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Felice
Giani (San Sebastiano Curone [Alessandria], 1758 - Roma, 1823)
L'artista, attivissimo pittore e decoratore
d'interni, è stato uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo
italiano, da lui interpretato in modo fantasioso e privo di ogni
convenzionalità. Aderì agli ideali della Rivoluzione e coltivò una
sincera venerazione per il genio di Napoleone, di cui celebrò i
fasti a Milano, Bologna, Roma. Studiò dapprima a Pavia, proseguendo
poi gli studi a Bologna con Domenico Pedrini e Ubaldo Gandolfi.
Trasferitosi a Roma, nel 1780 ottenne i primi successi: partecipò
alla decorazione di Palazzo Alfieri e fu ingaggiato insieme con
altri artisti per riprodurre gli ornati delle Logge di Raffaello
in Vaticano.
Nel 1784 Giani si mise in luce vincendo il secondo premio
ad un concorso di disegno dell'Accademia di Parma, città che in
quegli anni era artisticamente all'avanguardia come centro propulsore
del nascente Neoclassicismo.
Nel 1786 si trasferì a Faenza per decorare la Galleria del
Palazzo Conti-Sinibaldi e la Galleria dei Cento Pacifici.
L'anno successivo fu nominato membro accademico d'onore dell'Accademia
Clementina di Bologna. Dopo un nuovo periodo romano (1788-1794),
Giani completò la sua formazione con un viaggio a Napoli, Ercolano
e Pompei, per poi fare ritorno a Faenza dove lavorò alla Galleria
di Palazzo Laderchi e nel 1802 nel palazzo Milzetti, forse il suo
capolavoro.
Nel 1803 fu chiamato a Parigi per decorare i Gabinetti
Napoleonici alla Malmaison. Negli anni seguenti realizza commissioni
a Bologna, Roma e in numerose città italiane.
Nel 1811 fu nominato accademico di merito dell'Accademia
di San Luca di Roma. Decorò in questi anni anche l'appartamento
napoleonico al Quirinale e lavorò al teatro di Imola, e ancora
a Faenza, nei palazzi Morri, Cavina e Pasolini.
Nel 1819 fu nominato membro dell'Accademia dei Virtuosi al
Pantheon di Roma.
Nel 1823 morì per le conseguenze di una caduta da cavallo
al ritorno da un viaggio a Bologna, e fu sepolto a Roma in Sant'Andrea
delle Fratte.
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