Prima del 1909. Gaspare Ungarelli e l’apertura serale dell’Archiginnasio
1° luglio 1909. Albano Sorbelli e l'inaugurazione della Biblioteca Popolare
1909-1929. I primi vent’anni della Biblioteca Popolare
La Casa del Fascio di Bologna e la sua Biblioteca
1929-1944. I destini incrociati della Biblioteca della Casa del Fascio e della Biblioteca Popolare
Il dopoguerra: dalla Biblioteca Popolare alla Centrale di Palazzo Montanari
La biblioteca dei ragazzi ai Giardini Margherita
Il Consorzio provinciale pubblica lettura
Le biblioteche di quartiere (1)
Le biblioteche di quartiere (2)
Il progetto della Biblioteca Sala Borsa
 
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Statistiche - La Biblioteca popolare 1910-1928: le opere consultate
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Data di creazione: agosto 2009
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1909-1929. I primi vent’anni della Biblioteca Popolare



La foto, del 1910, mostra l’allestimento dato alla sala di lettura della Biblioteca Popolare all’interno del vasto salone settecentesco progettato dall’architetto Giuseppe Antonio Ambrosi.

Il patrimonio iniziale della Popolare venne formato da Albano Sorbelli scegliendo 3.000 volumi tra gli oltre 40.000 duplicati dell’Archiginnasio, ma soprattutto acquistando circa 5.000 libri nuovi, moderni, «opere dilettevoli ed istruttive», oltre a numerosi quotidiani e riviste. Affidata alle cure di un distributore dell’Archiginnasio che, insieme a un collaboratore, ne garantiva l’apertura invernale con un orario giornaliero di dieci ore (9–16; 19–22), sette nel periodo estivo (9–13; 16–19) e tre (dalle 9 alle 12) nei giorni festivi, la Biblioteca Popolare era aperta in media 335 giorni all’anno — toccando anche punte di ben 352 — per tutto il periodo durante il quale mantenne la sua sede in via Castiglione 40.
Fu soprattutto l’apertura serale dei mesi invernali a determinare l’ingresso in biblioteca di operai e lavoratori in genere, che formavano la metà dell’utenza del nuovo servizio. Il Regolamento approvato nel 1910 lascia trasparire un’attenzione particolare verso il pubblico, che poteva suggerire titoli da acquistare, tramite un registro di desiderata, e anche presentare reclami «contro gli impiegati e gli inservienti della Biblioteca». Erano poi a disposizione di tutti i cataloghi: due alfabetici, per autori e per soggetti, uno sistematico per materie.
Il prestito di volumi a domicilio era concesso senza limitazioni particolari. Proprio la gran quantità di volumi prestati — soprattutto romanzi e libri per ragazzi — insieme ai dati relativi ai giornali letti in sede, ci danno la misura del successo di questa, che fu la prima biblioteca bolognese d’informazione generale.


La lettura dei giornali fu uno dei servizi di maggior successo della Popolare. In particolare, negli anni della Grande Guerra moltissimi frequentavano la Biblioteca per leggere, sui giornali illustrati, i resoconti degli avvenimenti che più colpivano l'immaginario collettivo.
La copertina della "Domenica del Corriere" disegnata da Achille Beltrame illustra il fatto di maggior rilievo trattato nel numero del giornale, l'affondamento del transatlantico britannico Lusitania che - partito da New York per raggiungere Liverpool - il 7 maggio 1915, al largo delle coste irlandesi, fu silurato da un sommergibile tedesco. L'affondamento provocò moltissime vittime civili, compresi numerosi passeggeri americani, e scosse profondamente l'opinione pubblica.

 

I tre volumi, rilegati in tela grigiastra, con stampigliati nome della biblioteca, timbro e, sul dorso, la segnatura di collocazione, sono un chiaro esempio di come si cercasse di preservarli dall'usura dovuta ai frequentissimi prestiti a domicilio. Sorbelli, infatti, raccomandava che

"le legature siano robuste ma semplici; colle cuciture ben resistenti, gli angoli difesi, di facile apertura. Si fanno di solito in tela o dermoide o mezza tela, di colore grigio o scuro perchè meno facilmente si insudicino passando di mano in mano".

Luigi Capello, Per la verità; Alberto Malatesta, Le confessioni di un socialista; Arrigo Boito, Novelle e riviste drammatiche


Virgilio Marchi, Architettura futurista, Foligno, Campitelli, 1924

Schede del catalogo per autori e del catalogo per soggetti.
Le schede, tutte riferite al volume del De Marchi, sono un esempio dei cataloghi messi a disposizione del pubblico, quello per autori (scheda bianca) e quello per soggetti (schede arancioni).
 
