Clicca per ingrandire
|
8 - Fondo Giovanni Boeris |
|
SCHEDA
FONDI NEL WEB >>
Il fondo è
stato donato allArchiginnasio nel 1938. Il lascito è
divenuto effettivo nel 1946, dopo la morte del Boeris, ma è
pervenuto allArchiginnasio solo nel 1961.
Albano Sorbelli, direttore dellArchiginnasio dal 1904 al 1943,
che ha ammirato la libreria Boeris nella collocazione originale,
lha così definita: "Magnifica
formata
con sapiente cura di studioso e di scienziato e con illuminato amore
di bibliofilo".
Le monografie e gli opuscoli antichi e moderni del fondo Boeris
sono stati catalogati tra il maggio 2002 ed il settembre 2003, i
periodici nel corso del 2007. Prima della catalogazione il fondo
è stato spolverato e ordinato cercando di riunire le collezioni
e i volumi di argomento simile.
Il fondo consiste di 7.496 documenti, di cui 506 periodici. Intorno
a un nucleo dedicato alla mineralogia, conserva opere di geologia,
vulcanologia, botanica, astronomia, paleontologia, fisica, chimica,
agricoltura e idraulica. Oltre alle opere scientifiche sono da segnalare
significative presenze nel campo storico, letterario ed artistico,
che testimoniano la pluralità di interessi di Boeris.
Tutto il fondo è caratterizzato dalla presenza del suo ex libris (timbro con iniziali "GB") sul frontespizio.
Giovanni Battista Boeris (Chivasso,
1867 - Bologna, 1946) dopo la laurea in Scienze a Pavia nel 1890
ed in Chimica a Bologna nel 1893 si orientò verso linsegnamento.
È stato professore di Mineralogia nelle Università
di Sassari, Parma e, dal 1905, a Bologna, successore di Luigi Bombicci,
titolare della prima cattedra di questa disciplina. Ha ricoperto
la carica di direttore del Museo di Mineralogia dal 1905 al 1937,
sistemandone e incrementandone le collezioni.
I suoi studi sono perlopiù rivolti ad illustrare i minerali
di alcuni giacimenti italiani, da quello dei Colli Euganei (cristalli
di tridimite) a quelli della Val dAosta e Val dAla,
contributi fondamentali alla conoscenza dei minerali di quelle zone
alpine. Ha svolto inoltre ricerche sui minerali dellAppennino
bolognese, della Val Malenco e della Val di Fassa, raccogliendo
durante le sue escursioni un vasto materiale donato poi al Museo
di Mineralogia dellUniversità di Bologna.
Negli ultimi anni di vita si dedicò allo studio degli idrocarburi
cristallizzati. A lui si deve lidentificazione della simonellite,
un idrocarburo originato per trasformazione naturale dalla lignite.
Socio dellAccademia delle Scienze dellIstituto di Bologna
e socio nazionale dal 1928 dellAccademia dei Lincei, fu nominato
professore emerito nel 1938.
>> I
DOCUMENTI ESPOSTI |