Prima del 1909. Gaspare Ungarelli e l’apertura serale dell’Archiginnasio
1° luglio 1909. Albano Sorbelli e l'inaugurazione della Biblioteca Popolare
1909-1929. I primi vent’anni della Biblioteca Popolare
La Casa del Fascio di Bologna e la sua Biblioteca
1929-1944. I destini incrociati della Biblioteca della Casa del Fascio e della Biblioteca Popolare
Il dopoguerra: dalla Biblioteca Popolare alla Centrale di Palazzo Montanari
La biblioteca dei ragazzi ai Giardini Margherita
Il Consorzio provinciale pubblica lettura
Le biblioteche di quartiere (1)
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Data di creazione: agosto 2009
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La Casa del Fascio di Bologna e la sua Biblioteca


La Casa del Fascio di Bologna, una delle prime in Italia, fu inaugurata il 28 ottobre 1923 alla presenza di Mussolini.
Centro strategico del Fascio di Bologna, era il luogo deputato alle principali attività politiche dell’organizzazione cittadina e provinciale del partito, ma era anche una vera e propria vetrina progettata per la propaganda del Fascismo bolognese, aperta a tutti, iscritti e non iscritti al PNF, dal mattino fino a tarda notte.


Tavola pubblicitaria della Casa del Fascio di Bologna (GUIDA di Bologna e provincia Berti-Ghelfi amministrativa commerciale, 1 (1925-26), tra le p. 150-151).

Tessera di Fondatore della Casa del Fascio di Bologna, firmata da Leandro Arpinati (Collezione privata)

 

   

Fu ideata da Leandro Arpinati (1892–1945), squadrista della prima ora, poi segretario del Fascio di Bologna e della Federazione dei Fasci di combattimento provinciali, primo podestà della città dal 1926 al 1929. Dal 1929 ricoprì la carica di sottosegretario all'Interno fino al 1933, quando cadde in disgrazia per dissidi con Mussolini e fu inviato al confino.
La fotografia, se pur frutto di un fotomontaggio modificando una fotografia scattata a Forlì nel 1923, testimonia il forte legame allora esistente tra Mussolini e Leandro Arpinati.

Per finanziare il progetto fu lanciata anche una sottoscrizione — con un versamento minimo di 1.000 lire, corrispondenti a circa 750 euro attuali — alla quale più o meno volontariamente aderirono i titolari di aziende bolognesi.
Il 28 ottobre 1923, primo anniversario della marcia su Roma, Leandro Arpinati alla presenza di Mussolini inaugurò la Casa del Fascio di via Manzoni n. 4. Fino a quella data la sede del Fascio di combattimento di Bologna si trovava in via Marsala n. 30. Nel 1939 fu progettata la costruzione di una nuova Casa Littoria in piazza VIII agosto, non realizzata a causa degli eventi bellici.



La Sala di lettura della Biblioteca della Casa del Fascio (archivio Famiglia Arpinati).
Per approfondire:

Libri nella tormenta. La biblioteca della Casa del Fascio di Bologna, di Maurizio Avanzolini (PDF)


La Sala dei bibliotecari della Biblioteca della Casa del Fascio (archivio Famiglia Arpinati).


"L'Assalto"
A. IV, n. 43 (27-31 ottobre 1923), p. 3
   

In occasione dell’inaugurazione, «L’Assalto», giornale della Federazione provinciale dei Fasci di combattimento della provincia di Bologna, descrisse così il progetto riservato al piano nobile del palazzo:

«Il primo piano, che sarà dedicato alla elevazione spirituale e culturale fascista e alla memoria dei nostri caduti, comprende un ampio salone magnificamente decorato nello stile quattrocentesco dell’edificio. Sale di lettura e una grande biblioteca. Inoltre il Pantheon fascista bolognese ».

Il progetto comprese dunque fin dall’inizio una biblioteca, poi inaugurata il 1° marzo 1925. Arpinati, scrivendone nel 1922 con tono tipico della retorica di regime, stabilì che la Casa del Fascio avrebbe avuto

«sale di ritrovo ... [e] sale per la biblioteca che dovrà essere ricca e varia perché il FASCISMO crede profondamente nel sapere che deve essere una ragione ITALICA nella civiltà».


"Scintilla. Organo dell'Associazione Nazionale Fascista per le Biblioteche delle Scuole Italiane"
Ottobre 1931
Il primo e unico numero della rivista diretta da Pericle Ducati, in qualità di segretario generale dell'Associazione nazionale fascista per le biblioteche delle scuole italiane, che aveva la sua sede centrale a Bologna e che si fregiava dell'alto patronato della Regina e della presidenza onoraria di Benito Mussolini. L'anno successivo, con r.d. 24 settembre 1932, n. 1335, fu trasformata in Ente nazionale per le biblioteche popolari e scolastiche (ENBPS) che, a sua volta, assorbì la Federazione italiana delle biblioteche popolari, fondata nel 1908, ma da tempo ormai completamente fascistizzata.

Pericle Ducati, Origine e attributi del fascio littorio. Una pagina di storia che nessuno deve ignorare, Bologna, Tip. la Grafica Emiliana, 1930
La pubblicazione, promossa dall'Associazione nazionale fascista per le biblioteche delle scuole italiane, fu fortemente voluta da Clara Archivolti Cavalieri, presidentessa dell'Associazione, che cercò così di accreditarla ulteriormente presso il Regime. La nobildonna aveva fondato nel 1903 il sodalizio, allora denominato Associazione nazionale per le biblioteche delle scuole italiane, "allo scopo di combattere la ricaduta nell'analfabetismo dei ragazzi del popolo". Dai primi anni di vita dell'Associazione fu in rapporti di amicizia e di collaborazione con Albano Sorbelli, che nel 1931 ricopriva la carica di segretario del consiglio centrale.

Pietro Gorgolini, Le fascisme, Paris, Nouvelle librairie nationale, 1923
Sul verso del frontespizio esemplare di ex dono della Biblioteca della Casa del Fascio. L'etichetta veniva compilata manualmente col nome del donatore, in questo caso Mussolini, che arricchì la biblioteca di numerosi volumi, spesso a lui dedicati, così come fecero, tra gli altri, Federzoni, Arpinati, Longanesi.

Giorgio Pini, Benito Mussolini. La sua vita fino ad oggi dalla strada al potere, Bologna, Cappelli, 1926

La prima edizione della biografia di Mussolini scritta dal giornalista bolognese Giorgio Pini. Il libro fu un assoluto best seller: fino al 1943 vendette oltre 400.000 copie, anche perchè il Ministero della Pubblica Istruzione lo impose come libro obbligatorio per le scuole medie superiori. Grazie al suo allineamento al Fascismo, la casa editrice Cappelli ebbe appoggi e sovvenzioni statali, in particolare per la pubblicazione dell'Opera omnia di Alfredo Oriani, curata da Mussolini.


Giorgio Pini, Le legioni bolognesi in armi, Bologna, Edizione de L'Assalto, 1923
Dal 1923 al 1928, l'autore di questo volume, il giornalista bolognese Giorgio Pini, fu direttore del periodico "L'Assalto", organo della Federazione dei Fasci di combattimento della provincia di Bologna, in questo caso, è editore della pubblicazione.