Prima del 1909. Gaspare Ungarelli e l’apertura serale dell’Archiginnasio
1° luglio 1909. Albano Sorbelli e l'inaugurazione della Biblioteca Popolare
1909-1929. I primi vent’anni della Biblioteca Popolare
La Casa del Fascio di Bologna e la sua Biblioteca
1929-1944. I destini incrociati della Biblioteca della Casa del Fascio e della Biblioteca Popolare
Il dopoguerra: dalla Biblioteca Popolare alla Centrale di Palazzo Montanari
La biblioteca dei ragazzi ai Giardini Margherita
Il Consorzio provinciale pubblica lettura
Le biblioteche di quartiere (1)
Le biblioteche di quartiere (2)
Il progetto della Biblioteca Sala Borsa
 
Mappe - La pubblica lettura in Provincia
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Statistiche - La Biblioteca popolare 1910-1928: le opere consultate
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Data di creazione: agosto 2009
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1929-1944. I destini incrociati della Biblioteca della Casa del Fascio e della Biblioteca Popolare


L’inaugurazione della Biblioteca della Casa del Fascio (1° marzo 1925) fu preceduta da una campagna promozionale per sollecitare donazioni di libri, riviste e giornali, sia da parte di privati, sia da parte di editori ed enti di vario genere. Arrivarono così anche libri offerti da scrittori e uomini politici del Regime, come lo stesso Mussolini, Leandro Arpinati, Leo Longanesi, Luigi Federzoni e altri esponenti del Fascismo bolognese.
Impostata come biblioteca d’informazione generale, arrivò a possedere circa 17.000 unità bibliografiche fra volumi e periodici. Era organizzata in sezioni per materia e comprendeva testi di storia, diritto, letteratura, in particolare narrativa e poesia, opere di cultura e propaganda fasciste, oltre ad un numero consistente di volumi della cosiddetta editoria ‘selfhelpista’, in particolare manuali Hoepli.
La biblioteca — che era aperta al pubblico con orario continuato dalle 10 alle 24 nei giorni feriali e per cinque ore la domenica — era distribuita su tre sale al primo piano di palazzo Ghisilardi, una delle quali adibita a sala di lettura. Frequentatissima da studenti universitari italiani e stranieri, e cittadini, anche dei ceti popolari, arrivò ad una media di circa trecento lettori al giorno.
In base all’art. 1 del suo Regolamento aveva «per iscopo di favorire e diffondere la cultura nelle classi professionali e popolari mediante la lettura di giornali, opuscoli e libri dilettevoli e istruttivi». Nei fatti, dando corpo ai motti mussoliniani «andare verso il popolo » e «libro e moschetto, fascista perfetto», fu centro di diffusione dell’ideologia fascista e strumento di organizzazione del consenso mediante il controllo della lettura. Per queste ragioni, nel dicembre 1929, le fu aggregata la Biblioteca Popolare del Comune che, mantenendo sempre autonomia amministrativa, ne seguì le sorti successive.


Esempio di volume della Biblioteca della Casa del Fascio con timbro e relativa scheda di catalogo.


Aldo Bartolini (1881-1954), responsabile dal 1924 della Biblioteca della Casa del Fascio.

 


         
Mario Sandri, Matilde Serao   Philippe Auguste Mathias Comte De Villiers De L'Isle-Adam, Tribolato Bonomo   Ellick Morn, Il nuovo mondo è tuo. Arte del successo in tutte le manifestazioni della vita   Francoise De Grafigny, La bonne maîtresse de maison   Leopoldo Untersteiner, I nostri migliori uccelli canori...   Vittorio Mariani, Guida pratica della cinematografia

Le preferenze dei lettori privilegiavano la 'letteratura amena', categoria che riuniva romanzi, novelle, poesia e teatro. I romanzi di Matilde Serao erano fra i più richiesti e, infatti, i volumi sono stati rilegati per preservarli dall'usura. Questo ha determinato la perdita delle copertine originali che, quando sono state conservate, ci permettono di apprezzare le caratteristiche della grafica editoriale.
Nella Biblioteca della Casa del Fascio erano presenti volumi di economia domestica e un'ampia scelta di manualistica destinata al grande pubblico, al quale era offerto il sapere positivista ed enciclopedico delle collane della cosiddetta editoria 'selfhelpista'.

