Paolo Giovio, Le sententiose imprese
Lione, Guillaume Rouillé, 1561
Biblioteca Comunale dellArchiginnasio, 18.Q.II.18
Limpresa dello struzzo, che sarebbe diventato
il simbolo della casa editrice Einaudi, che lo ereditò
dalla rivista «La Cultura», comparve per la prima
volta in unedizione lionese del 1559. Si espone la seconda
edizione, che contiene le stesse incisioni della prima, realizzate
dal cosidetto Maître à la capeline,
artista tra i più abili nella Lione del Cinquecento.
Girolamo Mattei, capitano delle guardie di Clemente VII, si
vendicò delluccisione di suo fratello Paluzzo
ammazzandone lassassino, Girolamo Della Valle. Chiese
quindi a Giovio di trovargli un emblema che dimostrasse «chun
valoroso cuore ha forza di smaltire ogni grave ingiuria col
tempo». Lo struzzo inghiotte un chiodo, e il motto «Spiritus
durissima coquit» indica che il valore sconfigge anche
le avversità più dure.
Giacomo Manzu, Quarantun disegni, presentati
da Cesare Brandi
Torino, Einaudi, 1961
Biblioteca Comunale dellArchiginnasio, 20.A.76
Il logo dello struzzo fu rielaborato da alcuni
artisti contemporanei.
Quella esposta in mostra è lelegante versione
realizzata da Giacomo Manzù, il celebre scultore bergamasco,
per il frontespizio delledizione einaudiana di una raccolta
di suoi disegni. Lo struzzo, che ricorda un sigillo antico,
è impresso a secco, senza apporto di colore.
Ledizione ebbe una tiratura limitata di 1250 esemplari,
di cui la Biblioteca dellArchiginnasio possiede il numero
516. Le iniziali manoscritte dello scultore apposte sotto
la numerazione dellesemplare sono autografe.
Anche Picasso realizzò un disegno di uno struzzo che
corre. Ne fece dono alleditore nel 1951 e dalla fine
del 2004 è utilizzato per la collana Einaudi
Tascabili.
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