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2. FRANCESCO
ROSASPINA E GIACOMO ROSSI |
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Francesco
Rosaspina (Rimini, 1762 - Bologna, 1841)
Il Rosaspina, professore all'Accademia Clementina di Bologna dal
1790 al 1839, fervente repubblicano, all'epoca di queste piccole
prove era già affermato come incisore. Si applicò a tale genere
artistico con la consueta precisione calligrafica, rivelandovi quel
talento che lo rese personaggio di punta dell'intera scuola incisoria
bolognese di fine secolo. Successivamente, pur non nascondendo una
certa delusione nei confronti dell'aspirazione libertaria intravista
nel triennio repubblicano, fu addirittura chiamato ad occuparsi
della cosa pubblica e il 22 novembre 1801, a Lione, fece parte della
Consulta Straordinaria Cisalpina per votare la nuova costituzione.
Dopo questa parentesi repubblicana, l'artista si dedicò totalmente
alla "riproduzione di gran genere" eseguendo traduzioni incisorie
tratte da opere di grandi artisti, come Parmigianino, Albani, Carracci,
e la famosa raccolta dei più importanti dipinti conservati nella
Pinacoteca di Bologna (1830). Rosaspina, ormai anziano, in una lettera
all'allievo Gaetano Guadagnini, espresse rammarico per aver consumato
il suo tempo "in troppe cosucce senza valore" e per non aver potuto
dedicarsi "ad opere grandi ed atte a stabilire una distinta reputazione
[…] ed essere stato costretto per vivere, e far vivere la sua famiglia
di perdere i più belli anni in vere coglionerie: nelle imitazioni
dei disegni e per lo più brutti e in altre frivolezze".
Giacomo Rossi (Bologna, 1751-1817)
Anche lo scultore neoclassico Giacomo Rossi fu artista allineato
con i nuovi ideali rivoluzionari. Vi fu introdotto da Carlo Filippo
Aldrovandi Marescotti, a cui fu vicino, oltre che per una condivisione
di idee politiche, anche per interessi poetici e artistici, che
lo videro collaborare attivamente in qualità di disegnatore e progettista
nella produzione di terraglie avviata dal conte nel suo palazzo
di via Galliera. I disegni di Rossi, preparatori per questi biglietti
da visita, si conservano oggi nel Gabinetto dei Disegni e delle
Stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna; mentre altri schizzi
a penna e acquerello, ideati per la decorazione di carta intestata
e con motivi ornamentali d'ispirazione rivoluzionaria, sono presso
la Fondazione Cini a Venezia.
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