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La biblioteca
fu donata da Leone Bolaffio con lascito testamentario al Comune
di Bologna. Il Comune destinò i materiali allArchiginnasio,
in accordo con il direttore Albano Sorbelli. I volumi furono trasportati
in questa sede il 15 marzo 1940 e furono registrati a partire dal
4 luglio 1941.
Il fondo Bolaffio è stato pesantemente colpito dal bombardamento
del 29 gennaio 1944 che ha causato la dispersione di gran parte
del materiale. A partire dal dicembre del 2006, il materiale recuperato
nei primi anni del dopoguerra è stato spolverato e ordinato
e si è avviata, grazie al contributo della Fondazione Cassa
di Rispamio in Bologna, la catalogazione allinterno del Servizio
Bibliografico Nazionale (Sbn).
Dal registro dingresso risultano 2.836 volumi e opuscoli,
antichi e moderni, prevalentemente di carattere giuridico. I suoi
scritti, in particolare gli opuscoli, si trovano raccolti in diverse
miscellanee con legatura omogenea. È presente anche un piccolo
nucleo di libri relativi alla tecnica stenografica.
Leone Bolaffio,
nato a Padova da famiglia ebraica nel 1848, dopo aver conseguito
la laurea in Giurisprudenza nellAteneo padovano intraprese
la carriera forense a Venezia. Allesercizio dellavvocatura
affiancò linsegnamento presso il locale Istituto tecnico.
Nel 1888 succedette a Cesare Vivante nella cattedra di Diritto commerciale
dellUniversità di Parma e nel 1898 si trasferì
allUniversità di Bologna.
Fu fondatore della "Temi veneta" (1876-1900), condirettore
con Vidari dell'"Annuario critico della giurisprudenza
commerciale" (1883-1914) e autore di opere come Il concordato
preventivo secondo le sue tre leggi disciplinatrici (Torino,
UTET, 1932).
Collaborò alla preparazione di vari testi legislativi. Fu
membro della Commissione per la riforma del Codice di commercio
costituita nel 1919 dal ministro Mortara e fece parte della Sottocommissione
del 1923 presieduta da Mariano DAmelio. Ebbe infine una parte
di rilievo nella stesura della legge del 4 maggio 1903 sul concordato
preventivo.
Fin dagli anni giovanili nutrì un profondo interesse per
la stenografia, sfociato nella fondazione della prima Società
stenografica e nella pubblicazione de La stenografia italiana
secondo il sistema di Gabelsberger (Padova, Sacchetto, 1871). Collaborò
in qualità di stenografo con vari giornali e scrisse regolarmente
sul giornale specializzato "Lo Stenografo".
A causa delle leggi razziali del 1938, venne progressivamente escluso
dalla vita accademica. Morì a Bologna nel 1940.
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