| Nei primi anni di vita della Biblioteca Popolare il 
            gruppo dei lettori in sede, interessati per lo più dalla lettura 
            di giornali e riviste, prevale su quello dei lettori a domicilio. 
            Gli utenti crescono costantemente nei primi anni, ad eccezione del 
            periodo bellico (1915-1918) quando evidentemente molti giovani maschi 
            erano al fronte. Dopo il 1923 i lettori, in sede e a domicilio, diminuiscono 
            sensibilmente. Fra le ragioni di questo calo Sorbelli cita la soppressione dellabbonamento 
            ai giornali (dal 1924) e la concorrenza della Biblioteca della Casa 
            del Fascio, che praticava un orario di apertura molto ampio a fronte 
            di una forte riduzione di quello della Biblioteca Popolare.
 Per quanto riguarda i generi delle opere, quasi il 70% di quelle consultate 
            in sede è costituito da giornali e riviste (esclusi dal prestito), 
            mentre il resto è ripartito in maniera equilibrata fra i vari 
            generi. Fra le opere richieste in prestito, la maggior parte (42%) 
            rientra nella categoria letteratura amena, il 21% sono libri di storia 
            e geografia mentre gli altri generi hanno consistenze fra l11 
            e il 15%.
 I dati sono ricavati dalle Relazioni del direttore Albano Sorbelli 
            pubblicate su «LArchiginnasio». Negli anni 1919-1920 
            il dato dei lettori in sede non è fornito.
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