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 | Il 18 giugno 
              1796 l’avanguardia dell’esercito francese entrò in città da 
              Porta San Felice, seguita due giorni dopo dal generale Bonaparte.Il giorno successivo veniva espulso il Legato, cardinale Ippolito 
              Vincenti Mareri, dichiarato decaduto il governo pontificio e restaurata 
              l’antica «Libertas» del Comune.
 Bologna, in un primo tempo capitale della Repubblica Cispadana 
              (proclamata il 27 dicembre 1796, riunendo i territori di Bologna, 
              Ferrara, Modena, Reggio e successivamente della Romagna), perse 
              il primato con l’annessione nella Cisalpina, nata il 9 luglio 
              1797 con capitale Milano. Mentre la città assisteva alle numerose 
              e pittoresche manifestazioni organizzate dai giacobini locali, Napoleone 
              consolidava l’alleanza con l’antica classe senatoria e con la nuova 
              borghesia attraverso la vendita dei beni delle congregazioni religiose 
              soppresse, che lui stesso suggerì per sanare le finanze del nuovo 
              Stato.
 Dopo la temporanea riconquista di Bologna da parte delle armate 
              austro-russe (1799-1800), i Francesi, in seguito alla vittoria di 
              Marengo (14 giugno 1800) ripresero il controllo della città, che 
              venne così inserita all’interno di uno Stato fortemente centralizzato 
              e strutturato secondo il modello francese.
 Al Congresso di Lione, in cui la Cisalpina assunse nome e costituzione 
              di Repubblica Italiana (1802), alcuni rappresentanti bolognesi 
              svolsero un ruolo di primo piano, senza però che la città si sentisse 
              particolarmente coinvolta.
 Forte eco suscitò invece la visita di Napoleone, divenuto ormai 
              Imperatore (e Re d’Italia), avvenuta dal 21 al 25 giugno 1805, 
              che si legò anche ad alcuni importanti provvedimenti, che lasciarono 
              un segno a volte indelebile nel volto della città: il rilancio e 
              il potenziamento dell’Università, la sistemazione idraulica del 
              Reno, la trasformazione della Montagnola in giardino pubblico, la 
              creazione di viali alberati attorno alle mura.
 
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