Achille Starace, La marcia su Gondar della colonna celere A.O. e le successive operazioni nella Etiopia Occidentale, Milano, Mondadori, 1936 Biblioteca della Casa del Fascio di Bologna. Copertina dell'inventario topografico della sezione "Sala IX A - Politica Coloniale, Colonie, Biografia", 1938

La marcia su Gondar, di Achille Starace, è uno dei molti titoli dedicati all'esaltazione della guerra e della politica coloniale del Regime. Pubblicato nella collana Biblioteca del coloniale che Mondadori stampava in collaborazione con la Sezione lombarda dell'Istituto di cultura fascista, il libro di Starace arrivò a vendere oltre 100.000 copie.
Il volume è descritto al n. 276 della sezione denominata "Sala IX A - Politica Coloniale, Colonie, Biografia" dell'inventario topografico della Biblioteca della Casa del Fascio, datato 1938.


      Giovanni Falzone, in piedi a sinistra, nella nuova sede della Biblioteca della Casa del Fascio e della Biblioteca Popolare, presso il Comando della GIL in piazza XX Settembre. Sulle pareti sono visibili gli arredi provenienti dalla Biblioteca della Casa del Fascio. («Gioventů italiana del littorio. Bollettino del comando federale di Bologna», maggio 1942, p. 17 ).

Nel 1941 la Biblioteca Popolare, con il suo patrimonio di 9.164 volumi, e la Biblioteca della Casa del Fascio furono trasferite nella palazzina che, all’angolo fra via Indipendenza e viale Masini, era sede della GIL, Gioventù Italiana del Littorio. Nello stesso anno la direzione della Biblioteca del Fascio fu affidata a Giovanni Falzone, bibliotecario comunale responsabile dal 10 luglio 1933 della Popolare, il quale — da quel momento — operò in modo determinante per il destino del patrimonio bibliografico di entrambe le istituzioni. Cessato il servizio al pubblico il 18 settembre 1943, quando la Casa della GIL fu consegnata a funzionari e reparti militari tedeschi, nel luglio 1944 — a seguito dei bombardamenti che colpirono ripetutamente la zona, dove la stazione ferroviaria era un importante obiettivo militare — si provvide al trasferimento della Biblioteca Popolare, che, di fatto, aveva ormai incorporato quella della Casa del Fascio, in locali della Casa della Giovane Italiana, in piazza Calderini 2/2°.



Bologna 1951-1956, estratto da "Bologna. Rivista del Comune", n. 16, n.s., p. [39]
In questa foto dei primi anni '50, è visibile l'ex sede del comando federale della GIL (Gioventù Italiana del Littorio), situata in fondo a via Indipendenza, all'angolo con viale Masini.
Progettata dall'ingegner Luciano Petrucci e inaugurata il 28 ottobre 1939 (la maggior parte delle inaugurazioni di nuovi edifici avveniva nella ricorrenza della marcia su Roma), ospitò la Biblioteca della Casa del Fascio e la Biblioteca Popolare dall'ottobre del 1941 al luglio del 1944.


P.N.F., Gioventù italiana del littorio, Comando generale, Regolamento sulle uniformi [S.l., s.n.], a. XX dell'E.F. [1942-1943]

La GIL, nata nel 1937 assorbendo l'ONB (Opera Nazionale Balilla), aveva lo scopo di educare politicamente e organizzare militarmente la gioventù. Si entrava a far parte della GIL come Figli della Lupa (tra i 6 e gli 8 anni), proseguendo come Balilla (tra gli 8 e i 14 anni) e infine come Avanguardisti (tra i 14 e i 18 anni). Le femmine erano inquadrate come Figlie della Lupa, Piccole Italiane, Giovani Italiane. Ogni formazione aveva una propria divisa.



"L'Assalto" A. XXII, n. 35 (27 giugno 1942), p. 5

La Biblioteca del Gruppo rionale "Giancarlo Nannini", situata in via Italo Balbo 16 (attuale via Giacomo Matteotti, nel quartiere Bolognina, aperta nel giugno del 1942) disponeva di 2.500 volumi. Oltre alla Biblioteca della Casa del Fascio, piccole biblioteche erano state aperte anche in alcuni Gruppi rionali, le sedi circoscrizionali del PNF ubicate nei punti strategici della città.