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8. I
SIMBOLI RIVOLUZIONARI NELL'INTERPRETAZIONE DI FRANCESCO ROSASPINA |
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Francesco
Rosaspina attr.
Libertà Eguaglianza / In nome della Repubblica Cisalpina una e indivisibile
Acquaforte, fine sec. XVIII [secondo il calendario rivoluzionario
l’anno VI della Repubblica andò dal 22 settembre 1797 al 21 settembre
1798].
Sotto la vignetta in caratteri tipografici la data e l’intestazione:
«Faenza li … anno VI Repubblicano. / D. Strocchi Commissario
del Potere Esecutivo presso / i Tribunali Dipartimentali del Lamone».
Per l’attribuzione dell’A., si noti che l’esemplare fa parte di
un album rilegato che riporta sul dorso l’indicazione ms.: «Di Francesco
Rosaspina» (BCABo, GDS, Raccolta stampe per soggetto, cartella O,
n. 312) La Libertà, seduta, solleva il cappello frigio: è raffigurata
in un medaglione circolare affiancato da due fasci consolari. L’immagine
allegorica della Libertà in trono che protende il berretto frigio,
riprende, con lievi differenze, quella contenuta nell’esemplare
n. 311. Dionigi Strocchi (Faenza, 6 gennaio 1762 - 15 aprile 1850),
scrittore, erudito e docente di eloquenza nel liceo dipartimentale
di Faenza, traduttore di Callimaco e Virgilio, fu corrispondente
di Leopardi, amico di Vincenzo Monti, Ugo Foscolo, Paolo Costa,
Giovanni Paradisi e di Ennio Quirino Visconti, nonché fondatore
della scuola letteraria neoclassica faentina. Aderì alla Repubblica
Cisalpina e al successivo Regno d'Italia; ma si adeguò in seguito
al restaurato dominio pontificio, ricevendo nuovi onori e incarichi
pubblici.
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