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7 - Fondo Casa del Fascio |
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Il fondo Casa
del Fascio (CdF), confluito nella Biblioteca Popolare del Comune di
Bologna al termine del secondo conflitto mondiale, venne poi in gran
parte depositato in locali di via de Foscherari e successivamente
negli scantinati dellAssessorato alla Cultura (via Oberdan,
24) fino al 2001, quando venne recuperato e trasferito presso la Biblioteca
dellArchiginnasio. Attraverso lo studio di alcuni registri inventariali
danteguerra, purtroppo frammentari, si è potuto procedere
al ripristino della disposizione che i volumi avevano originariamente
allinterno della Casa del Fascio.
Il fondo, grazie al contributo della Fondazione del Monte di Bologna
e Ravenna, è stato catalogato nella banca dati del Servizio
Bibliotecario Nazionale in parte nel 2002 e in parte tra il 2004 e
il 2005; esso consiste di circa 10.650 unità bibliografiche
(di cui 580 libri antichi), non conteggiando i periodici, ancora in
fase di trattamento.
La biblioteca della Casa del Fascio, che sin dagli inizi assunse carattere
enciclopedico, comprendeva opere di carattere generale, testi di storia,
diritto, letteratura, in particolare narrativa e poesia, un nucleo
significativo di opere di cultura e propaganda fasciste, oltre ad
un numero consistente di testi della cosiddetta editoria selfhelpista,
in particolare Manuali Hoepli, che avevano una collocazione specifica
contraddistinta dalla sigla "M-H". Si segnalano numerose edizioni
antiche, soprattutto di classici della letteratura, volumi con dediche
autografe di scrittori e politici del regime a personaggi quali Benito
Mussolini, Leo Longanesi, Luigi Federzoni, Leandro Arpinati, belle
edizioni futuriste, volumi ed opuscoli appartenuti ad Antonio Cervi
(1862-1923), critico teatrale de "Il Resto del Carlino" dal 1889 al
1923 e padre dellattore Gino Cervi.
Istituita nel 1922 da Leandro Arpinati, segretario
della Federazione provinciale dei Fasci di Combattimento e, in seguito,
primo Podestà di Bologna, e diretta da Aldo Bartolini, la biblioteca
aperta al pubblico nella primavera del 1925 nella sede della
Casa del Fascio di Bologna, al primo piano di palazzo Ghisilardi
(via Manzoni, n.4) possedeva un patrimonio originario di circa
17.000 unità bibliografiche fra volumi e periodici, distribuito
su tre sale, una delle quali adibita a sala di lettura.
Il Fondo Biblioteca della Casa del Fascio
dal 2001 è ora conservato presso la Biblioteca dell’Archiginnasio.
Aperta con orario continuato dalle dieci a mezzanotte nei giorni
feriali allepoca unica in Italia ad offrire un servizio
così esteso e per qualche ora la domenica, chiusa
solamente in agosto, era frequentatissima da studenti, non solo
italiani, e cittadini, anche dei ceti popolari, arrivando ad una
media di quasi trecento persone al giorno e svolgendo dunque appieno
sia la funzione di biblioteca pubblica sia quella di centro di diffusione
dell'ideologia fascista e organo importante per la propaganda di
regime.
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