Ritratto di Domenico Zanichelli
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Quintogenito di Nicola e di Giuseppa Biondini,
Domenico vide la luce il 28 luglio del 1858. Ricevette il nome
assegnato in precedenza al quarto figlio (nato e vissuto per pochi
mesi nel 1856) e che era, a sua volta, il nome del nonno: Nicola,
infatti, era figlio di Domenico e di Rosa Violi.
L'attività paterna permise certamente a Domenico di entrare presto
in contatto con alcune fra le personalità più eminenti della scena
bolognese, tra le quali spicca certamente la figura di Marco
Minghetti, uno dei più illustri rappresentanti della Destra
storica. Iscritto a giurisprudenza, non mancò - come ricorda egli
stesso - di frequentare anche le lezioni di Giosue Carducci, in
parte per dovere (il regolamento prescriveva agli studenti di legge
di frequentare almeno un corso della Facoltà letteraria) e in parte
certamente per interesse personale: la figura di Carducci,
specialmente in ragione delle prime fasi della sua attività
poetica, ispirate a un fervente e combattivo radicalismo intessuto
di idealità repubblicane, non mancava di presentare aspetti
controversi, con i quali Zanichelli - proveniente da una famiglia
di orientamento moderato, e di orientamento moderato egli stesso,
seguace com'era del partito liberale storico - non poteva non
misurarsi; Carducci divenne quindi oggetto di studio privilegiato,
nella sua molteplice veste di poeta e di storico, nonché di
esponente del versante risorgimentale di ispirazione
democratica.
Inquadrando Carducci nell'ambito dello sviluppo della neonata
tradizione nazionale, unificata prima nella letteratura che nella
politica, Zanichelli si avvicinava anche all'oggetto più
propriamente giuridico dei propri studi, vale a dire il
costituzionalismo storico. Dal maestro Cesare Albicini (docente di
diritto costituzionale all'ateneo bolognese), apprese che lo studio
del diritto costituzionale non può scindersi da considerazioni di
carattere storico-politico. Ne scaturiva un orientamento inteso a
fare del diritto costituzionale la forza motrice dell'educazione
civica, in linea con le più autentiche istanze risorgimentali; un
orientamento destinato, probabilmente, a rimanere minoritario nello
sviluppo successivo del costituzionalismo italiano.
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Domenico Zanichelli, La jeunesse de Vincenzo Gioberti,
1889
L'opuscolo reca un'etichetta che lo attesta come dono alla
Biblioteca dell'Archiginnasio di Teresita Mariotti Zanichelli,
1911. |
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Lettera di Giosue Carducci a Domenico
Zanichelli, 13 aprile
1893
Nella lettera Carducci cita lo studio di
Zanichelli pubblicato con il titolo La jeunesse de Vincenzo
Gioberti (Rome, Forzani et C., 1889):
"Caro Domenico, (...) Ho riletto con gran piacere e vantaggio
altri degli studi [tuoi], quelli nominatamente sul Gioberti e sul
Balbo: con molto vantaggio per ciò che sto pensando su la storia
delle idee nel Risorgimento". |
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Domenico Zanichelli, Del governo di Gabinetto, 1889 |
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Domenico Zanichelli, Studi di storia costituzionale e politica del
Risorgimento italiano,
1900
Il volume reca l'ex-libris della Biblioteca
della Casa del Fascio di Bologna, con l'indicazione di provenienza
"Omaggio: Zanichelli" (si tratta probabilmente della Casa editrice
Zanichelli). |
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