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Album per le nozze Zanichelli-Mariotti,
1886-1887 |
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L'elegante album, che reca inciso sulle
decorazioni metalliche della coperta il monogramma "TM" [Teresita
Mariotti], contiene disegni, scritti di genere letterario e dediche
agli sposi di Giosue Carducci, Severino Ferrari, Corrado Ricci,
Olindo Guerrini, Vittorio Rugarli e di altri amici e conoscenti
della coppia.
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Dedica autografa di Isabella de' Manzoni
all'amica Teresita
7 settembre 1886.
In questo libro, destinato ad accogliere
poetici pensieri ed eletti concetti, io
scrivo la data del tuo matrimonio, perché
essa ha per te la più dolce delle poesie.
Vivi felice e rammenta talvolta.
L'amica tua Isabella de' Manzoni (da Siena). |
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Caricatura di
giovane uomo [lo sposo, Domenico
Zanichelli?], disegno a penna
firmato Alboretti [?] |
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Dama e
cavaliere, disegno a penna non
firmato |
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Diavoletto
che porge un biglietto augurale (Sii felice. Armellini), disegno a
penna |
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Paesaggio marino con
pescatore, acquerello firmato "C.
Pericciuoli" |
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Dedica autografa di Giosue
Carducci |
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Morte del re
Fredun, testo originale in lingua
persiana del poeta epico Firdusi, trascritto da Vittorio
Rugarli. |
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Endecasillabi rimati autografi di
Severino Ferrari, forse riferiti
alla sposa
Io dico: son due gigli quali auliscono negli orti freschi,
quelle man sottili che dai polsini fuor bianche fioriscono: ma le
braccia, oh le braccia: in che languori godon mostrarsi, in che
fulgor gentili se ignude s'alzan dal corsetto fuori: tali di un
cigno le bianchissime ali, vogante un fiume, immote
trionfali |
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Dedica autografa di Giuditta
Contesini
Ti vidi gaia fanciulla: qual fiore leggiadro schiudevi
le tue grazie soavi in quella terra che i genii dell'arte
al Bello edùca [Belluno, dove Teresita era vissuta dai
sei agli undici anni], quel Bello, da cui nome prende
ed uno fra l'Alpi grandeggia. Nello splendore di giovinezza
t'incontrai in questo suolo, che dai dotti si noma [Bologna]:
ti conobbi fiero orgoglio, all'ombra fidata, della tua
madre cara, e del fratello l'amore; desiderio di quanti
i tuoi pregi ammira, degli amici nobile vanto. Ed ora
ti saluto, sposa felice all'uomo, cui sua mente tu comprendi,
e a te del cuore ei gli affetti indovina e in sé li
accoglie. Coi voti t'accompagno in quell'alma terra
dei Grandi, la terra dell'eterno sorriso, che i dolori
attuta e le gioie fa beate [Firenze, dove gli sposi
andarono a vivere dopo il matrimonio]. Là forse ti rivedrò
madre oculata ad un prode o ad un genio futuro, che
sarà d'Italia una gloria od un fido campione dell'onore;
poiché tu allora col pensiero ritornerai alla
madre, che t'educò gentile, forte e pia; e gli
anni di lei ritesserai più saldi coi vincoli di quell'amore
che fa santa la vita, gagliarda la fede e l'imagin rende
della virtù divina.
Bologna, settembre 1886.
Contesini Giuditta. |
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