrizione al PNF (Partito nazionale fascista) diventa obbligatoria per essere ammessi ai concorsi della pubblica amministrazione

La seconda visita
Quando nel 1936 Mussolini visitò Bologna per la seconda volta, il culto del Duce, fondatore dell'Impero, era al culmine.
Achille Starace, segretario nazionale del PNF dal 1931 al 1939, è il grande "regista" della propaganda e dell'immagine del regime, ma è anche, su ordine di Mussolini, il liquidatore di Leandro Arpinati e dei suoi fedeli, inviati al confino di polizia o esiliati in altre città.
"La intrepida fedele Decima legione della Rivoluzione fascista", ormai decapitata ed epurata dagli arpinatiani per infedeltà al Duce, non sarà mai più "il quadrivio strategico della Rivoluzione", altra definizione del Fascio bolognese dello stesso Mussolini.

La prima visita
Ottobre 1926
La prima visita

Decennale Ottobre 1932
Il numero speciale dedicato al Decennale della Rivoluzione fascista.
   
Ottobre 1932
In un articolo si immagina Bologna che festeggia il 50° anniversario della Rivoluzione fascista, nel 1972, con immagini del centro storico in stile futurista.
La seconda visita.
Ottobre 1936
La seconda visita.
 

Gli oppositori
La repressione degli antifascisti fu effettuata con metodi legali (magistratura ordinaria e Tribunale speciale, controlli e arresti di polizia, diffide, confino) e con metodi illegali (uccisioni, bastonature, olio di ricino).
Questi alcuni dati per Bologna, dal 1922 al 1943:
- antifascisti uccisi: 110-115
- arrestati e processati dal Tribunale speciale: 1005
- condannati dallo stesso tribunale: 384
- inviati al confino senza processo, fino a 5 anni, con provvedimento amministrativo: 527
- alcune migliaia di antifascisti ebbero il “bando”, dovettero cioè emigrare in altre città o regioni, in quanto accusati di avere resistito alle squadre fasciste
- sconosciuto, ma alto, il numero degli oppositori condannati dalla magistratura ordinaria, arrestati e diffidati dalla polizia
- sconosciuto anche il numero delle persone bastonate e costrette a bere olio di ricino.
Fonte: Nazario Sauro Onofri, Il triangolo rosso : la guerra di liberazione e la sconfitta del fascismo, 1943-1947, Roma, Sapere 2000, 2007, p. 20-23.

(Testi e scelta delle immagini a cura di Maurizio Avanzolini)


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