Prima di tutto perché è stata la prima donna
a lavorare in una biblioteca comunale a Bologna, e non è
poco.
Certo, Teresita Mariotti Zanichelli non è famosa, non ci ha
lasciato poesie o opere d'arte, non ha fatto grandi scoperte,
nessuno ha scritto sul suo conto. Si tratta di una persona come
tante, destinata a non lasciare tracce nella storia.
Un altro episodio della sua vita, per quel poco che sappiamo di
lei, ci ha colpiti: la presenza di Giosue Carducci e Carlo Malagola
come testimoni al suo matrimonio, nel 1886.
Tutto qui, forse non abbastanza per dedicarle una mostra? Perché
non occuparsi, ad esempio, del marito, Domenico Zanichelli,
brillante giurista dal cognome famoso?
In realtà , è proprio la normalità di Teresita l'elemento pregnante
di questa mostra, per due motivi. Le sue vicende personali ci
dicono molto sulla condizione delle donne dopo l'Unità d'Italia,
fino a tutto il periodo fascista: che istruzione ricevevano, che
lavori potevano svolgere, quanto erano pagate e che possibilità
avevano di fare carriera.
Un altro elemento interessante riguarda le fonti utilizzate per la
mostra: dove trovare informazioni su persone non celebri, di cui
nessuno si è mai occupato, ad esempio immagini fotografiche,
testimonianze del loro lavoro, informazioni sulla famiglia e sulla
vita quotidiana?
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Forse Teresita si stupirebbe se sapesse che
l'Archiginnasio, dove ha lavorato come precaria per 22 anni, le ha
dedicato una mostra, tutta per lei.
Speriamo solo di non avere invaso troppo la sua privacy... a
proposito, è nata esattamente 150 anni fa, nel 1861, proprio come
l'Italia Unita: auguri, Teresita. |
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