Il volume Architettura futurista fu donato dall'autore a Cesare Ratta, tipografo, editore e, soprattutto, promotore della Scuola Professionale Tipografica di Bologna: si deduce dalla dedica manoscritta, datata "Roma, settembre 1926", posta sul primo foglio bianco del libro.
La presenza di un volume appartenuto a Cesare Ratta, morto nel 1938, conferma l'acquisizione della sua biblioteca da parte del Comune di Bologna, che la destinò - almeno in parte - alla Popolare, dove "la collezione di libri del "fondo Ratta"" era già presente nel giugno del 1939.


"Relazione sul
passaggio della
Biblioteca Popolare
Comunale alla
Casa del Fascio",
14 dicembre 1929

Il passaggio dalla Biblioteca popolare comunale alla Casa del Fascio
Luigi Donati, addetto alla Biblioteca Popolare, con questa relazione informò il Direttore dell'Archiginnasio, da cui dipendeva la Popolare, delle modalità operative del trasloco. Albano Sorbelli aveva concordato alcuni mesi prima - nel luglio 1929 - il trasferimento, dovuto alla necessità di assegnare i locali di Santa Lucia a una scuola di avviamento al lavoro (la Scuola di liuteria Mozzani).
Pur definendo "un sacrificio" il fatto di dover "abbandonare un locale splendido, fatto apposta - sino dal sec. XVIII - per una biblioteca ad uso del popolo, anzi la prima biblioteca pubblica e di pubblico uso che sorgesse in Bologna", ringraziò il Delegato podestarile perché

"quasi a compenso e a conforto di tale allontanamento, Ella offerse a nuova sede della Biblioteca Popolare la Casa del Fascio, centro ben noto e da tutti apprezzato di vita, di politica (intesa nel senso più profondo), di cultura ... Sono persuaso infatti che la Biblioteca Popolare Comunale, accanto a organismi vitali e operanti, riacquisterà tutto l'antico prestigio".



Arturo Marescalchi, L'agricoltura nel decennale
La presenza, fra i libri della Biblioteca Popolare, di questo come di altri volumi di celebrazione del Regime documenta l'avvenuta trasformazione della biblioteca pubblica in centro di diffusione dell'ideologia fascista e organo importante per la propaganda.
Era quindi naturale che la Biblioteca Popolare del Comune e quella della Casa del Fascio, che coabitarono nella stessa sede dal 1929, fossero considerate "l'una [...] strettamente complementare all'altra".


Aristide Contessi, Fiamme sul littorio. Liriche del tempo nostro
Sulla copertina del volume, il nome di Aristide Contessi è accompagnato dall'appellativo "sansepolcrista", attribuito a tutti coloro che il 23 marzo 1919 si riunirono, insieme a Mussolini, in piazza San Sepolcro a Milano per fondare i Fasci italiani di combattimento, un movimento ferocemente antisocialista che intendeva combattere gli avversari non attraverso il dibattito politico, ma con l'azione diretta, violenta e squadrista. Sulla prima pagina bianca compare poi la dedica autografa dell'autore "al valoroso camerata Giorgio Pini con deferente fraternità fascista", datata 11 novembre 1937. Aristide Contessi, redattore de "Il Giornale dell'Arte", lo offrì dunque in dono al giornalista bolognese Giorgio Pini che, dal 1923 al 1928, fu direttore del periodico "L'Assalto", organo della federazione dei Fasci di combattimento di Bologna, e dal 1936 redattore capo de "Il Popolo d'Italia". Diresse inoltre il Resto del Carlino dal 1928 al 1930 e dal 1943 al 1945.


Albano Sorbelli, Piccola guida per le biblioteche scolastiche e popolari
Sorbelli, direttore dell'Archiginnasio e fondatore della Biblioteca Popolare del Comune di Bologna, fu molto attivo anche nel settore della formazione professionale dei bibliotecari. Fu docente universitario a Bologna dove, per gli effetti della riforma Gentile, che sancì il riconoscimento degli insegnamenti universitari di biblioteconomia e bibliografia, era stata istituita una Scuola per archivisti e bibliotecari. Si impegnò anche per la preparazione del personale addetto alle biblioteche popolari, sia sollecitando provvedimenti in merito all'organizzazione di corsi di formazione specifici, sia collaborando alla realizzazione degli stessi. Sorbelli era infatti convinto che "il personale delle biblioteche del popolo non può [...] essere reclutato a caso, servendosi del primo che capita con un poco di buon volere: ma ha bisogno di una preparazione speciale". Questo manuale, rivolto ai frequentatori dei corsi promossi a partire dal 1935 dal Ministero dell'Educazione Nazionale, costituisce una sintesi efficace delle teorie biblioteconomiche del tempo, compresa la prassi catalografica.