Per finanziare la stampa
delle sue prime opere Filopanti fece ricorso alle
sottoscrizioni, sistema molto diffuso nel XIX secolo,
che sollecitava con lettere circolari. |
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Fabio Fabbi, Disegno per la
medaglia di Quirico Filopanti
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Avviso per la sottoscrizione
dell'opera Notizie di Fisica, 1846
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Quirico Filopanti, Notizie
di fisica esposte da Quirico Filopanti in
servigio degl'italiani amanti di facile istruzione
e per introduzione alle sue idee di architettura
idraulica, Bologna, Pei tipi delle Muse,
1845-1847 |
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Bozza di contratto fra Quirico
Filopanti e Nicola Zanichelli per la pubblicazione
dellopera Dio Liberale
Benché
i testi di Filopanti abbiamo avuto una notevole
diffusione e destato un certo interesse, come si
può desumere anche dallo stato di conservazione
degli esemplari presenti in Archiginnasio, non diedero
al loro autore il benessere economico.
Anche le opere stampate dopo, quando ormai era un
personaggio di un certo rilievo, sono state pubblicate
con lo stesso metodo delle sttoscrizioni. Il contratto
illustra i termini dellaccordo con leditore
Zanichelli per la pubblicazione di Dio Liberale:
«Per la pubblicazione
dellopera Dio Liberale di Quirico Filopanti.
1° Per la prima edizione, leditore darà
allautore lire 200 alla mano; 5 copie da regalare,
allatto della pubblicazione; ed una lira per
ogni copia al di sopra delle 500.
2° Per la seconda edizione una mezza lira per
copia.
3° Lautore darà alleditore
Zanichelli la lista dei suoi sottoscrittori allopera
LUniverso, più due mila altri
nomi di persone da diramar loro la circolare.
4° Lautore eseguirà due correzioni
ogni edizione, e darà una tavola di stelle,
e qualche altra aggiunta per la seconda edizione.
Filopanti». |
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Lettera di Quirico Filopanti
a Domenico Santagata, 9 novembre 1887.
Talvolta Filopanti,
probabilmente alle prese con pressanti problemi
economici, non si faceva scrupolo nel forzare un
po la mano per indurre alla sottoscrizione
gli amici, come si può leggere in questa
lettera inviata allamico e collega Domenico
Santagata (1812-1901), nella quale lo informa di
aver trasformato unilateralmente il suo debito di
20 lire in una sottoscrizione per una sua pubblicazione,
sottoscrizione della quale gli farà avere
debita ricevuta:
«Caro Santagata,
Ti debbo lire venti, già prestatemi gentilmente,
che puoi destinarne tutto o parte per la sottoscrizione
di cui ti mando sotto fascia la modula, scrivine
tu stesso lindicazione sulla bolletta madre,
aggiungendo la parola pagò: io poi firmerò
la ricevuta nella bolletta figlia, ed avrai pazienza
di aspettare il pagamento del tutto quando potrò
[
] ».
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Lettera di Quirico
Filopanti a Luigi Frati
I motivi che spingono
Filopanti, nel settembre 1894, a reclamare con Luigi
Frati per lassenza della sua opera, Sintesi
della Storia Universale, dai cataloghi della Biblioteca
Comunale, come già aveva fatto con Olindo
Guerrini, direttore della Biblioteca Universitaria,
non sono meramente economici. Non si trattava solo
di smaltire eventuali copie invendute, perché
da quanto si desume dal carteggio lopera risultava
in quel momento esaurita e solo con una certa difficoltà
la lacuna nelle raccolte dellArchiginnasio
venne colmata.
«Bologna, 24 settembre
1894
Caro Bibliotecario,
mi si riferisce che manchi alla Biblioteca del Comune
la mia sintesi della Storia Universale. Simil cosa
è nella Biblioteca Universitaria, e ne ho
scritto al Sig. Guerrini, con antica affezione.
Tuo Filopanti.
[nota aggiunta] Acquistata la suddetta opera dal
libraio Brugnoli oggi 29 settembre 1894. V. il libro
degli acquisti». |
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Nel 1862 era stato Filopanti
stesso a fare dono allArchiginnasio di un
esemplare del Sunto della Memoria sulle Geuranie
e, pochi mesi dopo, di una copia di Miranda!.
Filopanti era consapevole del ruolo che le biblioteche
svolgevano nella diffusione della conoscenza: non
a caso in Miranda! scrive che lopera,
il giorno stesso della sua stampa, aveva trovato
posto nelle public libraries inglesi:
Doni di opere a stampa di Quirico Filopanti alla
Biblioteca dellArchiginnasio |
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Lettera di Quirico Filopanti a Gasperini, 8 giugno
1890.
Né
la docenza universitaria, né lattività
di conferenziere di successo e di autore di opere
popolari né, tanto meno, lattività
politica come consigliere comunale e come deputato
garantivano a Filopanti, che pure era noto per le
sue frugali abitudini di vita, condizioni materiali
decorose. Nel 1890 chiederà a Ferdinando
Pepoli il rinnovo dellavvallo per una cambiale,
analoga richiesta farà nel 1893:
«8 giugno 1890
Pre.mo Signor Gasperini,
la ringrazio dellavviso. Voglia pregare in
nome mio lottimo conte Ferdinando di presentarsi
ad agio suo, alla banca popo. Di credito, per porre
la sua firma di avvallo alla nuova cambiale ridotta
a £.270.
Suo dev.mo Q. Filopanti» |
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Il frammento di una lettera pubblicata
nel carteggio del giornalista e letterato di origine
bolognese Luigi Lodi (1856-1933), dà la dimensione
delle condizioni economiche di Filopanti: il Re Umberto
I, tramite Urbano Rattazzi, interviene con una donazione
di 1500 lire a favore dellanziano deputato repubblicano
che negli anni Sessanta aveva rinunciato alla cattedra
universitaria e al relativo stipendio per non prestare
al re un giuramento che giudicava incompatibile con
quello prestato alla Repubblica Romana:
«Nel rispondere alle condoglianze
del Rattazzi gli accennai al Filopanti ed ora mi manda
da Monza, a nome del Re, lire 1500 che ti accludo, trascrivendoti
il brano relativo: Mi ordina il Re di soggiungere
che il pensiero pietoso per il Filopanti in giorni così
dolorosi per voi, conferma la nobiltà dellanimo
vostro che la sventura non irrita, ma rende anche più
generoso se possibile, e che in segno di plauso alla
delicatezza del vostro sentire vi manda lire 1500 perché,
nel rimetterle al Filopanti, gli diciate essere stato
un fiore colto sulla tomba del vostro Naldino.
Ora fa tu perché linsigne e venerando uomo
gradisca questo che gli viene dalle mani di un angelo:
regola te, come meglio credi, la cosa e mandami a dire
qualche cosa. Io spero che il buon Filopanti, che vorrei
abbracciare in nome di Naldino, non vorrà farmi
sapere male di un passo che fu dettato dal cuore».
Caro Olgogigi. Lettere ad Olga e Luigi Lodi. Dalla
Roma bizantina allItalia fascista 1881-1933,
a cura di Ferdinando Cordova, Milano, F. Angeli, 1999,
p. 185
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