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10. PELAGIO
PALAGI E NAPOLEONE |
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Pelagio
Palagi
Disegno di un piedestallo che potrebbesi eseguire in marmo con la
Statua della Libertà, nel mezzo della Piazza di Bologna [1800]
Penna e acquerello grigio e marrone su carta avorio, 466x370 mm,
riproduzione (BCABo, GDS, Cartella Gozzadini 1, n. 1)
La Statua della Libertà appartiene ai primi anni trascorsi dal Palagi
sotto il governo della Repubblica Cisalpina, per conto della quale
fu chiamato a prestare la sua opera in varie occasioni, e su probabile
commissione del suo mecenate Carlo Filippo Aldrovandi Marescotti,
deputato della Cispadana, poi membro del gran consiglio della Cisalpina.
La Libertà ha l'aspetto di un'antica statua di Minerva, la quale,
conformemente all'iconografia dell'epoca, è qualificata nella sua
moderna interpretazione dal berretto frigio infilato sull'asta e
dal fascio repubblicano. Nel piedistallo sono riprodotte le Vittorie
alate che reggono la livella, simbolo dell'uguaglianza. Il tema
delle Vittorie alate è un topos che venne usato indifferentemente
in monumenti celebrativi quali l'arco trionfale. La lunga scritta
di destra, con la dettagliata spiegazione del monumento, chiarisce
la ricca simbologia delle decorazioni di evidente ispirazione massonica,
cultura che l'artista conosceva profondamente e che veniva usata
nel periodo rivoluzionario come allegoria degli ideali di libertà.
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