Il simbolo del Consorzio,
disegnato da Concetto Pozzati.
Il lettore infinito: mille libri in cerca
di ragazzi. Catalogo mostra itinerante maggio 1985-maggio 1986,
a cura del Servizio ordinamento e funzionamento biblioteche
del Consorzio provinciale pubblica lettura, Anna Maria Brandinelli,
Maria Cristina Cangini, Eugenia Varone, Giovanni Samoggia
Bologna, Provincia, stampa 1990
ll primo catalogo delle mostre itineranti di libri per ragazzi organizzate
dal 1985 al 1991 per stimolare la creazione e crescita delle sezioni
per ragazzi.
Consorzio provinciale per la pubblica lettura,
Catalogo generale delle opere,
Bologna, Consorzio provinciale pubblica
lettura, 1962
Distribuito nei posti di prestito aperti in municipi, scuole o centri
sociali, rendeva possibile ai lettori scegliere tra i 24.000 titoli
della biblioteca centrale libri che desideravano far arrivare presso
il proprio comune.
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Il Consorzio provinciale per il servizio della pubblica lettura
e del prestito librario nasce il 28 dicembre 1958: la Provincia,
socio proponente, ne approva lo Statuto, vi aderiscono subito 50
Comuni su 60, seguiti negli anni da altri 8.
Nei 62 posti di prestito, ospitati in municipi o centri sociali,
viene portata una nuova proposta di circa 50 nuovi libri al mese,
scelti nella raccolta centrale, più i titoli scelti e richiesti
dai lettori sul catalogo a stampa consultabile in ogni sede.
Dal 1964 si sperimenta lavvio di 4 sale di lettura a Baricella,
Crevalcore, Porretta Terme e la sezione ragazzi a San Giovanni in
Persiceto. Dal 1966 la Provincia adotta un nuovo Statuto e investe
sulla realizzazione di vere biblioteche. Il Presidente Badini afferma
che il provvedimento inciderà positivamente nella vita
delle popolazioni come se fosse la soluzione di un problema di viabilità
o di bonifica o di industrializzazione. Per realizzare le
biblioteche i Comuni a mettono a disposizione il terreno e la Provincia
provvede a fabbricati, arredi e collezione di primo impianto. Le
spese di funzionamento (personale, riscaldamento, luce, acqua) saranno
a carico per metà della Provincia e metà dei singoli
Comuni interessati: la Provincia cioè aumenta automaticamente
il bilancio del Consorzio allapertura di ogni nuova biblioteca.
I tre piani pluriennali di investimento straordinario, approvati
nel 1968, 1971 e 1973 consentirono lapertura delle prime 23
biblioteche e di 10 sale di lettura (con aperture più limitate
e raccolte minori rispetto alle biblioteche). Impegnarono complessivamente
615 milioni di lire (pari a € 4.690.677,18 del 2008).
Per lorganizzazione si presero a modello le biblioteche anglosassoni
e nord europee, con accesso diretto degli utenti a libri, riviste
e quotidiani, cioè a scaffali aperti.
Nel realizzare le biblioteche la Provincia pagò, in conto
capitale, progetti, interventi edilizi e di impianti, arredi e attrezzature,
libri e periodici. Ma si impegnò anche fornendo al Consorzio
segretario, servizi di ragioneria e amministrazione paghe, coprendo
lintera spesa del Centro bibliotecnico: aggiornamento delle
collezioni, trasporti, affitto e gestione degli uffici, costi del
personale per i servizi centrali (acquisto e trattamento libri,
gestione dellinventario topografico meccanizzato, informazione
bibliografica, programmazione di attività culturali e gestione
pubblicazioni, trasporto di libri e attrezzature, formazione e aggiornamento
degli addetti).
Il Consorzio divenne ununica grande raccolta articolata
in oltre 40 biblioteche e sale, dotate di un patrimonio di consultazione
e prestito residente in ogni sede, ciascuna differenziata
da sezioni specialistiche, tra loro complementari.
Ovunque la sezione ragazzi riceveva particolari cure. Il Consorzio
fece conoscere le novità librarie della Fiera del libro per
ragazzi, organizzando in tutta la provincia per otto anni mostre
itineranti, benissimo accolte da bambini, genitori e insegnanti.
Oggi nessuno più immagina una biblioteca pubblica senza sezione
ragazzi, anzi con Nati per leggere, progetto di bibliotecari e pediatri,
si incoraggiano i grandi a leggere ai e con i bambini da zero a
sei anni.
Nel 1972 si iniziò a usare lautomazione sia per la
gestione dei libri (tabulati di inventario topografico da schede
perforate) che per linformazione sui loro contenuti, con il
Dizionario bibliografico e «Linformazione bibliografica».
Intuendo che la biblioteca comunica attraverso i suoi spazi, gli
arredi, lilluminazione, laccessibilità in termini
di localizzazione e orari di apertura, visibilità esterna,
si scelsero arredi delle migliori collezioni di design italiano.
Lorganizzazione interna garantiva spazi a chi voleva studiare,
a chi ascoltava musica, ai piccoli gruppi, a classi scolastiche
o per conferenze, in orari diversi, con molta flessibilità
duso.
Per pubblicizzare le biblioteche si organizzavano incontri con autori
famosi, discussioni su temi come lenergia, la scuola, la condizione
giovanile, la fotografia, il nascente femminismo, la conservazione
dei centri storici, larte contemporanea, le droghe, lalimentazione,
leconomia; proiezioni; mostre; corsi per la licenza media
e corsi di lingue; concerti e ascolti guidati di musica. Molta attenzione
veniva data alla grafica nelle locandine, manifesti, pubblicazioni,
newsletter.
La legge regionale sulle biblioteche in vigore dal 1984 suggerì
lo scioglimento dei Consorzi (forti quelli di Bologna e Ravenna,
fragili quelli di Ferrara, Forlì, Piacenza). Affidò
alle Province compiti di coordinamento e programmazione dellorganizzazione
bibliotecaria nel loro territorio, e di formazione professionale.
A dicembre 1986 il Consorzio concluse le operazioni di scioglimento.
Il personale fu in parte destinato ai Comuni, in parte alla Provincia.
Sedi, patrimoni librari, strumentazioni e arredi delle biblioteche
e sale di lettura vennero consegnati ai Comuni.
Dal 2002 tutte le biblioteche pubbliche della provincia condividono
catalogo e sistema gestionale automatizzato con il Comune e lUniversità
di Bologna.
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