Archiweb - Biblioteca dell'Archiginnasio
Le due vite di Teresita. Agli inizi del lavoro femminile in biblioteca.

Mostra organizzata
dal 4 marzo all'8 maggio 2011
presso la Biblioteca comunale
dell'Archiginnasio
di Bologna

   
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Album di nozze

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Album per le nozze Zanichelli-Mariotti, 1886-1887
 

L'elegante album, che reca inciso sulle decorazioni metalliche della coperta il monogramma "TM" [Teresita Mariotti], contiene disegni, scritti di genere letterario e dediche agli sposi di Giosue Carducci, Severino Ferrari, Corrado Ricci, Olindo Guerrini, Vittorio Rugarli e di altri amici e conoscenti della coppia.


Clicca per ingrandire   Dedica autografa di Isabella de' Manzoni all'amica Teresita

7 settembre 1886.

In questo libro, destinato ad accogliere poetici pensieri ed eletti concetti, io scrivo la data del tuo matrimonio, perché essa ha per te la più dolce delle poesie. Vivi felice e rammenta talvolta.

L'amica tua Isabella de' Manzoni (da Siena).

 

       
Clicca per ingrandire Caricatura di giovane uomo [lo sposo, Domenico Zanichelli?], disegno a penna firmato Alboretti [?] Clicca per ingrandire Dama e cavaliere, disegno a penna non firmato

Clicca per ingrandire Diavoletto che porge un biglietto augurale (Sii felice. Armellini), disegno a penna Clicca per ingrandire Paesaggio marino con pescatore, acquerello firmato "C. Pericciuoli"

Clicca per ingrandire Dedica autografa di Giosue Carducci Clicca per ingrandire Morte del re Fredun, testo originale in lingua persiana del poeta epico Firdusi, trascritto da Vittorio Rugarli.

Clicca per ingrandire Endecasillabi rimati autografi di Severino Ferrari, forse riferiti alla sposa

Io dico: son due gigli quali auliscono negli orti freschi, quelle man sottili che dai polsini fuor bianche fioriscono: ma le braccia, oh le braccia: in che languori godon mostrarsi, in che fulgor gentili se ignude s'alzan dal corsetto fuori: tali di un cigno le bianchissime ali, vogante un fiume, immote trionfali
Clicca per ingrandire Dedica autografa di Giuditta Contesini

Ti vidi gaia fanciulla: qual fiore leggiadro schiudevi le tue grazie soavi in quella terra che i genii dell'arte al Bello edùca [Belluno, dove Teresita era vissuta dai sei agli undici anni], quel Bello, da cui nome prende ed uno fra l'Alpi grandeggia. Nello splendore di giovinezza t'incontrai in questo suolo, che dai dotti si noma [Bologna]: ti conobbi fiero orgoglio, all'ombra fidata, della tua madre cara, e del fratello l'amore; desiderio di quanti i tuoi pregi ammira, degli amici nobile vanto. Ed ora ti saluto, sposa felice all'uomo, cui sua mente tu comprendi, e a te del cuore ei gli affetti indovina e in sé li accoglie. Coi voti t'accompagno in quell'alma terra dei Grandi, la terra dell'eterno sorriso, che i dolori attuta e le gioie fa beate [Firenze, dove gli sposi andarono a vivere dopo il matrimonio]. Là forse ti rivedrò madre oculata ad un prode o ad un genio futuro, che sarà d'Italia una gloria od un fido campione dell'onore; poiché tu allora col pensiero ritornerai alla madre, che t'educò gentile, forte e pia; e gli anni di lei ritesserai più saldi coi vincoli di quell'amore che fa santa la vita, gagliarda la fede e l'imagin rende della virtù divina.

Bologna, settembre 1886.

Contesini Giuditta.

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Credits | Data di creazione: aprile 2011
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